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Muhammad Alì, il nuovo singolo di Marco Mengoni [Recensione]

by Tamara Santoro
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Si tratta del quarto singolo estratto dal nuovo progetto di Marco Mengoni, Atlantico. Pubblicato il 30 novembre 2018, si è rivelato un album sorprendente, frutto di due anni e mezzo di lavoro in cui Marco si è tenuto lontano dalle scene musicali, esplorando mezzo mondo alla ricerca di nuove sonorità che emergono chiaramente nei quindici brani dell’album.

Dopo due progetti discografici Marco si è sentito stanco e senza più stimoli da cui ripartire, insomma in dovere di ricominciare da capo, di fare tabula rasa:

“Ho voluto seguire il mio istinto, prendermi cura di me e delle persone che ne avevano bisogno. In questa parentesi di vita ho viaggiato, osservato, vissuto e provato emozioni diverse e contrastanti. Mi sono sentito solo e ho voluto perdermi, mi sono messo alla prova. Ho cercato e percorso strade non sempre in discesa” è quanto scrive all’interno dell’album stesso come una sorta di “scuse” se così possiamo definirle.”

 

Ma torniamo indietro. Dopo aver ottenuto un enorme successo con i singoli precedenti (Voglio, Buona Vita e Hola N.d.R.) Marco fa una sorta di cambio di rotta e decide di lanciare un singolo che potremmo definire come un inno, un incitamento a seguire l’esempio di un grande come Muhammad Alì, appunto. Perché la vita è un po’ come un ring, che ci mette di fronte a continue sfide: “dobbiamo imparare ad incassare i colpi, trasformarli e restituirli”. Spesso però siamo noi stessi a porci dei limiti, senza neanche accorgercene, e dando la colpa a cause di forza maggiore. E allora ci demoralizziamo, vediamo ostacoli dove invece non ce ne sono e invece è proprio quello il momento in cui dovremmo entrare nell’ottica di trovarci di fronte ad un’opportunità, non una minaccia. In fondo, siamo noi il nostro più grande nemico.

 

Inoltre, per avere un punto di vista dall’interno ho intervistato Tony Maiello   e Piero Romitelli, cantautori e coautori del testo insieme ad artisti del calibro di Davide Simonetta .

Com’è nata la collaborazione con Marco?
T: Con Marco ci conoscevamo già dai tempi di X-Factor, ma poi abbiamo anche fatto un Sanremo 2010 insieme, lui nei big e io nei giovani (vincendo tra l’altro) e quindi andava già avanti da anni quest’amicizia.
P: Come ben sai il connubio con Marco dura da anni…

Come ti sei trovato con gli altri due coautori?
T: Mi son trovato benissimo perché singolarmente avevo già avuto modo di scriverci insieme. Come Neve (collaborazione tra Marco e Giorgia, N.d.R.) l’ho scritta insieme a Davide mentre Universale e Buona Fortuna (singoli di Benji e Fede) li ho scritti insieme a Piero. Erano due autori che conoscevo molto bene, siamo molto amici e quindi mi son trovato benissimo.
P: guarda la collaborazione con Davide ormai va avanti da qualche anno, abbiamo iniziato insieme con “Domani è un altro film” (dei Dear Jack, N.d.R.) fino a togliere tante belle soddisfazioni insieme. Con Tony invece è più recente ma c’è stata subito una bella alchimia.

Ti senti un po’ Muhammad Alì nella tua vita?
T: Assolutamente sì, molto. Perché nella vita si continua sempre a combattere, per qualcosa, per i propri sogni. L’abbiamo scritta appunto perché sentivamo l’esigenza di raccontare a tutti, di fare una metafora un po’ anni 2000, quindi togliere un po’ di luoghi comuni e fare un paragone che nessuno aveva mai fatto. Il fatto che si dicesse “punge come un’ape, vola come una farfalla.” Insomma c’erano un sacco di cose belle da poter descrivere intorno a questo personaggio così gigante.
P: Credo che Muhammad Alì sia stato non solo il più grande pugile di tutti i tempi ma un simbolo per tutti noi. Saliamo sul ring ogni giorno della nostra vita e come lui dobbiamo imparare a incassare i colpi.

Cosa ti ha lasciato questo personaggio storico e come speri che reagisca il pubblico?
T: Già lo conoscevamo, però l’abbiamo studiato e ci ha lasciato questa sua voglia di vincere ma non in maniera competitiva, che poi divide le persone, ma vincere in maniera giusta, pulita, con i propri meriti, e il talento che ci deve essere alla base di ogni persona. Quindi ci ha lasciato tanto, siamo molto contenti perché è un brano che dà tanta energia e speriamo che ascoltandolo sarà così per tutti.
P: Ho visto molti suoi incontri, ma quello più emozionante credo sia stato quello con Foreman. Spero che il pubblico apprezzi.

 

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