Il 10 novembre è uscito Madre non Madre, l’album che segna il ritorno discografico di Valentina Lupi, cantautrice e figura particolarmente apprezzata nella scena underground romana.
Per la realizzazione dell’album, Valentina Lupi si è avvalsa della prestigiosa collaborazione del chitarrista e produttore Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion, I Hate My Village) con il contributo del giovane Vezeve al beat box.
Un’opera estremamente intima in cui Valentina Lupi si interroga e analizza i punti dove, in una donna, convergono l’essere Madre e Non Madre.
La maternità in questo album prende varie forme, poiché tutto ciò che nasce, che sia un’idea, un’opera d’arte, un figlio, un disco, è generato da una “madre”, facendo assumere a questa parola significati mistici, tragici, o anche comici. Ne abbiamo parlato con l’autrice, cercando di indagare tra le varie sfaccettature di Madre non Madre.
INTERVISTA:
Ciao Valentina, benvenuta su Inside Music!
Il disco parla della maternità in senso lato, intesa come creazione…anche di un disco. Ti va di raccontarci la genesi del tuo nuovo album?
Ciao!
Le canzoni di questo disco nascono proprio dal titolo.
Durante il lockdown ho suonato tanto da sola e ho iniziato a riflettere sulla figura, per me nuova, di madre, avendo avuto un figlio da poco in quel periodo.
Ci sono state volte in cui non mi sono sentita in grado di sostenere un compito così importante pur avendo uno spiccato desiderio di maternità, la mia vita era stata stravolta e quella condizione che mi avrebbe poi cambiata in meglio nel tempo come persona, in quel momento era diventata una gabbia, ero caduta in depressione.
Mi sono chiesta se tutte le madri si sentono madri e se le non madri possono essere madri lo stesso, perché ogni donna è sempre madre di qualcosa, di qualcuno, che sia un’idea, un’opera d’arte, un figlio.
Generare una nuova vita è un atto straordinario che mette alla prova una donna portandola fuori da se stessa, e io mi stavo guardando da fuori, volevo raccontare i diversi stati d’animo che stanno dietro alla genitorialitá come anche la gioia di veder crescere mio figlio.
Hai detto che attraverso questo album “i desideri si sono avverati e le polaroid sono diventate canzoni”. Le tenevi da tanto nel cassetto?
Sono stata diversi anni senza scrivere ed ero triste per questo.
Avevo la convinzione che non avrei piú prodotto canzoni, mi sentivo come se non avessi piú niente da dire.
In realtà stavo implodendo, vedevo la mia vita ferma, cristallizzata, come in una foto.
Quando ho avuto mio figlio è esploso qualcosa, è come se la sua nascita avesse aperto un canale e la diga che avevo eretto nella mia testa non fosse piú in grado di contenere la marea che avevo frenato dentro di me.
Ho iniziato a suonare i primi accordi di “Madre non Madre” e da lì le parole delle canzoni sono scivolate, a volte dolcemente a volte dolorosamente, in modo catartico, liberatorio.
In Madre non madre c’è anche un’evoluzione musicale. Ti sei allontanata un po’ dalla tua vena rock per abbracciare la sperimentazione e l’elettronica…. Come mai questo cambiamento?
È stata un’ evoluzione naturale, influenzata sia dagli ascolti degli ultimi anni ( durante la stesura di questo lavoro, ascoltavo spesso Brittany Howard, cantante degli Alabama Shakes che aveva fatto un disco da solista molto intenso) e sia dalla collaborazione con Adriano Viterbini, produttore artistico e amico fraterno che ha saputo mettere la sua arte a servizio del progetto in modo essenziale, creando nelle canzoni un mood coerente, profondo, direi una fusione poetica tra musica e parole.
Dato che sei Madre di questo disco, qual è la tua figlia preferita o, almeno, quella che ti senti più cucita addosso?
“Ogne scarrafone è bell’ a mamma soja”, e proprio perché per gli occhi di una madre i figli sono tutti belli; confesso che mi resta difficile scegliere la mia preferita.
In ogni brano ci sono i miei diversi mondi, debolezze e peculiarità.
Tutto questo album è il mio manifesto. ” Madre non madre” è stato il primo pezzo scritto e prodotto in studio, ricordo che mi piaceva a tal punto da pensare che dopo quel brano non avrei fatto piú una canzone cosí potente.
A breve inizierai a presentare l’album dal vivo, ricordiamo i primi appuntamenti!
Mercoledì 22 novembre presenterò questo nuovo lavoro al Wishlist di Roma con la mia band, Ylenia Procaccioli alla chitarra, Francesco Pacenza al basso e un beatboxer d’eccezione, Vezeve.
Poi saremo il 25 novembre al Geena di Latina,il 2 dicembre al Deliri Cafè di Sora.
Sul sito e sui miei social si trovano le date dei miei concerti sempre aggiornate.
Per ogni cosa c’è un posto
ma quello della meraviglia
è solo un po’ più nascosto
(Niccolò Fabi)