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La nostra recensione del ”Materiale Domestico” di Nada

by Leslie Fadlon

Nada, da più di trent’anni una delle migliori voci del panorama musicale italiano, torna a sorprenderci con ‘’Materiale Domestico’’, pubblicato l’8 novembre 2019 per Woodworm. Si tratta di un progetto che giunge subito dopo “E’ un momento difficile, tesoro”, uscito lo scorso gennaio e dopo un lunghissimo tour. Ma se vi state chiedendo cosa sia ‘’Materiale domestico’’, forse possiamo descriverlo come segue. Ovvero, è il modo in cui Nada ci apre i propri archivi musicali, mettendo in un doppio cd/vinile uno splendido documento narrativo, musicale, umano.

Nada ha, infatti, scelto ventiquattro brani – di cui quattro inediti – messi su nastro nel periodo originale nel quale sono stati concepiti, ovvero nati tra il 1986 e il 2019, e registrati nella forma di provini, poi rielaborati per i suoi dischi nelle stesure definitive. A far parte di questo progetto poi, è anche un’autobiografia dal medesimo nome, edita da edizioni Atlantide e pubblicata il 21 ottobre, un paio di settimane prima del disco. In essa, un racconto di vita schietto, crudo e lucido, così com’è l’arte di Nada; consapevole.

Ma ecco la presentazione del disco da parte dall’autrice:

“Il tetto è tra le nuvole, e la pioggia incalza sulle spalle di mattoni, superbe sono le porte, felici le finestre, il vento conosce la via, sa come entrare, si lamenta cantilenando, impaziente sbuffa, il sole ad oriente scalda il mio cuore e l’anima trova la voce,ed esce come una bomba, rimbalza sulle mura, un canto, quasi sempre disperato, al sicuro nella mia casa.

Questo materiale domestico in LoFi o bassa fedeltà, con qualche distorsione e alcuni “lievi” rumori di fondo, l’ho registrato nel corso degli anni su musicassetta mono, poi cassetta stereo, Revox 2 tracce, successivamente Teac 4 tracce a cassetta, per passare al minidisc Sony, Fostex 8 tracce a bobina, Alesis 8 tracce, fino ad approdare, sul tardi, nell’era del computer, a Garage Band. Quasi sempre coadiuvata dalla mia vecchia batteria elettronica Oberheim dmx e con l’aggiunta di suoni alquanto sintetici dati da alcune macchinette digitali senza nome, mischiati con l’analogico delle mie fidate chitarre elettriche Viper Ovation, Gretsch, una B.C. Rich acustica e una Giannini classica. Di rado un vecchio pianoforte Petrof verticale male accordato, posizionato nel sottoscala della mia vecchia casa di Roma. E non posso dimenticare per qualche session un vecchio basso Fender Jazz del 1966.

Quelli che ho scelto, tra i tanti che mi sono capitati tra le mani, sono “provini” nati dalla cucina alla sala, a volte in corridoio, e che vogliono essere solo una sincera testimonianza del mestiere che faccio. Dalla ricerca iniziale quando l’idea è ancora nell’aria, fino al miracolo della sua cattura, il mio Materiale domestico vuole documentare proprio il risultato dell’unione di suoni e parole nel momento in cui vengono fissati su un aggeggio fisico. Alcune di queste canzoni sono rimaste strutturalmente pressoché uguali, mentre altre hanno stesure, parole, parti di melodia e accordi differenti da quelli poi andati a finire su un disco. Altre non le ho mai registrate su disco perché non mi sembravano adatte a quel progetto, o a quel momento.

Per ascoltare bene questo Materiale domestico bisogna sorvolare sulla parte tecnica e percepire quella che è la vera anima delle composizioni. Purtroppo a volte, in studio di registrazione, per far rendere al meglio le belle macchine, non ci si accorge di farsi sopraffare dai loro sofisticati trucchi, e così spesso capita di perdere la vera essenza di quello che si era raccolto nell’aria, e che alcuni chiamano ispirazione, e io chiamo anche lavoro.

Buon ascolto. 

Nada’’

E quindi, con le migliori aspettative, passiamo all’ascolto. ”Materiale Domestico” è stato anticipato lo scorso 18 ottobre dall’uscita di uno dei brani inediti, “Come una roccia” del 1995, intenso, dedicato a quell’amore che” fa male, disperare, impazzire, non mangiare, non parlare, non capire’‘.

Il doppio disco di questa splendida cantautrice contiene inoltre brani superbi, che raccontano buona parte della sua storia. Si parte, nel dettaglio, dalla recente e rock ‘Dove sono i tuoi occhi’, si passa alla malinconica ‘Due giorni al mare’, ci si imbatte nella mediterranea e definitiva  Nada de ‘L’ultima festa’. E questo solo nella sezione 2007-2019.

Quando invece ci si muove più a ritroso nel tempo e si giunge nella sezione 2004/1986, si incontra la bellissima ‘Senza un perché, poi colonna sonora della fortunatissima serie Sky con Jude Law ‘’The young pope’’. Si continua ad ascoltare con piacere per poi passare alla straziante ‘Tutto l’amore che mi manca’, per incantarsi successivamente con ‘Berlino’ e una vocalità decisamente più giovane. Si può sorridere sulle note di ‘My love, cantata in inglese, e continuare ad appassionarsi con altri, imperdibili, brani della Malanima con la voce più folgorante che conosciamo.

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