Filippo Margheri col suo album “Indipendenza” ci fa compiere un viaggio nel mondo di un cantautorato italiano un po’ old-style sicuramente fuori dai contesti mainstream.
Senza voler utilizzare troppi termini “anglofoni”, andiamo dritto al nocciolo della questione e svisceriamo un po’ questo cd, peraltro mixato interamente da Fabrizio Simoncioni.
Dopo una militanza musicale in alcune band tra cui –su tutte- spiccano i Litfiba, Filippo, decide di percorrere la strada da solista e lo fa grazie a un’album che –già dal titolo- offre una riflessione sul bisogno di rendersi autonomi, fuori da standard canonici e imposizioni.
Voler fare a modo proprio, sembra essere il motto di un Margheri che regala 11 tracce rock molto semplici nella loro composizione, ma allo stesso tempo efficaci.
La timbrica possente è marcata a fuoco da una cifra stilistica oltremodo riconoscibile.
I testi sono fortemente connotati e anche in quelle che possono sembrare ballad o canzoni d’amore si intuisce un rimando a riflessioni più profonde.
“Sedato” si tinge di un rock alquanto provocatorio, andando a ricordare in qualche modo i Litfiba di cui Margheri ha fatto parte come vocalist senza mai però mai inserirsi completamente in quel contesto.
Più che il nuovo Piero Pelù, Filippo Margheri è solo se stesso.
Senza vie di fuga, né vie di mezzo.“Grande”, “Lei è”, “Sacro e Profano” eccetera, sono solo alcune della tracce in cui Filippo ci trasmette il suo pensiero su molti aspetti esistenziali (e non).
Da un punto di vista strettamente musicale è il rock a farla da padrone.
Gli arrangiamenti risultano molto curati e pensati al fine di rendere il suono ancor più forte e carico.
I messaggi espressi da Margheri risultano chiari, forti e fruibili grazie a un flusso musicale che ben si correda a parole energiche e cariche di contenuti.
“La rabbia in testa” e’ di sicuro una delle tracce più riuscite sotto tutti i punti di vista e riesce a trasmettere ciò che il titolo promette: ovvero la rabbia sana, quella piena di energia vitale volta a cambiare le cose, a ribellarsi in modo sensato e intelligente.
“La femmina di piombino” è un brano che vuol essere tributo alla femminilità, ma che –malgrado il buon intento- lascia un po’ a bocca asciutta dal punto di vista dell’originalità.
Per quanto sia oltremodo apprezzabile la volontà di rendere omaggio alle donne, il brano in se e per sé risulta un po’ troppo semplice, senza picchi.
Sarebbe potuta essere ottima come ghost-track finale.
In ogni caso, l’album di Filippo Margheri, nella sua interezza, è un lavoro da promuovere e in cui credere.
Tracklist di Indipendenza di Filippo Margheri
- Ora
- Scusa Signore
- Sedato
- Grande
- Lei E’
- Sacro E Profano
- Cattiva Bambina
- Cronico
- Sepolto Vivo
- La Rabbia In Testa
- La Femmina Di Piombino