Antonello Venditti ha scelto la “sua” Torino, per la prima data dell’“Unplugged special 2021”, il tour della ripartenza che lo porterà a suonare da nord a sud della penisola fino a settembre.
Il concerto si sarebbe dovuto svolgere il 2, ma è stato rimandato al giorno successivo onde evitare di mettere il pubblico nella sofferta condizione di dover scegliere tra il live e la partita della Nazionale.
La scenografia naturale, offerta dalla Palazzina di Caccia di Stupinigi -a due passi dal capoluogo piemontese-, è di quelle che tolgono il fiato: per la terza volta, la residenza venatoria dei Savoia ospita lo Stupinigi Sonic Park, sebbene in una veste decisamente più intima e raccolta, con un numero ristretto di spettatori e posti rigorosamente a sedere.
Il cantautore romano fa il suo ingresso sul palco alle 21, puntualissimo, accompagnato da Alessandro Canini alla batteria, Danilo Cherni alle tastiere, Angelo Abate al pianoforte e Amedeo Bianchi al sax; prima d’iniziare il concerto, c’è tempo per due chiacchere col pubblico che ascolta, divertito, Antonello, il quale avverte la comprensibile necessità di uno scambio dialettico con gli spettatori dopo due anni di stop forzato.
Si riprende da dove si è interrotto con “Nata sotto il segno dei pesci”, ed è subito magia. Seguono, a ruota, “La bomba non bomba” e “Sara”, tutte rigorosamente suonate al pianoforte da un Venditti in camicia scura che scalda, rapidamente, la sua inconfondibile voce e che, altrettanto rapidamente, supera l’emozione e il timore di tornare a cantare dopo un lungo periodo di silenzio.
Si va avanti con “Piero e Cinzia”, “Giulio Cesare” e “Marta”, inframezzati da momenti in cui Venditti racconta della sua storia personale e della genesi delle canzoni che sta per cantare e nei quali riflette sulla società odierna, alternando considerazioni profonde a battute di spirito che gli spettatori, pur senza perdere la proverbiale compostezza sabauda, mostrano di gradire particolarmente.
Prima della fine del primo “atto” dello spettacolo, c’è ancora tempo per “Giulia”, per la sempre bellissima e straziante “Lilly” e per “Compagno di scuola”.
Venditti è un libro aperto: racconta di sé senza risparmiarsi e, così facendo, regala a un concerto già molto raccolto e particolare, una dimensione ancora più intima e confidenziale.
Nella seconda parte del live, il cantautore romano passa in rassegna molti dei suoi più grandi successi, tra i quali “Notte prima degli esami”, “Ci vorrebbe un amico”, “Amici mai” e “Che fantastica storia è la vita”.
Sul finale, agli spettatori viene dato anche modo di alzarsi in piedi -sempre rimanendo al proprio posto e rispettando le distanze di sicurezza- e di muoversi al passo di musica.
Appare il cappello che non può mai mancare ai suoi concerti: Antonello si congeda al ritmo di rumba, dopo aver ringraziato il pubblico, ma rientra poco dopo, acclamato a gran voce, per cantare un ultimo brano, “Ricordati di me”.
All’unplugged ammette di preferire lo stadio, e c’è da capirlo, ma è innegabile che l’acustico si addica notevolmente alla sua musica e alla sua voce, ragione per cui questo concerto è stato assolutamente meraviglioso, ancor più di quanto non lo siano sempre i suoi live. Una perla, da non perdere assolutamente.
“Vi voglio bene”: è la dichiarazione d’amore che Venditti fa al pubblico a un certo punto del concerto.
Ti vogliamo bene anche noi, Antonello.
Appassionata di musica, giornalismo, scrittura e danza, ama vivere nella sua riservata Torino, ma adora il Sud Italia, nel quale affondano le sue origini.