Ieri siamo stati all’Off Topic di Torino per i live di _reHUB, durante il quarto appuntamento dell’edizione 2018 del _resetfestival.
In una serata stracolma di curiosi e affamati di musica, siamo stati spettatori di un qualcosa di veramente magico e che è probabilmente la chiave di successo che permette a questo festival di essere uno dei punti cardine della musica emergente italiana da ormai dieci anni.
Sul palco del Cubo, l’area interna della location, si sono alternati quattro giovani progetti, quattro realtà ben distinte, diversamente interessanti e comunicative.
Quattro artisti, quattro mentor: una formula che da 3 anni accompagna con un successo, direi naturale, la rassegna. Perché? Perché è un format fresco, genuino, emozionante per come emergenti e big intreccino le loro mani, le loro emozioni nell’elaborazione di una canzone, di una musica, o semplicemente di un’idea.
Quattro artisti molto diversi tra loro, per comunicatività, per stile e per le influenze che hanno segnato la loro crescita artistica.
Primo a salire sul palco, Dadàmo, al secolo Davide Dadamo, all’attivo 2 ep, brindisino, classe ’95, solo, con la sua voce soul e la sua chitarra, ha cantato la sua Puglia, destando molto interesse nel pubblico, per poi fare da spalla a Francesco di Bella in un’intensissima “Canto pe’ nun suffrì”, noto successo del cantautore napoletano leader dei 24 Grana.
Poi Ovest di Tahiti, gruppo “pop malinconico che racconta storie quotidiane con armonie intime e sincere.”, così si descrivono; anche loro pugliesi, di Andria, melodie dolci e ricercate, voce melanconica e graffiante quella del cantante Luigi Lafiandra. Hanno eseguito tracce del loro cd “Luci della città” e riarrangiato un successo del loro mentor Dutch Nazari, con il quale è sembrato davvero essersi creato un bel feeling, testimoniato dal brano inedito presentato a fine performance, che ha visto anche la partecipazione, ai cori, di…
Rosita (Brucoli), 19 anni, di Bari, vocalità prorompente, veracemente del sud, “Circuiti” il suo primo Ep. È tra i 4 l’artista che più mi ha colpito. Intensa, voce che spacca in due, ha collaborato con Niccolò Fabi e i risultati sono stati davvero incredibili. Credo che ne sentiremo parlare. Ascolto assolutamente da approfondire.
The last but not the least, i Marāsma, di Velletri, “Navigar per naufragare” la loro opera prima. Band pop rock, forse ancora un po’ acerba, ma di certo non priva di attitude r’n’r. Buonissima presenza scenica e potenza sonora, vista anche nel duetto finale con la cantautrice Levante, chiosa finale della serata.
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E come direbbe Fabio Celenza, mattatore e indiscussa attrazione di inizio serata:
“FAFFIGA!“.

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