I Litfiba arrivano nell’isola più bella con l’Eutopia Tour
A volte non bastano le parole per poter descrivere le emozioni che si provano durante un concerto, per questo non è impresa semplice descrivere lo spettacolo che son stati capaci di creare sul palco dell’Arena Sant’Elia i Litfiba, di stanza in Sardegna per l’Eutòpia tour. Una serata di quelle da non perdere, che l’isola aspettava fremendo ormai da quattro anni, dopo l’enorme successo del Trilogia Tour. Nonostante questa sia la penultima data in programma sulla scaletta di marcia, la band non ha certo finito la benzina. Pelù e soci fanno capire da subito di non avere alcuna intenzione di deludere, anzi, partono carichi a mille dando il benvenuto al pubblico e sulle note di Lo Spettacolo, lanciandosi in una performance adrenalinica e senza sosta.
Il frontman fiorentino, affiancato dall’immancabile Ghigo Renzulli alla chitarra, viene accompagnato da Luca Martelli (batteria e cori), Ciccio Licausi (basso) e Fabrizio Simoncioni (tastiere e cori). La scaletta stavolta è molto varia, vengono presentati svariati pezzi di “Eutòpia” l’ultimo disco in studio della band, forse non all’altezza dei fasti del passato, ma che ha immancabilmente ancora qualcosa da dire. Passando da Sole Nero e L’Impossibile si arriva a Vivere il mio tempo suonata in una versione inedita e con un coro finale, complice il pubblico, da mettere la pelle d’oca anche al più duro dei rokkettari.
Pelù ha molto a cuore l’isola e si ferma spesso, tra un pezzo e l’altro, ad esprimere parole d’amore per una terra martoriata, soprattutto in quest’ultimo periodo, dagli incendi voluti dalla mano dell’uomo. I sardi apprezzano le sue accorate parole, che li invitano a resistere “Sempre e comunque a testa alta, contro i padroni e contro le mafie”, preghiera che viene estesa a tutte le regioni che si trovano troppo spesso sotto il giogo dei potenti. Alle parole “Bisogna avere il coraggio di saperci guardare, oltre” viene intonata, appunto, Oltre per poi dare il via al momento più concitato della serata, in cui Dimmi il nome, La Preda e Resta fanno viaggiare indietro nel tempo i fan di vecchia data e scatenare il pubblico come mai prima.
Non mancano momenti di serietà, come quello in cui viene presentata Maria Coraggio, che tratta il tema alla band molto caro della lotta alla ‘Ndrangheta e ad ogni tipo di mafia, passando per la dedica a tutti coloro che sono in qualche modo costretti a lasciare la propria famiglia e la propria terra per spostarsi in cerca di lavoro, sia in altre zone di Italia che in Europa: per loro, Straniero.
Benché siano rimaste in saccoccia canzoni del calibro di Maudit, Tex o Proibito, il repertorio sfoderato durante la serata ha pienamente soddisfatto il pubblico regalando anche momenti di divertimento collettivo: su Gioconda il Cardinale Pelù invita tutto il pubblico, ripeto, mai così partecipe prima d’ora, a inginocchiarsi. Tutti obbediscono alle “volontà” del frontman, l’intero parterre dell’Arena si inginocchia per qualche minuto per poi esplodere in una grande onda con un altissimo salto. Cangaceiro chiude quella che è stata una serata a dir poco perfetta, che ha visto un Pelù sugli scudi accompagnato da una band che con la sua solidità, è innegabile, riveste ancora un ruolo importantissimo in sede live.
di Carla Marras
La scaletta del concerto
- Lo spettacolo
- Grande Nazione
- L’impossibile
- Sole nero
- Straniero
- Vivere il mio tempo
- Spirito
- Fata Morgana
- Maria coraggio
- Barcollo
- Oltre
- Dimmi il nome
- La Preda
- Resta
- Paname
- Regina di cuori
- Gioconda
- Lacio drom
- El Diablo
- Eutòpia
- Cangaceiro
foto di copertina di Andrea Cavallini