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Mentalità di Dola: tutto l’Indie di Aldo [Recensione]

by Antonio Sartori
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Il 5 Aprile 2019 è uscito “Mentalità”, il primo EP ufficiale di DOLA, all’anagrafe Aldo Iacobelli, cantautore laziale capace di ballare fra il Pop e l’elettronica, nonchè nuova promessa di Undamento.

Ecco perché, al di là dei luoghi comuni, DOLA può realmente farsi rappresentante del profondo cambiamento musicale degli ultimi anni, e al contempo, riuscire a distinguersi offrendo qualcosa di unico e personale.

Negli ultimi tempi si è assistito in italia ad un fenomeno paradossale quanto curioso, legato a doppio filo con l’avvento e la sempre crescente popolarità dell’indie in Italia: a causa della repentina e inaspettatamente grande espansione del mercato indie, è iniziata infatti una vera e propria corsa, una gara, in qualche modo parallela a quella avvenuta analogamente nel mondo della trap.

Dove per la Trap il parametro di vittoria si configurava con un’ostentazione che fosse sempre maggiore, nell’indie invece si è verificata una sorta di ostentazione della normalità: una perversa gara che aspira talvolta forzatamente a cogliere e poeticizzare tutti gli aspetti più semplici dell’esistente, rendendoli coercitivamente paradossali.

È molto probabile però che servisse uno scossone, un trauma, una mimesi allucinante e ossessiva per riuscire a smuovere il panorama musicale italiano, e -con il senno di poi- non pare un caso che ad oggi, per la prima volta in tanti anni, si torni nuovamente a percepire del respiro nella musica considerata ” giovanile”, questo proprio grazie alla fioritura di quei semi piantati qualche anno fa.

Uno dei simboli di questa rinnovata maturità artistica dell’indie è proprio Dola, che nel suo primo EP ufficiale, “Mentalità“, esprime appieno l’idea originale alla base dell’immaginario indie, finalmente emancipata, perché libera dai suoi estremismi infantili.

Basti pensare al nome, Dola, che non può non sembrare una sorta di rifiuto alla moda del nome reale -in questo caso Aldo, a sua volta per puro caso un nome che evoca inconsciamente in me gli anni ’70 e ’80 della musica italiana- utilizzato come nome d’arte, rifiuto che trova una possibile via d’uscita nel mondo della Trap, ma che alla fine ci rinuncia, fermandosi ad una sorta di contrario a metà, oppure doppio, a seconda dei punti di vista: Do – La.

La mentalità di Dola è la mentalità indie per eccellenza, capace di fregarsene in modo realmente disinteressato delle regole del gioco, e in questo modo vincendo.
È una mentalità delle piccole cose e della naturale impossibilità della vita: in Dola c’è un po’ di Saba, un po’ di Vasco e un po’ di Lil Pump, e tutta la disperazione della sua voce esprime appieno questa lacerazione stilistica -a sua volta cartina di tornasole delle piccole disperazioni quotidiane.

Le sonorità del cantautorato classico italiano, per mezzo dei suoni invece innovativi che Undamento dimostra sempre di riuscire a trovare, e per mezzo delle parole stesse di Dola, assumono una dimensione molto più intima, molto più sincera.

Non ci sono più narrazioni epiche della routine, del modesto, ma c’è tutta l’onestà del mondo nella narrazione modesta del modesto stesso: la semplicità va trattata in modo semplice, questa è la formula magica di Dola, che può sembrare scontata, ma non lo è per nulla.

Dola sa essere speciale perché riesce a familiarizzare totalmente con l’ascoltatore: non necessariamente deve risultare simpatico, sembra quasi che l’esigenza di piacere ad ogni costo non esista, ma già soltanto la capacità di mettere chi lo ascolta di fronte al bivio della decisione riguardo l’effettiva simpatia o meno, dimostra la sua enorme qualità di riuscire, tramite la musica, a materializzarsi dentro la testa e persino al fianco delle persone che lo ascoltano.

Tutto ciò grazie proprio alla sua totale apertura, alla sua intimità, che si percepisce non essere semplice da accettare e condividere, e che a volte può sembrare persino troppo spontanea, quasi ingenua, ma che in fondo si dimostra una forza straordinaria comunicativamente e musicalmente: un’energia che straripa, che fatica a rimanere all’interno di Dola e che finisce per contagiare tutti, permettendo ad ogni singolo di rivedersi nell’altro, e tramite l’intimità del quotidiano -quindi per antonomasia generalmente condivisa- comprendere un pezzettino in più di se stessi.

In fondo, l’unica cosa che può realmente far desistere all’ascolto di Dola è proprio questa: la paura della semplicità, la paura dell’espressione, sia come intima accettazione che come dialogo, quella che poi in realtà non è altro che la paura del proprio dolore, la paura di se stessi.

Artwork e tracklist di Mentalità di Dola:

dola mentalità recensioneLIL PUMP
COLLARE
MASCHI
SUPERMERCATO
FREESTYLE
SOGNI
SHAMPOO
MOSTRI
NON ESCO

 

 

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