Diabolik, il Re del Terrore, compie cinquantasei anni, (sedici anni più giovane della mia nonna). Il criminale dagli occhi di ghiaccio e la sua bella e letale compagna Eva Kant sono due vere e proprie icone del fumetto italiano. Apripista del noir in vignetta, ripercorriamo insieme la storia del più famoso antieroe.
Il 1 novembre nascono le tre icone della mia vita: Anthony Kiedis – frontman dei Red Hot Chili Peppers – in musica, Diabolik, nelle mie divagazioni nerd, mia nonna, stendardo della mia intera esistenza.
Se il primo ha segnato i miei ascolti e i miei gusti musicali dacché ho memoria, il secondo è stato il mio primo amore a vignette bianco e nero (ancor prima del mio Dylan Dog), grazie ad un regalo proprio di lei, la mia nonna.
Ma chi è Diabolik e come nasce la sua storia? Diabolik riprende neanche troppo velatamente il concept di Fantomas, l’inafferrabile ladro francese protagonista dei romanzi scritti da Marcel Allain e Pierre Souvestre a partire dal lontano 1911. Angela Giussani, una pendolare delle Ferrovie Nord, nei suoi viaggi quotidiani tra Milano e Saronno leggendo Fantomas ebbe l’ispirazione. Nasce così uno dei personaggi più affascinanti e conosciuti del mondo dei fumetti. Atletico, scaltro, sguardo profondo e modi charmant.
Il primo novembre del 1962 nasce così il primo fumetto noir italiano, ma la reazione dei lettori non fu affatto entusiasta, pochissime copie furono vendute e fiumi di reso vennero mandate al macero (ragione per la quale ogni primo volume attualmente ha un valore stimato intorno ai 7000 euro). Ma si sa, il packaging riesce anche a fare la differenza, con i successivi due numeri, il formato fu studiato apposta per i pendolari, in grado di entrare nelle tasche del cappotto, le vendite del fumetto iniziano a farsi interessanti e, insieme al successo, arrivano le prime critiche. Diabolik era troppo cattivo e soprattutto la sua storica e biondissima compagna, Eva Kant, non era sua moglie. Nel fumetto, infatti, compare in un’unica occasione un letto matrimoniale dove la coppia si dirige mano nella mano. Le lettere infuriate dei lettori, dopo quella prima volta, inducono editore e disegnatori a puntare su camere separate. Il fumetto si è caratterizzato negli anni per la presenza costante di una moralità di fondo, che lo pone in controtendenza rispetto ai suoi omologhi stranieri. Il codice etico del Re del Terrore si è mostrato spesso avanguardista, nella lotta contro la violenza sulle donne, alla prostituzione, al traffico di stupefacenti e all’abbandono degli animali.
Un fumetto sempre al passo coi tempi, che offre una testimonianza dei cambiamenti storici del mondo contemporaneo, anche nel passaggio dalla Lira all’Euro nel 2002.
Il numero più importante è sicuramente il 107 del 1968, in cui lo stesso Diabolik svela il mistero sulla sua identità, sconosciuta finanche ad egli stesso. Proveniente da una famiglia vittima di un naufragio, lui era stato salvato ed allevato da un gruppo di criminali guidati dal bandito King.
Ma Diabolik non è solo comic, ma anche musica. Nel 2001 il grande maestro Ennio Morricone ha musicato il film ispirato all’omonimo fumetto ed estratto un album con tutti i brani “Danger: Diabolik”. Ma senza scomodare necessariamente l’albo dei premi Oscar, nel 2016 esce per l’etichetta Panini Comics, il disco “Diabolik, Genius of Crime”, un album ispirato ai personaggi ed alle atmosfere del fumetto Diabolik, a firma di Graziano Romani. Oltre a dieci brani dello stesso Romani, contiene la reinterpretazione di tre pezzi composti da Ennio Morricone. La copertina è costituita da un disegno inedito, appositamente realizzato da Giuseppe Palumbo.
Anche i BOLERO, rock band nata nel 1987 e originaria della provincia di Brindisi hanno dedicato un album al Re dei comics. “DIABOLIK”, contiene 4 brani dedicati ai personaggi creati dalle sorelle Giussani, e esce, non a caso, nel cinquantesimo anniversario della nascita della testata. Una sorta di omaggio che Rocco Palazzo, uno dei fondatori della band, ha voluto dedicare al suo fumetto preferito.
“Diabolik è il più grande criminale di tutti i tempi, ma anche il più grande innamorato”. Tanti Auguri Re del Terrore (e dell’Amore), e pure a te, Nonna.
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