Gli anni ’90 furono, indubbiamente, gli anni che decretarono uno sviluppo tecnologico totale a livello mondiale. Fra i fenomeni più importanti, in grado di mescolare informatica e musica, c’è stata la demoscene.
I computer erano in grado di fare cose mastodontiche per l’epoca e lavorarci era molto difficile. Ma una sottocultura, nata intorno alla metà degli anni ’80, iniziò a spingere i limiti tecnici di una qualsiasi macchina informatica: la cosiddetta “Demoscene”, una sottocultura floridissima e stupefacente a livello artistico.
Agli albori della vera e propria pirateria informatica, le demoscene erano semplici Cracktro, messi all’inizio di ogni propria copia crackata, per far valere le proprie capacità, e ciò che all’inizio fu una semplice dimostrazione di forza, si trasformò poi in una scena artistica e culturale che coinvolse a 360 gradi il mondo dei computer.
Tra varie convention, demoparty, e competizioni per determinare il programmatore migliore, la demoscene rimase attiva fino all’inizio degli anni 2000. Quel che rimane della demoscene è una parte importante, almeno musicalmente parlando, quella che poi si trasformerà nella più comune chiptune.
A fare da sfondo ai vari effetti grafici, prodigi di programmazione e testi che scrollavano su schermo c’era la musica che bensì non era musica commerciale, quasi impossibile da riprodurre su normali computer, a causa delle limitazioni tecniche.
Su Amiga era possibile utilizzare 4 canali audio differenti, senza avere grossi problemi in riproduzione, ma su PC la storia era diversa, avendo solo un canale a disposizione.
Fu così che furono di grandissimo impatto due schede audio che rimasero dei pilastri della demoscene per anni: Creative SoundBlaster e Gravis Ultrasound, con a fargli da padrone i software in grado di sfruttarne appieno le caratteristiche: I tracker.
Il primo Tracker uscito fu nel 1987, su Commodore Amiga, che portò l’innovazione dei file “.MOD”, innovazione che soppiantò e distrusse il formato midi, che era fin troppo basico e arcaico.
Fu così che i vari compositori e utenti tracker riuscirono a sfruttare pienamente i chip audio dei dispositivi su cui lavoravano, e successivamente i tracker vennero portati anche su altre piattaforme, come Gameboy, con Little Sound Dj, che fu poi il software che iniziò lo sviluppo della chiptune.
Ciò che rimane ora della demoscene, oltre ai ricordi delle cracktro, per chi ha vissuto l’era informatica a cavallo tra il 1980 e il 2005, è proprio la chiptune, genere molto di nicchia, che però, verso gli anni 2000 iniziò ad avere un riscontro di pubblico molto ampio, grazie anche alla produzione di cartucce di LSDJ in aumento.
Questo pezzo di musica elettronica e di scena culturale, ha cambiato per sempre determinati ambiti, come la musica elettronica, i giochi e addirittura anche i film.
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