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Batman – 80 anni del Cavaliere Oscuro

by Andrea Prosperi

Sono passati ben ottant’anni dal debutto, sulle pagine di Detective Comics #27, di Batman, l’Uomo Pipistrello, silente guardiano dell’immaginaria Gotham City, creato da Bob Kane e Bill Finger. Una storia lunga diversi decenni, fatta di tradizione e rivoluzione, per uno dei personaggi più amati dell’immaginario del secolo scorso. Ma chi è Batman?

Per scoprirne le radici dobbiamo fare un passo indietro, nel 1938, anno che segna la nascita di Superman, archetipo di un intero genere. Sulle pagine di Action Comics #1 fece infatti la sua comparsa l’Uomo d’Acciaio, grazie a Jerry Siegel e Joe Shuster, due giovani autori che avevano ideato il personaggio anni prima. Ad accompagnarlo una storia accattivante e ricca di richiami alla società dell’epoca: Clark Kent, questo il suo nome, non era nient’altro che un alieno, profugo di un pianeta in rovina, votatosi al Sogno Americano. Nell’arco di tempo che va dalla Crisi del ’29 alla Seconda Guerra Mondiale il personaggio rispose alle esigenze di una società in tumulto, fatta di oppressi e oppressori, dove la speranza, tipica del Sogno Americano, era ciò che rimaneva per potersi alzare ogni giorno.

Superman divenne immediatamente un grande successo, aprendo la strada a quella che viene comunemente chiamata Golden Age del fumetto supereroistico. Tanti, troppi emuli apparvero in quegli anni, ma pochi sopravvissero. Tra questi, Batman.

Luci e ombre

Emblematica è la nascita del personaggio: Bruce Wayne, figlio di una ricca coppia della borghesia di Gotham City, rimane orfano dopo che i suoi genitori vengono uccisi in un vicolo. Da lì il giuramento, in giovanissima età, di combattere il crimine, opponendosi ad esso, in una crociata destinata ad essere senza fine. Un obiettivo utopistico, per un uomo senza alcun potere, se non la propria forza di volontà e la propria mente. Già in questo incipit notiamo le differenze con la mitologia di Superman: mentre l’Uomo d’Acciaio, simbolo di speranza, era nato grazie all’affetto di due coppie di genitori (quelli biologici, su Krypton, e quelli adottivi, in Kansas), il Cavaliere Oscuro nasceva ancorato all’odio e alla vendetta per la perdita della propria famiglia.

Batman diventa così espressione della violenza dell’epoca, dei bassifondi, del mondo dei gangster e della criminalità. Le stesse città abitate dai due eroi, Metropolis e Gotham City, non sono che due rappresentazioni delle metropoli dell’epoca, come New York: da un lato le luminose città moderne, dall’altro le pericolose periferie in mano a criminali come Al Capone.

Nonostante la violenza dominante, Batman viene affiancato da una “spalla”, un giovane eroe dal nome in codice di Robin, “pettirosso”, in grado di donare anche ai più giovani un personaggio in cui sentirsi rappresentati.

Sopravvivenza

La Seconda Guerra Mondiale segnò un periodo decisamente florido per il fumetto supereroistico, impegnato attivamente nel conflitto. Basti pensare al personaggio di Capitan America, introdotto proprio in quegli anni, pubblicato con una prima copertina in cui veniva preso a pugni proprio Adolf Hitler. I guai, per questi personaggi, arrivarono conclusa la guerra.

Una profonda crisi di vendite ebbe inizio, con il genere che sembrava ormai destinato all’oblio, espressione di un’epoca ormai finita. Ad accentuare la crisi arrivò la denuncia di un libro, dal titolo La Seduzione degli Innocenti, in cui vennero mosse profonde accuse al mondo dei comics, di ogni genere. Gli eroi non ne furono immuni, con Batman accusato di esaltare l’omosessualità attraverso il rapporto con Robin. A causa di ciò, venne varato il Comics Code Authority, un codice volto a regolare quanto venisse pubblicato all’interno dei fumetti. Iniziò così un periodo decisamente oscuro, in cui finirono per sopravvivere solo pochi personaggi: Superman, Wonder Woman e proprio il nostro Batman. Sono gli anni ’50, e la parabola sembra ormai pronta a chiudere il sipario su questi personaggi.

Saranno gli anni ’60 a portare di nuovo in auge il mondo dei supereroi, con la nascita della Silver Age, una nuova età di grande successo, grazie all’arrivo di personaggi come i Fantastici Quattro, l’Uomo Ragno e gli X-Men. Gli eroi sopravvissuti non poterono che giovarne, al punto che tra il 1966 e il 1968 Batman tornò in tv con la celebre serie televisiva, interpretato da Adam West.

Il Ritorno del Cavaliere Oscuro

La serie ebbe un notevole successo, diventando un vero e proprio cult. Eppure ebbe un aspetto decisamente negativo, a causa del tono della serie: molto comica, irriverente, poco adatta allo spirito originale del personaggio. Batman diventava, per il pubblico televisivo, un simpatico eroe, lontano da quel cupo punitore degli albori. Fino a Frank Miller.

Vent’anni dopo, nello storico Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, Frank Miller scrisse e illustrò una avventura che riportò il personaggio verso l’area più oscura della sua anima, spingendosi oltre ogni limite. In questa storia Miller mostrò un Bruce Wayne invecchiato, in un mondo violento, in cui il ritorno di Batman è più necessario che mai. Basti pensare allo scontro che avverrà, proprio su quelle pagine, tra Batman e Superman… Un momento eccezionale per il genere, complici altri lavori di Frank Miller (come Daredevil Born Again) e le opere di Alan Moore, tra cui Watchmen. Il personaggio aveva finalmente recuperato una forte dignità, ed era ben lontano dal lasciarla andare.

Il caso volle che proprio in quegli anni, grazie al successo del Superman di Christopher Reeve, il mondo del cinema fosse interessato a portare sul grande schermo proprio il Cavaliere di Gotham. Diretto da Tim Burton, interpretato da Michael Keaton, e contrastato dal Joker di Jack Nicholson, il momento di mostrare il personaggio al grande pubblico era più che propizio. L’Uomo Pipistrello era così tornato.

Planetario

Non solo fumetti: dagli anni ’90 il mondo di Batman si è espanso fino a raggiungere qualsiasi media. Serie animate, serie tv, videogiochi, film. Batman è oggi un simbolo planetario, in grado di attirare un pubblico a dir poco enorme.

Come si spiega un successo così forte? In fondo non ha poteri, come Superman o Spider-Man, e non è neanche un personaggio dotato di una carica così positiva come i sopracitati. Forse è proprio questo il segreto del suo fascino: nell’imperfezione, nella rappresentazione dell’animo umano. Osservare Batman è osservare in un certo senso le proprie incertezze, le proprie difficoltà, i propri difetti. Come in uno specchio, vediamo nel Cavaliere Oscuro qualcosa che ci appartiene.

Al tempo stesso, siamo affascinati dalla paura, dal timore che è in grado di incutere. Bruce Wayne è un miliardario, eppure decide di diventare un “mostro”, di essere incarnazione di un terrore primordiale, quanto affascinante e oscuro.

E, infine, perché è espressione di una ferrea volontà, forte quanto incrollabile, volontà che pochi sono in grado di portare avanti. Batman ha scelto la via di una lotta senza fine, dove ogni notte potrebbe essere l’ultima, per una battaglia che sa non potrà vincere.

Ed è una lotta che tutti vorremmo avere il coraggio di condurre.

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