Nel 2010, tramite un sondaggio internazionale, è stata eletta come migliore canzone della “tigre di Cremona”, un brano eterno divenuto nei decenni successivi un vero e proprio evergreen della nostra musica. “Se telefonando”, interpretata da Mina nel 1966, è uno dei brani italiani più conosciuti al mondo. La canzone ha come autori nomi eccellenti della televisione e della musica leggera italiana: Ghigo De Chiara e Maurizio Costanzo per il testo, Ennio Morricone per musica e arrangiamento.
“Lo stupore della notte
spalancata sul mar
ci sorprese che eravamo sconosciuti
io e te”
Ma facciamo un passo indietro e scopriamo insieme la nascita e il significato di uno dei brani più famosi della musica italiana.
“STUDIO UNO”, LA RIVINCITA DI MINA
Dall’inizio degli anni 60 sono state molteplici le polemiche innescate dai “media” che hanno investito Mina: prima la targa di cantante “urlatrice”, poi quel passaggio con le dita sulla bocca ritenuto uno “sberleffo” durante il ritornello de “Le mille bolle blu” a Sanremo ’61, fino al concepimento di Massimiliano, il suo primo figlio, avuto a seguito di una relazione amorosa con Corrado Pani, allora sposato con l’attrice Renata Monteduro. Il rapporto tra l’artista e i giornalisti, che la definirono una “peccatrice pubblica” ed un “pessimo esempio per le giovani generazioni”, erano ai minimi termini.
La rivincita di Mina passò attraverso “Studio Uno”, una trasmissione televisiva che diverrà poi prototipo dello spettacolo di intrattenimento “leggero” della TV in bianco e nero degli anni Sessanta. Antonello Falqui, regista della trasmissione, decise di affidarle la conduzione nel 1965: sin dalla prima puntata “Mina è una spigliata padrona di casa” che realizza “sketch” con personaggi dello spettacolo tra i quali Totò, Alberto Sordi, Nino Manfredi, Vittorio De Sica e dando poi vita a celebri duetti con Adriano Celentano, Giorgio Gaber ed altri artisti dell’epoca.
Nel 1966 Mina si appresta a condurre nuovamente “Studio Uno” e il destino le porta in dono l’incontro con Ghigo De Chiara, Maurizio Costanzo e il “Maestro” Ennio Morricone: gli stessi furono chiamati a costituire un nuovo repertorio per la cantante alla vigilia della sua seconda conduzione consecutiva.
MAURIZIO COSTANZO E QUEL DETTAGLIO “SINGOLARE”…
Tra i brani confezionati per Mina c’era “Se telefonando”, scritta proprio da De Chiara e Costanzo, che aveva un testo differente da quello che conosciamo. Le perplessità nel portare a “Studio Uno” questo brano nacquero sul verso “Poi nel buio la tua mano d’improvviso sulla mia”, che in una televisione ancora soggetta alla censura sarebbe potuto apparire ambiguo. Costanzo risolse il problema giocando al plurale, trasformandolo nel celebre “Poi nel buio le tue mani d’improvviso sulle mie”. La versione originale del pezzo apparve solo nella raccolta “Mina Gold 2” del 1999.
ENNIO MORRICONE E LE SIRENE DELLA POLIZIA DI MARSIGLIA
“Uso una parola che non userei per altre persone, ma Ennio era davvero un genio”, disse Costanzo. “Era il 1966. Ci spiegò che per la musica si era ispirato alle sirene della polizia di Marsiglia, città dove viveva in quegli anni. Rimanemmo senza parole quando ci fece ascoltare le prime note”. Dai dettagli apparentemente più banali nascono dei capolavori assoluti, come il famoso fischio de “Il buono, il brutto e il cattivo”, che il compositore romano realizzò per la colonna sonora dell’omonimo film di Sergio Leone, uscito nelle sale cinematografiche proprio nello stesso anno.
L’INTERPRETAZIONE DI MINA E IL SIGNIFICATO DEL BRANO
“Se telefonando” è un brano complesso per i tanti salti di tonalità e per l’estensione vocale richiesta che Mina rese celebre grazie alla sua tecnica sopraffina e alla potenza della sua voce. Il testo parla di una giovane coppia e di una passione tanto intensa quanto fragile, scoppiata “d’improvviso” e cresciuta “troppo in fretta” nel buio della notte, ma destinata a spegnersi nel giro di poche ore. Il ritornello con quel condizionale “Se telefonando io potessi dirti addio ti chiamerei…” è emblematico del senso di incompiutezza vissuto dai protagonisti di questo amore “appena nato” che in realtà “è già finito”.
Di sicuro possiamo affermare una cosa: l’immortalità di questa canzone nasce senza dubbio dall’insieme di talento, tecnica e genialità che ha portato alla sua genesi e alla sua interpretazione.
di Luca Nebbiai

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