Un tuffo nell’ormai lontano 1999 ci riporta alla memoria Scar Tissue dei Red Hot Chili Peppers. Il brano, contenuto nell’album “Californication“, rappresenta una rinascita per la band, che nel loro settimo lavoro discografico si aprono ad atmosfere nettamente più melodiche e armoniose, senza ovviamente mai lasciare indietro il loro spirito o allontanarsi troppo da quel funky rock che li ha consacrati al grande pubblico. I quattro californiani uscivano da un periodo delicato: John Frusciante, rientrato nella band dopo esserne uscito nel 1992, è reduce da un difficile processo di disintossicazione da eroina. L’episodio e il ritorno di Frusciante sembra dare nuova vita ai RHCP e va a costituire il leitmotiv della stessa Scar Tissue. Menzione particolare va al video girato per il pezzo, che vede il gruppo in viaggio su una vecchia Cadillac cabrio (guidata proprio dal chitarrista) e coperto di lividi e ferite, come a voler sottintendere il superamento di una precedente esperienza traumatica. L’ambientazione della clip lascia supporre un rapporto di continuità tra questo e il precedente cortometraggio girato per “Give it away“, in cui la band, quasi 10 anni prima, esegue nel bel mezzo di un deserto un brano dai toni molto più marcati ed aggressivi.
Scar Tissue riscuote un successo globale, restando al primo posto della classifica Billboard Alternative Songs per ben 16 settimane e ricevendo un Grammy Award come Best Rock Song nel 2000.
Di seguito è riportato il testo e la traduzione del brano:
Scar tissue that I wish you saw
Sarcastic mister know it all
Close your eyes and I’ll kiss you ‘cause
With the birds I’ll share
With the birds I’ll share
This lonely view
With the birds I’ll share
This lonely view
Push me up against the wall
Young Kentucky girl in a push-up bra
Fallin’ all over myself
To lick your heart and taste your health ‘cause
With the birds I’ll share
This lonely view..
Blood loss in a bathroom stall
Southern girl with a scarlet drawl
Wave good-bye to ma and pa ‘cause
With the birds I’ll share
With the birds I’ll share
This lonely view
With the birds I’ll share
This lonely view
Soft spoken with a broken jaw
Step outside but not to brawl
Autumn’s sweet we call it fall
I’ll make it to the moon if I have to crawl and
With the birds I’ll share
This lonely view..
Scar tissue that I wish you saw
Sarcastic mister know it all
Close your eyes and I’ll kiss you ‘cause
With the birds I’ll share
With the birds I’ll share
This lonely view
With the birds I’ll share
This lonely view..
Una cicatrice nella carne che avrei voluto tu vedessi
Un uomo sarcastico lo sa
Chiudi gli occhi e io ti darò un bacio perché
Con gli uccelli condividerò
Con gli uccelli condividerò
Questa vista solitaria
Con gli uccelli condividerò
Questa vista solitaria
Spingimi contro il muro
Giovane ragazza del Kentucky in reggiseno push-up
Farò del mio meglio per
Leccare il tuo cuore e assaporare la tua salute perché
Con gli uccelli condividerò
Questa vista solitaria
Perdita di sangue nel box della doccia
Ragazza del sud con una pronuncia scarlatta
Grida “addio” a mamma e papà perché
Con gli uccelli condividerò
Con gli uccelli condividerò
Questa vista solitaria
Con gli uccelli condividerò
Questa vista solitaria
Soffice parlata dalla mandibola rotta
Vieni fuori ma non per fare una rissa
L’autunno è dolce e noi lo chiamiamo caduta
Lo farò per la luna, se devo strisciare e
Con gli uccelli condividerò
Questa vista solitaria
Una cicatrice nella carne che avrei voluto tu vedessi
Un uomo sarcastico lo sa
Chiudi gli occhi e io ti darò un bacio perché
Con gli uccelli condividerò
Con gli uccelli condividerò
Questa vista solitaria
Con gli uccelli condividerò
Questa vista solitaria…
N.B. Si consiglia di leggere quanto segue durante l’ascolto del brano in questione.
Strofa
Quanto picchia il sole ad Agosto… Quei capelli che con cura avevo sistemato forse neanche mezz’ora prima ora erano alla deriva, scompigliati, liberi nel vento… Come me.
Un turbine di domande affollano la mia testa, ma una capeggia su tutte: è la strada giusta? Forse non lo saprò mai… Ma per il momento sono deciso a vedere dove porta.
Passo una mano tra i capelli, forse per scrollare via qualche pensiero o come a voler far entrare più a fondo quel vento dal forte odore di terra del deserto.
Nella vecchia Cadillac che avevo rimediato per quel viaggio di fortuna il vento era la cosa che più si avvicinasse ad un ariatore. Era sgangherata, polverosa ma restava comunque un auto di classe… E tutto sommato aveva anche uno stereo, che era tutto ciò di cui avevo bisogno.
Apro con la mano destra la borsa con i miei cd e dopo aver rovistato un po’ tiro fuori, senza guardare quasi come a voler sfidare la sorte, un cd malconcio senza titolo o etichetta… Ma si…
Lo inserisco nel vecchio lettore coperto di graffi e aspetto qualche secondo.
Solo
Ed è come ritrovare una vecchia amica… Un sorriso mi si allarga sul viso: era il pezzo giusto al momento giusto… Perché si sa, la musica arriva in soccorso quando più serve.
Un tintinnio di chitarra risveglia emozioni, facce, posti… Il pezzo si apre, comincia un viaggio tra parole stanche ma serene, parole di chi forse ha perso ciò che in fondo non gli è mai appartenuto davvero… Mi lascio portare lontano da una voce che scandisce, respiro dopo respiro, storie dimenticate, arenate nella sabbia del deserto, preghiere colate dalle ferite di un cuore malandato… E li di fianco una batteria scarna, gentile ma decisa, inesorabile come la terra, si lascia quasi cadere tra le braccia di una linea di basso liquida, profonda, vibrante che lambisce e rincuora sottovoce.
Così sorretta la voce entra nel ritornello con tono sognante, etereo, librandosi tra i cori che la stringono e la riscaldano…
Le parole si tingono del rosso del tramonto, si rincorrono dolcemente, quasi cadendo l’una sull’altra per poi distendersi, sciolte, e scivolare via nel vento…
Mi guardo intorno, i contorni di ciò che mi circonda si chiariscono, diventano nitidi, precisi… Mi sembra di riaprire gli occhi dopo un lungo sonno…
Un basso melodioso afferra gli ultimi sussurri della voce morente e li porge alla chitarra che ne fa poesia morbida, penetrante; sei corde lacrimano supplicanti e nostalgiche nella mente di chi ascolta, per poi crescere e sbocciare in una nuova strofa…
Tutto ricomincia, rinasce e si smorza con la stessa chitarra, che congeda chi ascolta con una dolce sospiro…
Eccomi, sono arrivato a destinazione.
A cura di Luigi Izzo
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