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Skunk Anansie al Rugby Sound Festival – Live Report

by InsideMusic
Skunk Anansie

Un concerto in gran parte tiratissimo e basato sulla grinta di una cantante che, nonostante sia prossima ai 52 anni, si muove ancora come
una ragazzina. Si potrebbe liquidare con queste poche parole il concerto che gli Skunk Anansie hanno tenuto domenica al Rugby Sound di Legnano, ma ovviamente, sull’esibizione che ha concluso la rassegna legnanese e che ha ospitato anche Subsonica, Max Gazzè e Omar Pedrini, c’è molto di più da dire, tanto che sarebbe un peccato liquidarla con così poche parole. La serata era partita con l’entrata in scena degli Allusinlove, formazione britannica dedita ad un hard -rock abbastanza classico, i quali si sono guadagnati la pagnotta ma senza brillare particolarmente. subito dopo, poco prima delle 22, sul palco, tra le ovazioni del pubblico, sono arrivati gli Skunk Anansie, con Skin alla voce, Ace alla chitarra, Cass Lewis al basso e Mark Richardson alla batteria. Per quanto gli ultimi tre siano stati come sempre impeccabili nell’esecuzione, la trascinatrice si è confermata proprio un animale da palcoscenico. Skin si è mossa come un’ossessa da una parte all’altra del palco, tirando fuori tutto quello che poteva dalla sua voce. Ha dialogato con il pubblico, cimentandosi anche in italiano, e quando ha potuto si è messa a suonare anche la chitarra, le percussioni e persino un theremin, manovrato con le mani ma anche con la punta della lingua. Oltre a salutare la città ospitante e la vicina milano, ha lanciato un pensiero anche all’attualità ricordando che “in italia le cose non vanno tanto bene in questo periodo”. il riferimento era alla tragedia dei migranti e alla discussa posizione del governo su queste teamtiche. nel finale si è immersa anche tra il pubblico persino punzecchiando chi, invece di ascoltarla, ha perso tempo a filmare con lo smartphone. Le canzoni? Sono state tante tra vecchie e nuove, per un paio ore di spettacolo che doveva racchiudere 25 anni anni di onorata carriera, anche se, si sa, che i lavori migliori sono sempre i primi dischi come “Paranoid & sunburst” o “Stoosh”. Nel live legnanese si sono susseguite canzoni come “Charlie big potato”, “Because of you”, “You’ll follow me down”, una riuscitissima “Weak” o “Intellectualise my blackness”. Come dicevamo, l’intero concerto è stato tutto molto tirato in linea con quello che si aspetta da una band come gli Skunk Anansie e, paradossalmente, a smorzare un po’ i toni, spezzando la potenza sonora dell’intero show, ci ha pensato proprio la “ballad” più famosa, ovvero “Hedonism”. Davanti ad alcune migliaia di persone skin e soci non hanno deluso.

 

Stefano Vietta

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