Home Interviste Il pop dei Fuoricentro a servizio dell’ambiente in “Non è tutto finito”

Il pop dei Fuoricentro a servizio dell’ambiente in “Non è tutto finito”

by Alessia Andreon
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“Non è tutto finito” è il nuovo singolo della band milanese Fuoricentro, incentrato sul tema estremamente attuale del cambiamento climatico e sull’impatto negativo che esso ha sull’ambiente.

Il brano vanta uno speciale featuring, quello con la mitica fatina della Tv, l’annunciatrice e conduttrice Maria Giovanna Elmi.

I Fuoricentro hanno scelto di utilizzare la loro musica come uno strumento per veicolare dei messaggi importanti a livello sociale.

“Non è tutto finito” è, in quest’ottica, un grido di speranza, per risvegliare una consapevolezza globale che ci permetta di evitare di commettere altri errori, le cui conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: catastrofi naturali, incendi, animali in via d’estinzione o che cambiano le loro abitudini a causa dello stravolgimento dei loro habitat.

Ciao ragazzi, è un piacere ospitarvi su Inside Music per parlare del vostro nuovo singolo!

“Non è tutto finito” è un brano che parla del cambiamento climatico, una tematica attualissima e che coinvolge molto i giovani.
Come è nato questo singolo?

È nato casualmente ed a casa di un mio amico storico musicista, Paolo Sala. Si parlava dei cambiamenti climatici e per caso dopo cena con chitarra in mano è nato il brano. 

Il brano vanta anche uno speciale featuring con la mitica annunciatrice e conduttrice Maria Giovanna Elmi; come si è inserita nel tessuto della canzone?

La voce di Maria Giovanna è presente in chiusura ed a fine brano. Lancia un messaggio di speranza nei confronti del pianeta.

Speranza e impegno che oggi servono tanto. 

Parlare di cambiamento climatico e dei danni che da esso derivano vi ha portato anche a pensare di fare qualcosa in concreto tramite la musica, come concerti a impatto zero o in location particolari?

Si, anche se al momento è solo tutto su carta.

Vedremo nei prossimi mesi che sorprese ci saranno. 

Spesso la vostra musica parla di argomenti importanti a livello sociale, come l’omofobia in “Pia Contessa”, la violenza sulle donne e sulle diversità in “Piedi gonfi”, l’assenza di pari opportunità in “Con un mazzo di Rose”, la sperimentazione animale nel brano “Oggetto Numero 7”, l’emigrazione in “Valigie di Cartone”.
Come mai avete deciso di dare questo taglio ai vostri brani e che riscontro avete avuto nel pubblico?

Sicuramente è un taglio non deciso a tavolino ma che nasce dall’attenzione e da una certa sensibilità che in particolar modo Maurizio Camuti ha nei confronti di certi argomenti. Argomenti sentiti e per questo toccati. 

Sullo sfondo della vostra musica c’è sempre Milano: come vivete e sentite la città in relazione a queste tematiche e dal punto di vista musicale, dato che ormai siete sulla scena già da una ventina d’anni?

Milano è una città attenta e aperta e dove certe tematiche vengono dibattute continuamente.

Secondo noi è una città sempre in fermento e che cerca in maniera continua un equilibrio e massimo rispetto e accettazione tra tutto ciò che è diverso.

Non tollera di certo la violenza e la condizione femminile, lavorativamente parlando, è di sicuro ben differente che in altre realtà, grazie anche alle tante opportunità lavorative che tutt’ora offre.

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