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Nicolò Piccinni e le due facce di mareAmare: intervista

by Marianna Grechi
Nicolò Piccinni

Da venerdì 29 novembre è disponibile su store e piattaforme di streaming mareAmare, il nuovo concept album del cantautore e attore torinese Nicolò Piccinni.

L’album è un viaggio interiore che racconta la perdita e la riscoperta di sé nelle dimensioni virtuali, da internet all’amore, dal sogno alla follia. Dodici canzoni scritte dal cantautore Piccinni, prodotte e arrangiate insieme alla band Gli Internauti, divise in due lati, come in uno specchio: superficie e profondità.

Dodici brani che si espandono tra le coordinate del cantautorato e della sperimentazione con i featuring di artiste e artisti come Bunna degli Africa Unite, Fausia, Rossana De Pace, Giulia Impache, Vea, Protto e Andrea Boris Borasco.

MareAmare, titolo dell’album, fonde le parole mare e amare. Il mare custodisce misteri e non è solo un luogo di vacanza ma uno spazio che separa e accomuna culture e popoli, pericoloso e fondamentale allo stesso tempo per la vita umana.

Conosciamo Nicolò e parliamo dei due lati mareAmare.

Ciao Nicolò! Come stai? Come sta andando mareAmare?

Ciao! Io sto bene e anche mareAmare mi sembra se la passi bene! Dopo sette anni di lavorazione ora è finalmente uscito e ha iniziato a girare!

Tu stesso hai definito mareAmare un’opera molto stratificata e difficile da semplificare, dato che è composta da 12 canzoni, associate a 12 racconti scritti da te e 12 illustrazioni, come viene accolto un progetto del genere nel mondo attuale in cui si tende a semplificare sempre di più e in cui la soglia dell’attenzione si sta riducendo al minimo storico?

L’album, il libro, i video, tutto il progetto “mareAmare” parla esattamente di questo. Parla della ricerca di equilibrio tra la superficie che ci alleggerisce la vita e la profondità dei sentimenti che ci fa andare giù. Nel bene e nel male abbiamo bisogno di entrambe e anche se in questo periodo storico sembra dominare una superficialità infinita, penso che qualcuno e qualcuna continui ad avere necessità di approfondire e non semplificare sempre ad ogni costo. Per me è così, almeno, e non penso di essere il solo. 

A questo proposito sottacqua parla un po’ di questa desensibilizzazione che ci causa il digitale, dove troviamo la forza di restare umani e ricordarci che la vita vera è quella offline?

Sottacqua è un po’ il manifesto di questo concetto sì. Ed è anche il momento della presa di coscienza di questa perdita di sensibilità. Allo stesso tempo Sottacqua è un invito a mantenere un rapporto virtuoso col digitale, dosando il livello di perdizione, senza dimenticare la vita al di fuori di quel mare. 

Superficie e profondità sono estremi opposti o parti complementari che non potrebbero mai stare l’una senza l’altra?

Di solito desideriamo l’una quando siamo immersi nell’altra. Se restiamo troppo in superficie si annienta la potenzialità dell’emozione, ci sale il bisogno di andare più giù, di capire le cose. E viceversa se stiamo troppo giù, nelle emozioni, nei pensieri, a un certo punto dobbiamo tornare in superficie per prendere una boccata d’aria. È un meccanismo umano che non possiamo spegnere. Poi credo che ogni individuo tenda più all’una o all’altra dimensione, ma in quanto esseri umani viviamo e sentiamo la mancanza di entrambe.

Ci sono diverse collaborazioni nel progetto, come ti sei trovato con Bunna?

Benissimo, è stato un onore collaborare con lui. Ha appoggiato immediatamente il progetto: la sua voce, fatta di terra e suono, è come una di quelle valige vissute di un viaggiatore instancabile. Ha portato una profondità unica.

Quale brano del lato B senti di aver più sofferto?

Malladrone senza dubbio. E la sofferenza si rinnova ogni volta che la canto dal vivo.

Ci sono intenzioni di portare mareAmare live? E se sì, che spettacolo dobbiamo aspettarci?

Assolutamente sì. Per la prima volta ho creato uno spettacolo che mescola teatro e musica, in una messa in scena evocativa, onirica, tra suono e gesto. La proporremo live nel corso del 2025. Per il momento è una versione in formazione completa, siamo in sei sul palco. Ma conto di creare più avanti una versione in duo.

A prescindere da questo album che progetti futuri hai come artista?

Non ne ho la più pallida idea al momento! Sicuramente cercherò di assecondare le mie inclinazioni come ho sempre fatto, cioè con i mezzi che ho, con quello che ho a disposizione. Sono molto fortunato, sono riuscito a fare cose diverse negli anni: un film, tre album, un libro, spettacoli teatrali, concerti. In realtà è quasi sempre una sorpresa anche per me: chissà quale sarà il prossimo passo!

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