Il 2019 è un anno di fondamentale importanza per i Marlene Kuntz che festeggiano i primi trent’anni di carriera del loro rock alternativo e due del celebre album Ho ucciso paranoia. Un disco estetico, realizzato a fine millennio ma ancora attuale per testi e musicalità.
Era il 1999 quando le chitarre dei Marlene Kuntz decidono di riabbracciare il cantautorato con Ho ucciso paranoia, il loro terzo lavoro discografico, segnando definitivamente la musica underground del nostro Paese in maniera diversa, originale e tutt’altro che banale. Registrato quasi interamente in presa diretta, il disco è il più immediato tra i primi tre album del gruppo. Una fatica apprezzata dal pubblico che lo spinge fino al sesto posto delle classifiche di vendita – anche se, a mio avviso, ha una marcia indietro rispetto alla prontezza e all’esaltazione stilistica messa in piedi dal quartetto piemontese nell’album Il Vile. Meno monolitico rispetto ai primi due capitoli della storia, rappresenta un viaggio fra le diverse sfumature del suono della band, fra wave, rumore e psichedelia. I testi ricercati di Cristiano Godano – chitarra e voce – sono identificativi ed esplicativi senza cadere nel banale e nei luoghi comuni.
Le 11 tracce di Ho ucciso paranoia – senza contare la Spora n.5 e n.27 – sono coscienziose, agonizzanti, sofferte, ricche di pathos, appassionate, a tratti anche ironiche. Sono figlie di chi le ha dato un’anima, sono caratterizzate essenzialmente da un evidente compromesso tra lo spirito più melodico del gruppo piemontese e quello più inquieto e irruento. Tale dissimilitudine si materializza fin dalle prime note. Passiamo da brani più convenzionali e meno esuberanti come Una canzone arresa e L’abitudine a quelli più alienanti e paranoici come L’odio migliore e In Delirio, passando a l’oniricità di Infinità o la liricità e la poetica di Ineluttabile.
Ho ucciso paranoia segna un punto di partenza e ritorno per i Marlene Kuntz. E’ un album personale e riconoscibile, tendenzialmente mainstream rispetto ai due lavori precedenti. Un disco centrato e consapevole, stilisticamente rinnovato, che sa dove vuole andare e dove spingersi, che si posiziona perfettamente nelle grazie del pubblico senza darci l’impressione di essere dozzinale o ordinario.
Buon compleanno ragazzi!
Marlene Kuntz, Ho ucciso paranoia – tracklist
- L’odio migliore – 3:50
- L’abitudine – 4:13
- Le Putte – 3:50
- Infinità – 5:34
- Una canzone arresa – 4:31
- Questo e altro – 4:11
- Ineluttabile – 4:09
- Lamento dello sbronzo – 4:05
- Il naufragio – 3:05
- Spora n.5 – 0:49
- In delirio – 4:29
- Spora n.27 – 0:31
- Un sollievo – 3:54
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