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Malamore: intervista e nuovo singolo “Venere e Giove” con Maestro Pellegrini

by Giusy Alfano
Malamore

L’autunno porta con sé l’energia cosmica di Venere e Giove, il nuovo singolo dei Malamore in collaborazione con Maestro Pellegrini degli Zen Circus, uscito il 18 ottobre per DIGA Records. Un pezzo che fonde liriche intime e arrangiamenti ricchi di sfumature, tipici dello stile della band.

In questa intervista, i Malamore ci raccontano le ispirazioni dietro il brano, i temi che attraversano la loro musica e il valore di questa collaborazione speciale.

Intervista ai Malamore

Ciao ragazzi, e bentornati su Inside Music!

Con Venere e Giove, uscito il 18 ottobre, avete dato vita a un pezzo che parte con una delicatissima intimità, per poi evolvere in un finale intenso e travolgente. Cosa ha ispirato questa progressione sonora e quali sensazioni desideravate evocare negli ascoltatori attraverso questo crescendo?

Il brano è nato da una struttura di pianoforte e voce e quando è stato portato in studio ci è venuto in maniera molto spontanea e naturale aggiungere man mano tutti gli strumenti come a voler descrivere un forte abbraccio di più persone intorno a qualcosa, in questo caso la canzone.

Il coinvolgimento del Maestro Pellegrini ha indubbiamente portato una dimensione strumentale e stilistica tipica del suo background, a Venere e Giove. Come è nata l’idea di collaborare con lui e quali aspetti della sua musicalità avete trovato più affini al vostro? Inoltre, ci sono stati momenti particolari in studio che vi hanno colpito, durante il processo di creazione insieme?

Abbiamo conosciuto Francesco circa un anno fa, perché è stato ospite in un piccolo festival che Matteo (batterista) organizza nel suo giardino di casa. Da li è nata un’amicizia che ci ha portato a collaborare su questo brano. In generale quando decidiamo di collaborare con artisti per il nostro progetto (che siano videomaker, fotografi, musicisti etc.) lo facciamo, perché in qualche modo restiamo colpiti in prima parte dal lato umano della persona e poi quello artistico. Ovviamente le due cose devono sempre viaggiare in parallelo. Così è stato con Francesco, infatti durante le produzioni del brano è stato sin da subito molto semplice trovare l’alchimia giusta.

Il brano esplora il tema della vulnerabilità e il desiderio di ritrovare ciò che è andato perduto. Ritenete che la musica possa non solo mettere l’ascoltatore di fronte alle proprie emozioni, ma anche svolgere un ruolo attivo nel favorire reazioni e trasformazioni personali?

Molto spesso quando si scrive qualcosa, come un testo, una canzone, un libro, lo si fa perché dentro di noi sentiamo il bisogno di comunicare qualcosa. In prima linea a noi stessi, perché magari sono emozioni che non riusciamo ad esprimere in altre maniere e poi, come nel nostro caso, si spera che tutto questo lasci una buona sensazione all’ascoltatore. Poi dipende da chi lo percepisce e in che modo, il messaggio può lasciare una traccia debole o così forte da, perché no, condizionare il pensiero di una persona. Sperando sempre in positivo ovviamente.

Il titolo Venere e Giove è, inoltre, evocativo di un affascinante contrasto e, allo stesso tempo, complementarità tra l’amore e la bellezza di Venere e la grandezza e il potere di Giove. Ci spiegate in che modo questa dualità si riflette nel vostro brano?

È un’immagine molto forte e bellissima questa. Nel nostro caso Venere e Giove ci sono arrivati in un pomeriggio della scorsa primavera. Ora non vogliamo essere “mistici” però il tutto era descritto in questo stupendo tramonto, dove la Luna era già stampata in cielo e alle due estremità apparivano due diamanti luminosi. Ne siamo rimasti molto colpiti e successivamente abbiamo scoperto che si trattava del Bacio Tra Venere e Giove (un fenomeno astronomico). In quel periodo stavamo lavorando al brano che ancora non aveva un titolo e l’ispirazione è avvenuta proprio da questo momento.

I vostri testi, come nei lavori passati, sono frequentemente autobiografici. Questo vale anche per il nuovo brano? Se sì, c’è un protagonista che emerge da questa continuità o che si riflette nel brano?

Non sempre i nostri testi sono autobiografici e non sempre ci piace specificare se lo siano o meno. In questo caso, di sicuro sono sensazioni dirette quelle che si sono provate e raccontate, ma ci piace pensare che ci sia un protagonista diverso ogni volta che una nuova persona l’ascolti. Fatela vostra.

Giunti a questo punto, la domanda è di rito e non sarò io a interrompere la tradizione: quali sono i vostri prossimi progetti? C’è un album in arrivo? Ci svelate qualcosa?

Si, siamo in studio da quest’estate per preparare il nuovo album.


Ci dite qualcosa in più sul videoclip appena uscito di Venere e Giove?

Come abbiamo detto in qualche domanda precedente, il brano è stato arrangiato in maniera molto spontanea e intuitiva. Quindi abbiamo voluto realizzare questa live session come fosse la nostra sala prove per riportare quella naturalezza e quell’emozione ancora più intima nell’esecuzione che magari in qualche modo può non essere percepita in un lavoro ottimizzato in studio.

Quando e dove potremo vedervi live?

Ve lo diremo presto!


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