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Intervista a Federico Mecozzi, violino per Ludovico Einaudi e molto, molto altro

by Leslie Fadlon
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“Winter wail” è il nuovo brano e video del violinista, compositore e polistrumentista Federico Mecozzi, da 13 anni al fianco di Ludovico Einaudi, estratto da “Inwards” (Warner Music Italy), album pubblicato lo scorso autunno e seguito da un tour nei teatri di Salsomaggiore, Milano, Rimini e Bologna.

Federico Mecozzi, nato a Rimini nel 1992, è violinista, compositore e polistrumentista. All’età di 6 anni inizia a suonare la chitarra e a scrivere le prime canzoni. A 12 intraprende il percorso accademico presso l’Istituto Musicale “G. Lettimi” di Rimini, dove studia violino. In seguito si forma anche come direttore d’orchestra e arrangiatore. Dal 2009 affianca stabilmente il celebre compositore e pianista Ludovico Einaudi, che accompagna tuttora dal vivo in lunghe tournée nei più prestigiosi teatri e arene del mondo (Royal Albert Hall, Sydney Opera House, Carnegie Hall, Philharmonie Berlin per citarne alcuni), oltre che nella realizzazione dei dischi come musicista e assistente musicale. In studio di registrazione ha lavorato anche con e per Pacifico, Angelo Branduardi, Enrico Nigiotti, Blonde Redhead, Remo Anzovino, Filippo Graziani, Andrea Mingardi, I Ministri.  È stato inoltre il più giovane direttore d’orchestra del Festival di Sanremo nelle edizioni 2019 (per Enrico Nigiotti) e 2021 (per Dellai) e uno dei più giovani di tutti i tempi.  Nel gennaio 2019 è uscito ‘Awakening’ (Warner Music Italy), album del suo debutto solista, con il quale Mecozzi ha intrapreso un tour italiano ed europeo che è stato poi interrotto dalla pandemia. L’artista torna dal vivo nell’autunno 2022 per presentare il suo secondo album “Inwards”(Warner Music Italy) disponibile in digitale e in formato fisico dal 7 ottobre 2022. Insieme alle sue date e al lavoro sull’album, nel 2022 prosegue il tour mondiale con Ludovico Einaudi e Federico porta avanti i suoi progetti paralleli come l’omaggio dal vivo a Franco Battiato che lo ha visto sul palco con Morgan al Palazzo dei Congressi di Riccione. Il 27 gennaio 2023 è uscito “Winter Wail” nuovo brano e video estratto dall’ultimo album “Inwards”.

Ne abbiamo parlato in quest’intervista, buona lettura!

L’intervista a Federico Mecozzi

Ciao Federico, raccontaci il nuovo brano “Winter wail” estratto dall’album “Inwards”

“Winter wail” è il brano dell’album “Inwards” che ritengo più intenso e malinconico.
È nato, come la maggior parte della musica dell’album, durante il lungo periodo di lockdown ed esprime in effetti una lieve sensazione di tristezza e impotenza, un’esigenza di gridare e liberarsi ma in modo dolce e poetico, come poetica e suggestiva è in realtà la malinconia stessa. Penso che uno strumento come il violino, per le sue frequenze acute che sanno essere morbide ma anche taglienti al contempo, si presti particolarmente bene ad esprimere una sorta di urlo, di “lamento d’inverno” appunto.

Come è andato il tour ?

“Inwards Tour” è stato ovviamente molto emozionante, come tutte le volte in cui si presenta al pubblico il frutto di un nuovo lavoro. È sempre un po’ come mostrare un figlio ed è meraviglioso constatare come, anche involontariamente, la musica che ho “cristallizzato” in un disco, prenda dal vivo forme ed energie sempre diverse e diventi costantemente viva e pulsante. I concerti (a Salsomaggiore, Milano, Rimini, Bologna) sono stati un indimenticabile scambio emotivo con tutte le persone presenti ed è davvero soddisfacente vivere una risposta calorosa come quella che ho ricevuto.

Sono 13 anni che lavori al fianco di Ludovico Einaudi; quanto hai imparato dal maestro?

Quella con Ludovico è indubbiamente l’esperienza più formativa che ho vissuto, anche e soprattutto per la sua lunghezza e continuità fino ad oggi. Da oltre tredici anni lavorare con lui mi offre la possibilità impagabile di viaggiare in tutto il mondo, salire su palchi in teatri e arene di grande prestigio, imparare costantemente tante piccole cose preziose della musica partendo dal suo modo di concepirla che è sempre molto aggregativo e di condivisione. Un aspetto del suo modo di lavorare che ho assorbito tanto è quello della cura, quasi maniacale, dei piccolissimi dettagli: anche in una struttura musicale apparentemente molto semplice è importante dare spessore e perfezionare ogni singola nota, ogni minuscolo suono. Si è sviluppato un rapporto umano speciale, con lui e con tutto il gruppo col quale viaggiamo per quasi metà dei giorni dell’anno, vivendo quasi come una famiglia nomade.

Quanto sei cambiato rispetto al precedente disco “Awakening”?

Credo che inevitabilmente tutti cambiamo nel tempo, e che per un musicista ogni evoluzione della propria personalità ed emotività si ripercuota nel modo di suonare, scrivere musica e anche di percepirla. Nel passaggio da “Awakening” a “Inwards” vedo una ripresa dello stesso linguaggio musicale, il mio, fatto di contaminazioni, ma con una specie di inversione di marcia: il primo album era un tendere verso la luce, un risveglio di sensazioni, una descrizione di esperienze, viaggi e contatti con il mondo esterno. “Inwards” è invece dettato dalla situazione che tutti abbiamo vissuto (durante la pandemia) di clausura ed impossibilità di avere contatti con la realtà esterna; una ricerca interiore, quindi, un viaggio introspettivo che necessariamente si traduce in sonorità a volte meno luminose, più misteriose, a tratti ancora più impetuose o in altri momenti più meditative.

Come è stato girare il video di “Winter wail” e quali idee vi si legano?

È stato inevitabilmente freddo! Scherzi a parte (ma lo è stato davvero!), mi sono trovato in una dimensione molto suggestiva in cui suonare quel brano è stato una forte esperienza. Penso che attraverso le immagini sia possibile accentuare l’espressività di un brano: l’idea del regista, Ivan Tiraferri, è stata di associare questo stato di malinconia invernale ad un paesaggio innevato quasi surreale, fiabesco, creando una sensazione di mistero attraverso gli origami rossi che formano una sorta di pista da seguire, per liberarsi.

Cosa ti ispira maggiormente nella composizione?

In genere è il suono stesso. Spesso mi trovo infatti ad improvvisare al violino o al pianoforte solo per il gusto di “cercare”, senza inseguire un’ispirazione particolare ma seguendo semplicemente il flusso della musica stessa. In questo modo nasce la maggior parte dei miei brani: si può dire che prima viene la musica, senza un’idea o un concetto concreto a cui associarla. In un secondo momento cerco di capire quale sensazione, ricordo, vissuto o immaginazione possano aver condotto alla nascita di quella specifica idea. Detto ciò, il momento sicuramente più propizio per la creatività è nel mio caso sicuramente quello notturno, quando il mondo esterno è più assopito e in qualche modo si riesce a guardare meglio dentro di sé (inwards, appunto).

Il palco più bello calcato finora?

Non è facile sceglierne uno, avendo la fortuna di calcarne tanti e anche tra i più prestigiosi al mondo. La Royal Albert Hall, ad esempio, è un palco che ogni volta trasmette emozioni fortissime. A volte, però, anche piccoli spazi meno “autorevoli” e molto più intimi come un club o un piccolo teatro sperduto possono rivelarsi ancora più significativi, proprio per il contatto stretto che si riesce a creare con il pubblico. Con Ludovico Einaudi abbiamo percorso per due estati consecutive l’Italia suonando in luoghi esclusivamente naturali oppure archeologici, dall’alta montagna alle spiagge incontaminate, dai boschi ai resti greco-romani, e devo dire che anche quelli sono stati palchi difficili da dimenticare, per la loro unicità.

Mecozzi PhEnricoDeLuigi DSF7462
Mecozzi PhEnricoDeLuigi DSF7462

E quello dei tuoi sogni?

Il palco dei miei sogni non è un luogo specifico, è piuttosto una fusione di tutte le mie esperienze: mi piacerebbe un giorno riunire sullo stesso palco tutte le dimensioni che ho attraversato, tutte le collaborazioni che mi hanno formato, dalle orchestre alle band di vario tipo, compositori e cantautori, musicisti classici e artisti folk, tutti come in un grande unisono. Difficile, direi utopico, ma è una bellissima immagine che mi piace sognare.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro, Federico?

Continuo a scrivere musica ogni volta che nasce uno spunto, musica che presto comincerò ad organizzare in un futuro terzo album. Più nell’immediato, siamo a breve in ripartenza con il tour “Underwater” di Einaudi e nel frattempo stiamo programmando nuove date per portare in giro il mio “Inwards”; non vedo l’ora.

Come possiamo seguirti?

Ovviamente sui canali social: @federicomecozzi_official su Instagram, Federico Mecozzi la pagina Facebook ufficiale. Ci sono anche il sito ufficiale www.federicomecozzi.com e il mio canale YouTube FedericoMecozzi. Potete ascoltare tutta la mia musica sulle varie piattaforme di streaming. Grazie!

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