Rieccoci al giorno della settimana che splende di luce propria, il gioved-INDIE, quel limbo fra gli strascichi di una settimana impegnativa e l’inizio della luce in fondo al tunnel con l’avvicinarsi del weekend. Ospite di questa settimana è Guido Catalano, che un musicista non è, o forse non lo era prima di questa strana combo con Dente e uno spettacolo cucito addosso alla loro arte da un magistrale Lodo Guenzi, il “Contemporaneamente Insieme Tour”, che ha riscontrato sold out in molte delle sue tappe. Guido è autore di “Ti amo ma posso spiegarti” (Rizzoli), libro in cui col piglio cinico ed ironico il torinese spiega le sfaccettature dell’amore. Un inserimento nel mondo musicale che evidentemente sarà molto piaciuto a Catalano, essendo stato ospite fisso – nei panni di se stesso – nel programma di Brunori Sas e pronto a replicare lo stesso spettacolo con Dente nella versione estiva. Parliamo con lui di indie, di musica, cantautorato e anche poesia.
Ciao Guido, benvenuto in Gioved- INDIE, la rubrica di Inside Music che prova a fare luce sul nuovo panorama musicale nazionale, dall’interno. Una domanda accomuna tutti gli ospiti: cos’è l’INDIE e cosa riesce ancora a mantenersi indipendente in questo periodo storico (anche non necessariamente in musica)
Non ho mai molto amato le categorie e non mi è chiarissimo cosa si intenda oggi per “Indie” parlando della musica italiana. Probabilmente queste classificazioni sono utili più per i giornalisti che per il pubblico. D’altra parte io sono partito come poeta indipendente, nel senso che pubblicavo per cosiddette case editrici indipendenti mentre oggi che pubblico per Rizzoli, non lo sono più. O lo sono ancora? Non mi è chiaro ma forse non è così importante.
Si è concluso il primo ciclo del tuo spettacolo con Dente “Contemporaneamente insieme” – che sta per ricominciare – in cui Giuseppe si cimentava nella recitazione, tu nella musica, gag interattive con il pubblico, iniziato con un sold out al Teatro Magda Oliviero di Saluzzo (CN) e continuato con molti altri sold out. Che sensazioni ci puoi descrivere in merito a questa prima tranche?
Sono estremamente soddisfatto di ciò che è successo in questi mesi. Direi che lo spettacolo è andato oltre le mie più ottimistiche aspettative. Il feeling artistico e umano con Dente è stato perfetto, il che non era così scontato e il pubblico ha risposto benissimo, sia come numeri sia come reazione alle serate che abbiamo portato in tutta Italia.
Guido ti conosciamo per il tuo piglio ironico e pungente con cui parli d’amore, riuscendo a tracciare scenari di vita quotidiana con metafore in cui ognuno di noi riesce a rispecchiarsi; Dente traccia dell’amore un profilo altrettanto ironico ma brillante, anche se nei suoi live, molto intimistici, spesso sembra serioso. Nel “Contemporaneamente insieme” abbiamo ritrovato un Dente comico e un Guido più intellettuale. Le doppie anime coesistevano già o sono venute fuori stando a contatto l’un l’altro?
Lavorare con Dente ha sicuramente smosso delle cose nuove. Non so quante anime mi alberghino dentro ma sicuramente in questo spettacolo mi son trovato a fare cose che prima evitavo, come ad esempio imparare a memoria dei pezzi, suonare l’armonica, improvvisare parecchio. Insomma credo di avere imparato qualcosa e ne son contento.
Questo spettacolo ha visto la regia di Lodo Guenzi, attore teatrale che in questo caso ha vestito i panni di regista e sceneggiatore, nonché frontman de Lo Stato Sociale, mentre era impegnato anche nell’essere ad un passo dalla vittoria del Festival di Sanremo. Quanto è stato fondamentale il suo impegno come direttore artistico all’ottima riuscita del tour? Hai tifato per lui durante il Festival?
Ho tifato a man bassa per Lodo e per la sua banda e son felice del successo che Lo Stato Sociale ha avuto al festival e sta continuando ad avere. L’apporto del Guenzi allo spettacolo è stato fondamentale. Avevamo bisogno di un occhio esterno che ci aiutasse a mettere in ordine i pezzi di cui si compone lo show e Lodo è stato molto bravo in questo, oltre ad avere l’idea assai ingegnosa di registrarci di nascosto mentre chiacchieravamo: le registrazioni in questione sono diventate parte integrante dello spettacolo.
Sempre a proposito di Lodo, del suo estro e della sua – simpatica – pazzia, avete dichiarato che gli audio in cui l’uno parla dell’altro, diffusi durante lo spettacolo, sono stati registrati da lui di nascosto per tirare fuori anche un’anima umana oltre che professionale allo spettacolo. Questo gesto audace vi ha premiati?
Come dicevo, il gesto audace è stato un bel colpo di genio. Utilissimo per creare una cornice allo spettacolo e secondo me anche per conoscerci meglio.
Una delle parti più divertenti dello spettacolo è stato un dialogo fra voi in cui Guido si fa beffa dei musicisti e Dente dei poeti. In un panorama in cui “cantautorato” fa spesso rima con “impegnato”, il vostro è un messaggio per invitare amici e colleghi ad un po’ di leggerezza che – per dirla alla Calvino – non è superficialità?
Non che io veda un grande impegno, in questo momento, nell’ambito del cosiddetto “cantautorato”. Per quanto mi riguarda amo la leggerezza pesante e amo parlare d’amore. In realtà amo parlare di me stesso. Sono un inguaribile egocentrico. Amo anche il fatto che Dente ami parlare d’amore. Il nostro spettacolo parla molto di questo e sì, prende anche un po’ in giro i poeti e i cantautori che si prendono troppo sul serio. Dunque ci prendiamo in giro anche noi.
Una canzone di Dente che meglio rappresenta la tua idea d’amore?
Una delle canzoni di Dente che preferisco è “Come eravamo noi”. Un brano con un testo brevissimo ed estremamente poetico. Anzi potrebbe senz’altro essere una poesia. Secondo me è una poesia d’amore triste, che è il genere che preferisco.
Ad uno scrittore non si chiede mai quando uscirà il film tratto dal suo ultimo album ed a un musicista quando uscirà il prossimo album. Possiamo chiederti solo che novità dobbiamo aspettarci per questo “Contemporaneamente insieme anche d’estate”.
La struttura dello spettacolo sarà la stessa ma inseriremo diversi pezzi ( poesie e canzoni) nuovi, rispetto alla versione invernale. Parleremo sempre molto d’amore e di musica e di poesia con una declinazione estiva. Io poi mi vestirò di bianco.
Alla fine di questo viaggio facciamo sempre un gioco con i nostri ospiti, una sorta di telefono senza fili che mira alla contaminazione: chiediamo all’intervistato di inviare un messaggio ad un proprio collega indipendente, un attestato di stima, un vaffanculo, la proposta di un featuring. Guido, hai qualcosa da mandare a dire a qualcuno?
Vorrei dire a mia mamma che le voglio bene, al mio commercialista di non trattarmi male e a Riccardo Cocciante, (anche se non è un “indie”), che sarebbe bello potesse essere ospite di una delle date estive prossime venture di “Contemporaneamente Insieme”.
A cura di Fabiana Criscuolo
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