Boro Boro è il nome d’arte di Federico Orecchia, uno degli esponenti più interessanti della scena torinese con alle spalle una carriera già piuttosto avviata.
Classe 1996, Boro Boro si è fatto conoscere soprattutto grazie alle sue doti di freestyler.
A quanto pare, sarebbe stato proprio in occasione di una delle sue improvvisazioni che il giovane artista avrebbe coniato il suo nome d’arte.
Boro Boro dopo essersi esibito per diverso tempo nella scena hip hop underground, ha provato il grande salto nel 2018 partecipando a X Factor 12.
La sua partecipazione al programma si fermò ai bootcamp, ma la sua carriera è andata avanti a gonfie vele, come era giusto che fosse.
Gli abbiamo fatto alcune domande , in un intervista che racchiude il suo presente ed un po’ di futuro:
Innanzitutto congratulazioni per aver firmato con Virgin Records/Universal Music Italia. Come hai reagito alla notizia di questo importante traguardo?
Per me la firma con Virgin Records è stato un grandissimo traguardo. Innanzitutto perché penso di essere riuscito ad aggiungere al team quel valore in più che mi mancava prima. Nonostante avessi sul tavolo tante proposte ho scelto quella che più mi poteva aiutare per la produzione e a livello di team, più che per la proposta economica.
Il tuo nuovo singolo, “Nena”, arriva dopo il successo del precedente “Lento”: entrambi sono caratterizzati da influenze reggaeton e latine. A chi ti ispiri nella creazione del tuo sound? Quali sono le tue influenze principali quando si tratta di scrivere un brano e/o comporne la musica?
“Nena” ha quel suono ‘trapetone’ che può avere un po’ “Lento“. L’ispirazione la prendo da quello che mi piace, non da un personaggio in particolare. Mi piace mettere a confronto i suoni trap con le percussioni latine, mi piace il calore che si genera da questo mix. La trovo una sfaccettatura proprio mia e che mi appartiene molto.
Come è nata “Nena” e la scelta di collaborare con Geolier?
“Nena” è stata scritta poco dopo 2/3 settimane dall’uscita di Lento. Sono andato in studio da Andry The Hitmaker, stavamo lavorando su un beat ma non ci piaceva. Poi Andry ha fatto quel giro di piano e mi è piaciuto tantissimo, quindi siamo partiti a lavorare subito su quello. Ho registrato la voce e poi è rimasto chiuso lì per diversi mesi. Fino a quando ho stretto con Geolier e gli ho chiesto di collaborare sul pezzo, lui era gasato gli è piaciuto subito e in una settimana mi ha inviato la sua parte.
Lui per me è uno dei rapper più forti che ci sia in Italia..
Come è stato lavorare con un produttore come Andry The Hitmaker, che ha lavorato anche con artisti come Emis Killa, Lazza e Guè Pequeno?
Io e Andry ci troviamo molto bene, siamo ottimi amici. abbiamo un rapporto sia in studio che fuori e c’è un buon affiatamento. Mi piace molto lavorare con gli amici.
Come stai affrontando questo periodo di lockdown forzato? È nata della nuova musica in questo momento di pausa per l’industria musicale?
Questo periodo di quarantena lo sto vivendo chiuso in casa con la mia ragazza e il cane.
Ho provato a lavorare a casa, ma sono il tipo di persona a cui piace andare in studio, registrare e lavorare lì. Ho provato a fare delle cose a casa ma non mi convincono, vanno comunque sistemate e riviste in studio.. li sento, scrivo e registro subito.
Quali sono i tuoi sogni nel cassetto per il futuro?
I miei sogni nel cassetto sono ancora quelli di un ragazzino, sono la speranza di riuscire a fare ancora musica, che possa piacere alle persone… a tante persone, senza scendere a compromessi a livello artistico di produzione.
Redattrice web, milanese doc, scrivo e racconto la musica attraverso i miei occhi.