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Francesco Baccini si scaglia contro Sanremo e la musica indie

by InsideMusic
baccini

Alla vigilia della kermesse nazionalpopolare sanremese, il cantautore genovese Francesco Baccini, che ha partecipato nel 1997, si scaglia apertamente contro il sistema di gara, sostenendo che “Nel mondo la parola “festival” vuol dire rassegna, in Italia la parola “festival” vuol dire gara”

Tutto è iniziato con un servizio di Striscia La Notizia, il tg satirico provava a sollevare una ipotesi di conflitto d’interessi tra il ruolo di Direttore Artistico e il suo legame con etichette discografiche e società di booking, di Claudio Baglioni, Anche il giornalista de Linkiesta Michele Monina denunciava il conflitto di interesse di Claudio Baglioni, dal momento che molti artisti dei 24 big selezionati per Sanremo fanno parte della sua stessa agenzia. Gli artisti impegnati nella rassegna e non sono rimasti fuori dalla polemica, tranne Francesco Baccini che ha deciso di schierarsi apertamente contro tutto il sistema dell’editoria musicale, attraverso una serie di post Facebook.

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Pubblicato da francesco BACCINI su Mercoledì 30 gennaio 2019

Chi è Francesco Baccini? Francesco Baccini nasce a Genova il 4 ottobre 1960. È un cantautore italiano. Ha debuttato nel 1989 con l’album d’esordio “Cartoons”, premiato come rivelazione a Saint Vincent e vincitore della “Targa Tenco” come migliore opera prima. Nello stesso anno ha vinto “Un disco per l’estate” con il brano “Figlio unico”. Nel 1990 ha trionfato al Festivalbar con il brano “Sotto questo sole”, in coppia con Paolo Belli e i Ladri di Biciclette. Nel 2005 ha presto parte al reality musicale “Music Farm” da dove però fu poi escluso per una bestemmia in diretta tv. Nel mezzo c’è uno step, un salto a Sanremo nel 1997 con il brano “Senza Tu”.

Il cantautore ascoltato da AGI, in una lunga intervista cerca di sollevare il coperchio sui presunti legami che oggi investono la musica; passaggi in radio pilotati, e talent.
Ma un punto su cui lui si sofferma con maggiore trasporto è l’apertura al mondo indie della manifestazione. Lui che – sempre sui suoi social – si era proclamato “l’unico vero indie rimasto in Italia”, sostiene

L’indie è moda. Cosa c’è di ‘Indie’, indipendente? Indie è un marchio, una griffe. La musica indie non dovrebbe nemmeno andarci a Sanremo. Negli anni ’70, quelli che erano indie, che poi erano i cantautori, erano contro il sistema di Sanremo, Canzonissima…se noi avessimo visto De Gregori a Sanremo, De Gregori avrebbe smesso di cantare, perché avrebbe perso qualsiasi credibilità. Nessun cantautore doveva andare in televisione, anzi…infatti non andavano in televisione ma riempivano gli stadi. Io ero ragazzino in quegli anni, mai avremmo voluto vedere Bennato o De Gregori o Venditti o De André a Domenica in o Sanremo. Anzi, andavano al Tenco che rappresentava l’opposto di Sanremo. Infatti in quegli anni il Tenco era molto più popolare tra il pubblico, perché raccoglieva tutti quelli che non volevano ascoltare quella musica istituzionale che era rappresentata da Sanremo. Quindi i cosiddetti “indie” dell’epoca, o alcune realtà di rock progressive come la PFM, Sanremo non l’avrebbero voluto  vedere nemmeno in cartolina. Questi indie invece vanno a Sanremo come fosse normale, sono semplicemente nomi senza significato. Non c’è nessuna differenza sostanziale. Una volta un certo tipo di musica andava a rompere le scatole al potere. Vatti a sentire i primi dischi di Bennato, cosa diceva, e non lo invitavano certo a cantare su Rai1 alle 20:30. Tutti questi cantanti, a chi è che danno fastidio? A nessuno”.

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