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ALESSANDRO RAGAZZO e IL RITO DELLE OMBRE come allegoria: intervista

by Marianna Grechi
alessandro ragazzo il rito delle ombre

Si apre con tante novità il 2025 di Alessandro Ragazzoentra a far parte del roster di OTR Live e annuncia il suo nuovo singolo, “Il rito delle ombre“, disponibile da venerdì 17 gennaio per Rokovoko, distribuito da ADA Music Italy.

Attraverso immagini simboliche, Il rito delle ombre – scritto da Alessandro Ragazzo e Matteo Buzzanca – esplora i legami tossici e le dipendenze, nei quali il piacere del momento porta a sottovalutare le conseguenze.
Partendo dall’espediente lessicale del titolo (in Veneto “un’ombra” è il modo di chiamare un bicchiere di vino) e con una serie di allegorie, il tema della dipendenza dall’alcol viene usato per dare corpo a una riflessione intensa sulle emozioni contrastanti che prendono parte alla lotta interiore che si innesca in queste situazioni. La sfida alle ombre è allo stesso tempo un duello all’alba ricco di immagini evocative e un gioco pericoloso, seppur intrigante.

La penna elegante di Alessandro Ragazzo, influenzata dalla tradizione del cantautorato italiano, si intreccia a un ambiente sonoro onirico, creando un racconto musicale mistico e ipnotico che dà al brano l’impronta di un rituale e a chi lo ascolta l’impressione di essere parte di una maestosa fuga.

“Il rito delle ombre è un inno mistico con un ritmo denso che racconta la fuga dalla
dipendenza. ‘Ridere mentre mi uccidi’ è quel malsano piacere tossico da cui spesso ci
facciamo travolgere”

Allora conosciamo meglio Alessandro e i suoi progetti futuri con l’uscita del album anticipata da Il Rito delle Ombre.

Ciao Alessandro! Il Rito delle Ombre tratta allegoricamente di dipendenze, anche in senso affettivo. Come nasce l’esigenza di scrivere questo brano?

In realtà il brano è nato in studio da un mio giro di chitarra acustica. Ci piaceva questo ritmo incalzante che ci dava l’idea di una fuga, una cavalcata. Abbiamo deciso poi di giocare anche con le parole e il loro suono, con l’idea delle ombre, noi siamo Veneti e qui l’ombra è un modo per riferirsi al vino. Abbiamo pensato a diverse storie di persone che conosciamo e le abbiamo messe in musica.

Quindi si può dire che non sia un brano autobiografico?

No, esatto è molto simbolista. Con riferimenti anche molto più alti a quello che è la mia vita. Spesso, prendo spunto da quello che ho visto.

I legami tossici spesso danno piacere momentaneo e non ci permettono di badare alle conseguenze. Tu preferisci vivere nel presente o sei più riflessivo?

Idealmente sono una persona molto riflessiva, non mi piace questa filosofia del non pensare al domani perchè non è lungimirante. Sono contro al tutto e subito, a tutta questa velocità. Però devo ammettere che non lo sono in tutti gli ambiti, nella vita personale sono un po’ più impulsivo e mi capita di buttarmi di più e sono meno scientifico. Anche perchè credo che le cose succedano per una ragione, quindi si deve essere pronti a cogliere l’attimo.

Del cantautorato italiano, che evidentemente influenza il tuo modo di fare musica, chi costituisce il tuo pilastro?

Sicuramente Lucio Dalla, che sento artisticamente e vocalmente più vicino. Nel Rito delle Ombre il giro di chitarra ci ha fatto pensare subito a Ivan Graziani e Eugenio Finardi.

Cosa dobbiamo aspettarci dai live?

Adesso il tour di presentazione partirà con l’uscita del disco. OTR si occuperà di tutte le date. Per me la dimensione live è fondamentale perchè il contatto con la musica avviene sempre lì. Spero che tutto giri nel verso giusto per arrivare a vivere di questo, di musica.

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