Home Live Report Salmo live a Firenze: un vortice musicale che non lascia scampo

Salmo live a Firenze: un vortice musicale che non lascia scampo

by Paola Pagni
Salmo foto Francesco Prandoni J2B5605 pic

Dopo essere stato il primo artista rap-crossover rock ad esibirsi allo Stadio San Siro lo scorso 6 luglio, davanti a 50 mila persone, Salmo ha aperto ieri al Mandela forum di Firenze il suo Flop tour indoor.

L’artista è stato spesso definito uno dei migliori performer live che abbiamo in Italia, e dopo la data di ieri abbiamo capito perché.

Un live che ha senza dubbio ribaltato le aspettative, almeno le nostre, che devo dire non erano così alte.

Di una cosa però siamo e resteremo sempre convinti: il live è la cartina al tornasole con cui si misura davvero il calibro di un artista.

Per questo, per curiosità personale ed anche perché un concerto alla settimana è la cura di tutti i mali, ieri sera eravamo presenti al Mandela.

Mai scelta fu più azzeccata. Mai concerto fu più rivelatore.

L’inizio del live di Salmo

Dal primo pezzo, Russel Crowe, al Dj set finale, il live di Salmo è stato sorprendente. Senza diritto di replica. Un sound potentissimo che strappa gli argini dei generi musicali: non si può chiamarlo rap, perché le basi rock, a tratti vero heavy metal, lo caricano di un’energia musicale indescrivibile.

Se finora avete soltanto ascoltato Salmo, senza vederlo su un palco, dimenticatevi tutto o quasi. Anzi, ricordatevi i suoi testi, perché quelli sì, li porta con sé come li avete conosciuti, diretti e taglienti: tutto il resto vi lascerà a bocca aperta.

Ancora una volta infatti, l’artista trova sul palco la sua naturale dimensione, per creare un contatto sempre più profondo con il pubblico, trasversale come il suo personaggio e la sua proposta musicale, contaminata e in continua evoluzione.

Le scenografie

Una cura particolare è dedicata alla scenografia e ai visual – pensati per sottolineare ogni brano della setlist – che attingono al poliedrico immaginario di SALMO.

Per tutta la durata dello show si alterneranno sullo schermo immagini 3D e l’avatar dell’artista, servendosi anche dell’impiego di software di Intelligenza Artificiale. A fare da sfondo, ambientazioni e scenari a tratti apocalittici e distopici, di città in fiamme o ambienti desertici.

Gli unici “effetti speciali” analogici usati sono le ormai immancabili fiamme verticali ed il fumo, di quello basso e denso stile Transilvania.

Senza spoilerare troppo (ma c’è poco da spoilerare, perché l’artista ha dichiarato che proverà a portare una scaletta diversa ogni sera), il live di Salmo si divide nettamente in 3 parti: l’inizio, che abbiamo appena descritto, l’unplugged ed il dj set finale.

L’ unplugged

Forse l’unico appunto da fare è proprio nell’unplugged: bellissima l’idea di ricreare su un piccolo palco l’atmosfera raccolta del club, come a sottolineare gli inizi e la gavetta dell’artista, ma un po’ penalizzante a livello di acustica. Dalle file più lontane infatti si aveva una strana sensazione di esclusione, un po’ come quelle feste del liceo dove gli altri ballano e tu stai fuori dalla mischia. Ma non per scelta tua.

Un plauso va senza dubbio alla band che accompagna l’artista, Le Carie, composta da Daniele Mungai aka Frenetik alla chitarra, Jacopo Volpe alla batteria, Marco Azara alla chitarra, Davide Pavanello aka Dade al basso e da Riccardo Puddu aka Verano. Se infatti è l’energia naturale di Salmo a catturare completamente l’attenzione del pubblico, è allo stesso modo la musica creata da questi artisti a colmare ogni vuoto d’aria del palazzetto.

Il Dj set

Dopo questa parentesi, che per sua stessa natura ha un po’ disteso l’atmosfera e fatto riprendere fiato da una prima parte tiratissima e carica di adrenalina, arriva il Dj set finale a scuotere di nuovo gli animi.

Il palazzetto si trasforma così in una mega discoteca, di quelle che ormai si trovano solo ad Ibiza, travolgendo tutti con missaggi e crossover di basi e voce live, fino ad un finale corale, con tutta la band sul palco a fare festa.

Un concerto completo, ben costruito, coinvolgente dall’inizio alla fine, dove senza dubbio ognuno ha trovato un po’ di sé.

Se infatti si può forse recriminare a Salmo di non seguire una linea coerente e definita nei suoi lavori discografici, questo eclettismo lo premia sul palco, dandogli l’opportunità di offrire live un vero vortice musicale, che tira dentro tutti, dalla transenna all’ultima fila della gradinata.

Il nostro consiglio: se non conoscete la musica di Salmo, iniziate da un suo live e andrete sul sicuro.

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