Uscito il 6 marzo per Black Candy Records, “Dell’odio Dell’innocenza” è il nuovissimo album di Paolo Benvegnù. Il raffinato cantautore vi ha incluso dieci inediti “chitarra e voce” e un undicesimo brano esclusivamente strumentale.
Così scrive Paolo Benvegnù, immaginando uno scenario in cui il suo nuovo disco, “Dell’odio dell’innocenza”, gli viene spedito via posta da un mittente sconosciuto: «Dopo un sonno relativo, decido che chi ha scritto e registrato in modo rudimentale tali canzoni ne aveva la stretta necessarietà. La scrittura mi pare abissale e profonda, vagamente imperfetta e verbosa, vanamente protesa alle risoluzioni degli esseri umani. Quasi un campionario ideale di impossibilità» Sulla scia di questo racconto dai tratti onirici, Benvegnù spiega: «Quei brani sono un disco intero. Si chiama “Dell’odio dell’innocenza” e non ho alcuna responsabilità rispetto al contenuto. Sensazione e profumi di gelsomino e canto antico di mondi perduti»

Ogni disco di Paolo Benvegnù è un vero e proprio regalo, un’opera ricolma di poesia e di amore. Un amore che traspare dalla cura riservata alla composizione di testi e di sonorità delicate, avvolgenti, maestosi. Nelle sue canzoni, Paolo Benvegnù non dimentica mai di dare tutto sé stesso, di esternare con la poesia le sensazioni e le situazioni in cui ci ricordiamo di essere umani. Ci fa tastare con i cinque sensi la profondità del nostro essere, che ascoltiamo riflessa nei suoi straordinari brani.
“Dell’odio Dell’innocenza” di Paolo Benvegnù, il disco
“Dell’odio Dell’innocenza” si apre con un brano molto attuale: “La Nostra vita innocente”. Benvegnù canta con grazia la rincorsa cui siamo condannati dal momento che siamo al mondo. Una rincorsa verso l’amore, contro l’indifferenza, dentro ogni notte in cui ci si addentra verso la voglia di comprendere perché, così innocenti, dobbiamo spesso soffrire. Segue “Pietre”, che è anche il primo singolo scelto per anticipare questo bellissimo disco. ‘’Io conosco gli umani/e preferisco le pietre’’ è una delle strofe che meglio descrive un brano così tagliente e reale, nella sua denuncia contro l’avidità di alcuni esseri umani, a volte meno sensibili di esseri inanimati.
“Infinito pt 1” ci viene incontro con l’unione di cori e chitarre; il suo testo ci ricorda alcuni brani tratti da ‘’Hermann’’ di Paolo Benvegnù, nel quale molte volte a far da protagonisti erano uomini forti cui piaceva imporsi sulla natura, fino a piegarla. Qui, ad essere uccisa, è l’America, come metafora dei sogni. Distrutti. Aperta da un estratto di dialogo cinematografico, cosa a cui il cantautore milanese ci ha abituato, “Nelle Stelle” è un sogno di cui sono due amanti a far da protagonisti. ‘’Siamo io e te/nelle stelle’’ cantano Paolo ed una voce femminile. Ma il sogno continua e procede a passi decisi sulle note di “Infinito pt 2”, dove ci si guarda negli occhi “come se non ci fosse niente al mondo” perché ogni giorno è diverso e va vissuto. La conoscenza, il gioco, l’incoscienza e la bellezza delle cose sacre, ma anche molto altro, ci viene cantato con un’enfasi stupefacente sulle note de “La Soluzione”. La luna è meravigliosa, e l’uomo, piccolissimo, la insegue. Paolo Benvegnù racconta le sue innumerevoli visioni del mondo e del sentimento più bello che esista, l’amore, che sopravvive ad una ‘’vita oscena’’. “Altra ipotesi sul Vuoto” incede con una sonorità tipica del suo autore; la protagonista è una donna, schiava delle sue pulsioni ma al contempo padrona del suo futuro. Di fronte a lei, un vuoto e la visione di qualcosa di divino, che con lei condivide ‘’il profumo delle rose’’ e scambia splendide promesse. Serpeggiano astuti gli “Animali di Superficie”, che in mano hanno la soluzione per la salvezza: ‘’lode al mistero/vita alla carne’’. Terzultima, nella tracklist di “Dell’odio Dell’innocenza” è “Infinito pt 3”, un brano totalmente strumentale. Ripetitivo, soave, irrequieto. “Non Torniamo Più” scorre lenta ed è un sogno che ci porta di fronte ad un mare bellissimo (per citare ancora brani splendidi di Benvegnù). Le visioni, le immagini, le sensazioni sono quelle che possono provare due amanti liberi di poter scappare da un mondo ingiusto, insieme. “InfinitoAlessandroFiori” è l’ultimo brano scelto da Paolo Benvegnù per questo disco: si apre con la voce metallica delle compagnie ferroviarie che ci accompagnano a salire sul nostro treno rispettando le regole ed è una splendida canzone d’amore. Non sappiamo perché nel titolo ci sia il nome di un altro cantautore, Alessandro Fiori, ma l’infinito che si accompagna al suo nome e che compare per la terza volta in questa tracklist è un concetto che vorremmo abbracciare. L’infinito da cui vorremmo essere risucchiati, l’infinito che ci fa pensare che ‘’per la prima volta non vogliamo morire’’. L’infinito di uno splendido inferno chiamato amore. Nessun limite può esser posto a un sentimento del genere, come nessun limite può esser posto alla bellezza della musica di Paolo Benvegnù.

Rock’n’roll lover. Afterhours Lover. Good lyrics lover.