Home Live Report Skuns Anansie live al Stupinigi Sonic Park – Live Report

Skuns Anansie live al Stupinigi Sonic Park – Live Report

by InsideMusic
Skunk Anansie

Nell’incantevole parco Naturale della Palazzina di Caccia di Stupinigi, residenza sabauda utilizzata dai Savoia per l’attività venatoria e per le feste, all’interno della quale soggiornarono nientemeno che l’imperatore Giuseppe II, lo zarevic Paolo Romanov, Ferdinando I e Carolina di Borbone e addirittura Napoleone, lo scorso 4 luglio si è tenuto il concerto degli Skunk Anansie, che ha dato il via alla rassegna musicale Stupinigi Sonic Park, al suo secondo anno. Sono circa le 21, il sole è tramontato da non molto e buona parte degli spettatori accorsi è ancora pazientemente in fila nei punti ristoro, quando Skin, di nero vestita, e i suoi compagni appaiono sul palco: il pezzo d’apertura è Charlie Big Potato, che surriscalda immediatamente gli animi del pubblico. La band celebra 25 anni di carriera -a gennaio è uscito 25LIVE@25 un live album contenente 25 tracce scelte dalla medesima- e lo fa portando in giro per l’Europa un tour con il quale rende omaggio al suo percorso musicale e artistico. All’inizio esplosivo seguono hit più famose, tra le quali Because of you, My ugly boy, Hedonism e I believe in you, alternate a pezzi meno radiofonici e noti al grande pubblico ma egualmente di forte impatto, come Yes it’s fucking political e Little baby swastica, solo per citarne un paio. Lo show raggiunge il suo apice durante l’esecuzione di Secretly, canzone molto amata dal pubblico, e di Follow me down, quest’ultima proposta in un’inedita versione acustica. La scenografia è ridotta all’osso -la scritta Skunk Anansie, stagliata sullo sfondo di un pannello nero, viene di volta in volta illuminata da luci colorate-, a riprova del fatto che quando si canta e si suona ad altissimi livelli, non è necessario distogliere il pubblico dalla musica focalizzandolo sugli effetti speciali o sui balletti. La band suona per circa un’ora e mezza una ventina di pezzi, inframezzati dagli interventi di Skin, che spesso si sforza di presentare i brani parlando un “italiano maccheronico” che risulta piuttosto spassoso. La cinquantenne Skin (davvero difficile darle la sua età) ha energia, carisma e simpatia da vendere -anche ai suoi più blasonati colleghi maschi- e, soprattutto, canta divinamente, senza sbavature o imperfezioni. L’idea di festeggiare un quarto di secolo di carriera sul palco, è nata anche dalla constatazione della scarsa presenza del rock nel panorama musicale odierno, hanno dichiarato gli Skunk Anansie in occasione dell’uscita dell’album; noi rockettari non possiamo che essergliene grati e non possiamo che augurarci di ascoltare, presto, un loro nuovo album e di rivederli on stage quanto prima.

 

Dalila Giglio

Potrebbe piacerti anche