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Sanremo 2019: il racconto della quarta serata

by InsideMusic
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L’attesissima serata dedicata ai duetti ha visto protagonisti tutti i ventiquattro brani in corsa per la vittoria finale, in una versione rivisitata ed arricchita dalla partecipazione dei parter invitati dagli artisti in gara. Considerata la lunghezza dello show solo due superospiti: Ligabue, che ha omaggiato Francesco Guccini interpretando “Dio è morto”, e Anastasio.

Archiviata anche la quarta serata della sessantanovesima edizione del Festival di Sanremo, probabilmente la più attesa ad esclusione della finalissima, ovvero quella dei duetti. Così come per i primi tre appuntamenti, anche in quest’occasione ad aprire le danze (o meglio i canti) ci ha pensato il “dirottatore artistico” Claudio Baglioni sulle note di “Acqua dalla Luna“.

“Accorrete pubblico, gente grandi e piccoli al suo numero magico!”

Ma veniamo alla gara, è toccato al duo Federica Carta & Shade rompere il ghiaccio con la loro “Senza farlo apposta“, accompagnati dalla regina dei cartoni animati Cristina D’Avena. Il secondo concorrente è Motta, accompagnato dalla conterranea Nada nell’esecuzione di “Dov’è l’Italia“. Vista l’enorme mole di artisti che nel corso della lunga serata si avvicenderanno sul palco del Teatro Ariston, la gara procede spedita: è Claudio Bisio ad introdurre Irama, che duetta con Noemi sulle note de “La ragazza col cuore di latta“.

Sono le ventuno e venticinque quando in scena irrompe “l’imperatore del rockLuciano Ligabue, l’unico superospite di questa penultima serata sanremese: il rocker di Correggio presenta il singolo “Le luci d’America” che anticipa l’uscita del nuovo progetto discografico “Start” e scalda il pubblico in sala con il suo evergreen “Urlando contro il cielo“. A questo punto Luciano viene raggiunto da Baglioni, i due reinterpretano “Dio è morto“, doveroso omaggio a Francesco Guccini, antesignano della musica italiana.

Dopo circa venti minuti di Liga, riprende la gara: è il turno di Patty Pravo & Briga con “Un po’ come la vita”, ad accompagnarli (anche al pianoforte) è Giovanni Caccamo, che partecipò alla kermesse nel 2016. Seguono i Negrita, in compagnia di due partner di livello per “I ragazzi stanno bene“, la voce di Enrico Ruggeri e la tromba di Roy Paci. Ritmo frenetico, a introdurre i prossimi artisti è Virginia Raffaele, si tratta del trio Il Volo insieme al violinista Alessandro Quarta con “Musica che resta“: la platea apprezza e riserva loro la prima standing ovazione della serata.

La competizione registra una battuta d’arresto per lasciare spazio ad una gag firmata dal duo Baglioni-Raffaele, in cui Virginia prova ad accompagnare Claudio alla chitarra senza però mai riuscirci. C’è breve spazio anche per Anna Foglietta, la co-conduttrice del DopoFestival presenta Arisa e la sua  “Mi sento bene“, eseguita con Tony Hadley ed i Kataklò. Dopo la Foglietta, direttamente dal DopoFestival ecco anche Melissa Greta Marchetto per introdurre l’hip-hop di Mahmood, accompagnato sulla sua “Soldi” dal rapper Guè Pequeno.

Atmosfere urban-soul, invece, quelle che caratterizzano “Rose viola” di Ghemon, che per l’occasione duetta con l’amico Diodato, in gara lo scorso anno, ed i Calibro 35. La gara prosegue con Francesco Renga con “Aspetto che torni“, sul palco più prestigioso d’Italia in compagnia dell’autore del brano Bungaro e  la straordinaria partecipazione delle étoile Eleonora Abbagnato e Friedemann Vogel. Ancora un ritorno, quello del co-vincitore della scorsa edizione della kermesse Fabrizio Moro, ideale padre artistico di Ultimo: i due eseguono insieme “I tuoi particolari”, uno dei brani candidati alla vittoria finale.

Altra boccata d’aria, Claudio Bisio si prende la scena con un monologo sui “millennials”, seguito dall’esibizione a sorpesa del rapper napoletano Anastasio, vincitore dell’ultima edizione del talent X-Factor. Dodicesimo artista in gara è Nek con il brano “Mi farò trovare pronto“, interpretata insieme all’attore Neri Marcorè. Ritmi reggae ed è subito Festivalbar quando parte “Per un milione” dei Boomdabash, eseguita insieme al co-autore del pezzo Rocco Hunt.

Si prosegue con il rock dei The Zen Circus, la band di Appino si esibisce con l’amico “indie” Brunori Sas sulle note de “L’amore è una dittatura“: interpretazione più che convincente, come dimostra anche il caloroso l’applauso del pubblico. Il tempo stringe e siamo solo a poco più di metà gara, ecco dunque Paola Turci e la sua “L’ultimo ostacolo“, eseguita con l’attore Beppe Fiorello. I conduttori corrono veloci verso la prossima artista, tocca ad Anna Tatangelo, che in compagnia di Syria intona “Le nostre anime di notte“.

Ci vuole molto coraggio per guardare Sanremo fino in fondo!” cantavano qualche anno fa gli Ex-Otago, stasera la band si esibisce a ridosso della mezzanotte, è Jack Savoretti ad accompagnarli nella ballata “Solo una canzone“. Diciottesima artista in gara è Loredana Bertè con il brano “Cosa ti aspetti da me“, per l’occasione la signora del rock la interpreta con la collega Irene Grandi: è standing ovation al termine dell’esibizione. La successiva performance offre un tris d’assi niente male: insieme a Daniele Silvestri e Rancore c’è anche Manuel Agnelli per l’esecuzione di “Argentovivo“, uno dei brani più apprezzati del Festival.

Direttamente da “Amici” ecco Sergio Sylvestre e Biondo, che accompagnano l’amico Einar in “Parole nuove“. Uno dei duetti più attesi è sicuramente quello che vede protagonisti Simone Cristicchi ed Ermal Meta, due ex vincitori della kermesse, sulle note della toccante poesia in musica “Abbi cura di me“: al termine dell’esibizione è ovazione. Penultima esibizione, Nino D’Angelo & Livio Cori riuniscono i Sottotono sul palco del Teatro Ariston durante l’esecuzione di “Un’altra luce“. Chiudono la gara Achille Lauro e la sua “Rolls Royce“, in compagnia del cantautore Morgan.

A differenza delle precedenti serate non viene mostrata alcuna classifica, in compenso la Giuria d’Onore ha assegnato il Premio per il Miglior Duetto a Motta e Nada con il brano “Dov’è l’Italia“.

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