Home Live Report Piero Pelù straripante al BluBar Festival. Grande inizio con Willie Nile

Piero Pelù straripante al BluBar Festival. Grande inizio con Willie Nile

by InsideMusic

La seconda serata del BluBar Festival è stata all’insegna del puro rock ‘n’ roll. Ma stiamo parlando di quel rock ‘n’ roll fatto davvero bene, di quello difficile, quasi impossibile, da trovare in Italia. A riscaldare la platea è stato Willie Nile, uno degli artisti a livello mondiale più stimati dai veterani del rock internazionale. “Il nuovo Bob Dylan”, così è stato più volte ribattezzato, si è esibito prima di passare il testimone al rocker italiano per eccellenza.

Alla prima nota del Warm Up Tour il pubblico non ha retto all’entusiasmo e all’adrenalina ed è schizzato avanti come una saetta. Nulla ha potuto fare la sicurezza che spingeva i presenti incontenibili a tornare ai propri posti, “è un concerto rock, si deve fare festa” ha gridato Piero Pelù da sopra il palco. Una vera celebrazione del rock messa in scena al BluBar Festival dall’artista toscano, accompagnato dai portentosi Bandidos che gli hanno dato man forte nell’animare il pubblico, band composta da Giacomo Castellano – alla chitarra – e dai già compagni di Piero nei Litfiba, Luca Martelli – alla batteria e ai cori – e Ciccio Licausi – “nessuno è capace di fare assoli al basso come lui”, così è stato presentato dal ragazzaccio.

A differenza di molti suoi colleghi e coetanei, vi assicuro che Piero Pelù è in piena forma fisica e vocale, un’energia che farebbe invidia anche ai ventenni (avrà fatto un patto con “el diablo”?). Capace di interagire costantemente con il suo pubblico, il “toro loco”, tra una “frecciatina” all’attuale situazione politica e l’altra, ha coinvolto anche lo spettatore più assopito, passato di lì per caso e ritrovatosi con i capelli spettinati a fine concerto, tornando a casa canticchiando Io ci sarò o Regina di cuori. Su quest’ultima canzone è mancato il tanto atteso lancio dei reggiseni – chi conosce i live di Pelù sa che questo è un sacro rituale messo in scena dalle fan.

 

Quasi due ore di concerto in cui ha ripercorso la sua eclettica carriera artistica, dagli indimenticabili anni nei Litfiba, con Spirito ed El Diablo, ai suoi progetti da solista, con Dea MusicaViaggio, Tribù e Milla Uragani, interpretando anche delle cover in maniera esemplare, tra queste Il Pescatore di Fabrizio De André e Tempo di Morire di Lucio Battisti, brani rivisitati in chiave rock. Partito con Bene bene, male male non poteva che finire con la canzone più rappresentativa, Toro Loco.

Un vero e proprio viaggio nel rock che bisognerebbe vivere almeno una volta nella vita.

A cura di Isabella Insolia

Photogallery a cura Marzia Santurbano

 

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