Patrizia Laquidara è un nome che a tutti gli amanti della musica colta non giungerà nuovo.
Catanese, classe ’72, Patrizia Laquidara è una compositrice e cantautrice la cui passione per la musica brasiliana è precoce: il suo esordio, infatti, è un omaggio a Caetano Veloso, Para Voce Querido Caè.
La sua carriera fu, dal lontano 1999, tutta in ascesa: per lei iniziò a scrivere Bungaro (collaboratore di Ornella Vanoni per Sanremo 2017), collaborazioni con il jazzman Mario Venuti nel suo secondo album Indirizzo Portoghese del 2003, la bellissima Per Causa D’Amore. Il successo dell’album portò al primo tour live, e, infine, alla partecipazione alla colonna sonora di Manuale D’amore di Giovanni Veronesi.
Più recentemente, nel 2011, ha raccolto le eredità del folklore celtico del Nord Italia (curioso, esattamente come hanno fatto i Furor Gallico nel loro ultimo album), dando vita all’album che meglio la rappresenta, come musa della world music e della musica tradizionale italiana: Il Canto Dell’Anguana, laddove l’anguana è una ninfa acquatica. Vincitore della targa Tenco 2011, ricevette critiche entusiastiche da ogni maggiore testata italiana. Da lì, una lunghissima pausa, durata fino al 2018 (salvo una collaborazione del 2013 con Ian Anderson dei Jethro Tull), anno in cui è uscito il suo nuovo singolo Marciapiedi, che nel 2019 è stato seguito dall’album di inediti C’è qualcosa che ti riguarda, da cui è stato estratto anche Sopravvissuti.
In un’intervista rilasciata ad allmusicitalia.it, Patrizia Laquidara ha così definito C’è Qualcosa che ti riguarda:
“Un lavoro che desidera prestarsi a un ascolto paziente e duraturo nel tempo, in netta opposizione a una musica che vuole essere consumata in fretta. Un album che intende muoversi nell’ambito di un pop cantautorale dove il nucleo fatto di strumenti acustici, chitarre, bassi, batterie, legni, corde, metalli, ottoni, archi, cori riportano alla grande storia e tradizione della canzone italiana. Ma dove le soluzioni di scrittura e arrangiamento che portano in aria, con soffi leggeri di elettronica che a volte si infuriano nella danza e altre che si stemperano nel puro suono, hanno l’orecchio teso a suoni contemporanei.”
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