Grande concerto al Villa Ada incontra il mondo per Nada Malanima!
Nada Malanima (un nome oltremodo curioso), conosciuta solo come Nada, classe 1953, vanta una carriera sfaccettata e discontinua, ma sicuramente di successo. Hit come Ti stringerò, Amore Disperato, Ma che freddo fa, sono rimaste impresse nella memoria collettiva italiana. La sua voce calda, femminile, ironica, a volte ruvida e graffiante, è indubbiamente inconfondibile nel panorama musicale nostrano.
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Nel ’69 debutta a Sanremo con Ma che freddo fa e Vincitrice di un Festival di Sanremo nel 1971 con Il cuore è uno Zingaro, composta per lei da Nicola di Bari, ha poi virato verso una produzione cantautoriale, abbandonando lo stile adolescenziale ed innocente dei primi anni; sposò il bassista dei Camaleonti, trasformando sé stessa in una musicista pop/rock. L’apice di tale ciclo fu raggiunto nel 1975 con l’album 1930: Il domatore di scimmie, frutto della collaborazione con la band prog La reale Accademia di Musica. Nel ’78 fu poi pubblicato il singolo Pasticcio Universale, che andò ad anticipare l’LP Nada del ’79.
Dopo alcune infruttuose collaborazioni con autori divenuti poi famosi, come Venditti, Baglioni, e Ciampi, decise di tornare al pop che le aveva dato la notorietà. Nei primi anni 80 letteralmente sforna 45 giri di enorme successo, quali l’allegra Dimmi che mi ami che mi ami che tu ami che tu ami solo me (a suo tempo definita “uno scioglilingua”), Ti stringerò (di cui firma anche il testo e che entra nella Top Ten dei 45 giri italiana) e l’immortale Amore Disperato, tratta dall’album Smalto, per il quale Nada abbandona i lunghi capelli e passa ad un look sbarazzino ma allo stesso tempo adulto. Nella canzone viene nominato il Sassofono blu, locale che ricomparirà nella produzione successiva della cantante. Nel 1983 ottiene la vittoria ex aequo con Alice al festival Azzurro come miglior voce femminile.
Le produzioni successive non ottengono lo stesso successo, e segue un lungo silenzio successivo all’ultimo posto ottenuto a Sanremo 1987. Viene pubblicata nel ’94 una raccolta con incisioni inedite e best of, e la celeberrima Chissà se mi pensi di Claudio Baglioni, da lei reinterpretata. Seguono poi collaborazioni e e due album pubblicati, di cui solo Tutto l’amore che mi manca del 2001 riscuote un discreto successo, fino al 2007, in cui decide di partecipare al festival di Sanremo, ottenendo buoni passaggi radiofonici col singolo Luna in piena e l’omonimo album. Nel 2005 aveva anche collaborato anche col chitarrista dei CCCP, storica band prog, Massimo Zamboni, arricchendo così il suo bagaglio musicale e maturando ulteriormente verso uno stile più ricercato e cantautoriale. Dalla rinnovata popolarità dovuta a La Luna in Piena deriva la collaborazione ed il tour con gli Zen Circus del 2009.
Si rende così matura musa della musica indipendente italiana, facendosi paladina del successo degli Zen Circus stessi, intessendovi buoni rapporti professionali e coinvolgendo anche i Criminal Jokers nel tour del 2011 dell’album Vamp.
Nel 2016 esce finalmente l’Amore devi seguirlo, ed a Paolo Sorrentino ed alla sua ottima serie tv The Young Pope deve la sua rinnovata fama: Senza un perché, brano dal gusto spiccatamente retrò, da Tutto l’amore che mi manca viene inclusa nella colonna sonora, ed è, anzi, fulcro di un intero episodio. I groenlandesi pare abbiano una grande passione per il pesce, per la danza, e per Nada.
Nel 2017, anno corrente, esce La Posa, album di Nada Trio, cioè terzetto formato già nel 1994 dalla cantante, Fausto Mesolella, chitarrista degli Avion Travel e Ferruccio Spinetti, controbassista degli stessi. Gli Avion Travel avevano già riletto Ma che freddo fa di Nada stessa; le sue hit sono cantate ancora da lei stessa ma con l’arrangiamento di qualità dei due musicisti.
Nello stesso anno inizia un tour con una band in grande ascesa, gli A Toys Orchestra, band pop/rock con influenze indie ed elettroniche campana con la quale, in live, reintepreta i successi del passato ed anche le tracce de L’Amore devi seguirlo. La nostra signora ha ormai adottato un look volutamente trasandato, privilegiando la sua grande dote vocale rispetto alla ricercatezza estetica dei suoi anni giovanili.
Passiamo al racconto del concerto di Nada!
Come sempre, l’atmosfera a Villa Ada è gradevole, intima, e raccolta. Alle 9,30 sul palco sale una ragazza alta e bionda, e si presenta come Sarah Dietrich. È una sorpresa: canta alcuni pezzi originali ed un’emozionante cover di Enjoy the Silence dei Depeche Mode con una voce da soprano calda ed espressiva; le canzoni sono orecchiabili, i testi non banali e mostrano una profondità di pensiero che nasce spontaneamente, e non è artefatta. C’è una grande onestà in lei, e nella scelta di proporre live solamente viola e chitarra acustica. Per questo, il suo album Una Storia mia o si ama o si odia.
Finalmente, alle 22,45, appare Nada sul palco, assieme agli A Toys Orchestra, armati di bassista, chitarrista, batterista, tastierista, e pianista/organista. Lei si presente vestita interamente in nero, capelli lunghissimi sciolti e biondo cenere, trucco assente, un po’ donna in nero palestinese, ed inizia a cantare.
Si parte con Piangere o no, forse la più bella canzone da Tutto l’amore che mi manca; il crescendo strumentale è lodevole, le doti dei ragazzi di Agropoli sono evidenti a tutti. Nada, col suo timbro ruvido, mostra tutta la trasformazione che ha subito nel corso di quarant’anni: da ragazza a Sanremo, a cantautrice unica e particolare, in grado di ritagliarsi uno spazio ancora nel crudele mondo dell’indie italiano. Si prosegue con la Bestia, brano che ricorda una filastrocca per bambini, sorretto da organo Hammond e dalla mimica teatrale di Nada stessa; è un brano coloratissimo, con un bel bridge strumentale.
Nada si interrompe per ringraziare il migliaio di presenti a Villa Ada, visibilmente emozionata. Inizia poi l’Amore Fortissimo, canzone piena di dissonanze, in cui Nada parla di violenza domestica perpetrata verso le donne e di femminicidio; percussioni ben presenti e menzione d’onore alla tastierista, brava nella celta degli effetti elettronici.
Parte poi uno dei grandi classici di Nada Malanima, Ti Stringerò. Una ballad d’amore vintage, arrangiata in neo-swing dagli A Toys Orchestra. Coppie abbracciate un po’ ovunque, romanticismo d’annata che non stufa mai. Si prosegue poi con un pezzo oscuro, che Nada dice aver vinto il premio Amensty Internation nel 2017: Ballata Triste. Si prosegue dunque col filone riguardante la violenza domestica, con una canzone fatta di scure note al pianoforte che sembrano colpi di martello e sax elettronico nei refrain.
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Si abbandonano i momenti di riflessione per tuffarsi nel mondo patinato del Vaticano, e chiunque abbia visto The Young Pope sa di cosa parlo: è il momento di Senza un perché. Nada stessa sembra essere felice della scelta di Sorrentino, tanto che il pezzo in questione è prepotentemente entrato, dopo molti anni dalla pubblicazione dell’album, nella hit chart italiana del 2017. Tutti la cantano, tutti la conoscono. Proseguiamo poi con un brano particolarissimo, il più sperimentale mostrato finora, ossia All’aria aperta: si parte con accompagnamento al solo organo Hammond e pianoforte (bellissima la sincronia dei due tastieristi), si continua con fisarmonica elettronica; alla fine, mentre Nada dichiara “libera, libera, libera l’anima mia” il brano è quasi una marcetta militare di libertà.
Il pubblico è emozionato dal bel brano proposto, che solo in pochi appassionati conoscevano, parte Spezzami le ossa, brano presentato a Sanremo 1999 molto sentito da Nada che lo interpreta con grande teatralità; forse un po’ fuori luogo i bridge elettronici violenti e dal sound barocco, ma felice scelta dell’oboe campionato durante le strofe.
Siamo ormai alla nona canzone del concerto, e non c’è un attimo di pausa: parte Tutto l’amore che mi manca, brano che tratta di una bambola animata; l’influenza dei CCCP e dei CSI (e dunque di Massimo Zamboni) c’è e si sente. Occupo poco spazio segue poi, il cui preludio era stato l’Ave Maria recitata da Nada, creando un’atmosfera da De Chirico, senza musica, ed è una canzone densa, al pianoforte prima e rock poi.
Dallo stesso album precedente è poi La Terrorista, brano sull’emancipazione femminile, il cui refrain è accattivante; già alla seconda ripetizione tutti cantano. Nada non ha perso il gusto per le hit, ha soltanto cambiato la modalità di esprimerlo. Sul finale mima degli spari: la componente teatrale è fortissima.
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Dopo questo excursus sperimentale nella nuova Nada, si torna alla vecchia Nada, quella dei 45 giri, con Ma che freddo fa, seguita da Amore disperato: il pubblico è in delirio, tutti vorrebbero essere al Sassofono blu, i tanti nostalgici degli anni ’70 sembrano dei ragazzini felici; si balla, si ride, ci si diverte. I nuovi arrangiamenti rock psichedelico sono deliziosi, non fanno affatto rimpiangere le versioni originali.
Segue poi un’altra hit, La Luna in Piena, title track dell’album che le ha restituito la notorietà al grande pubblico. Pausa. Il pubblico reclama Nada e gli A Toys Orchestra, e lei torna, prima sola, cantando acapella All’aria aperta, mostrando le sue grandi doti vocali, per poi far rientrare anche la band. Si chiude con Inganno, brano incredibilmente oscuro ed angoscioso, ma che offre agli strumentisti la possibilità di divertirsi dando il meglio di sé.
Il concerto è finito, andiamo in pace. Nada è riuscita a reinventarsi, a creare un personaggio iconico, la cui summa è l’album L’Amore devi seguirlo, da cui è tratta la bellissima All’aria Aperta, una canzone praticamente unica nel panorama musicale italiano. Si è scrollata di dosso l’aria da eterna ragazzina, diventando donna adulta prima, e mentore ora, per le tante ottime band che il nostro paese riesce a sfornare. In conclusione, un’ultima nota di merito va all’organizzazione del Villa Ada incontra il mondo, sempre ottimale, sia in termini di costo dei biglietti che di offerta all’interno del villaggio.
Ecco la scaletta completa del concerto di Nada Malanima:
1)Piangere o no
2)La Bestia
3)l’Amore Fortissimo
4)Ti stringerò
5)Ballata triste
6)Senza un perché
7)All’aria aperta
8)Spezzami le ossa
9)Tutto l’amore che mi manca
10)Occupo poco spazio
11)La terrorista
12)Ma che freddo fa
13) Amore disperato
14)La Luna in piena
15)All’aria aperta #2
16)Inganno
A cura di Giulia Della Pelle
Fotografie di Giusy Chiumenti

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