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Giorgia sold out al Palalottomatica di Roma. Il racconto della serata

by Luca.Ferri
giorgia copertina

Giorgia ha giocato in casa ieri sera – data sold-out – nella cornice del Palalottomatica davanti a un pubblico di ieri e di oggi, proprio come i pezzi che ci propone: un mix di successi di ieri (Gocce di Memoria, solo per dirne una) e di oggi (come Oronero, che dà il nome al tour).

L’atmosfera è tranquilla, la gente prende posto e, dopo aver sbagliato settore, lo prendo anch’io, capitando accanto a un simpatico gruppo di ragazze napoletane che mi offrono anche da mangiare, confermando quella tranquillità che avevo respirato appena entrata. (Dipenderà forse anche dal fatto che stanno seduti pure nel parterre evitando quel senso di confusione che inevitabilmente si crea ogni volta?)

Si abbassano le prime luci e il pubblico, oramai quasi al completo, scalpita, ma sono solo prove tecniche dell’ultimo momento, ancora non è ora.

È un’esplosione di voci che urlano di gioia all’unisono quando improvvisamente cala il buio sulle sedie del palazzetto.

L’eccitazione è a mille e tutti invocano a gran voce la cantante romana che gli risponde con Vanità; la canzone ovviamente, non quella che tanti ostentano senza motivo e che lei, in fin dei conti si potrebbe permettere, perché con quella voce lì, che je voi dì?

Tutti siamo già in estasi, neanche il tempo di riprenderci che si riparte subito in quarta con Credo, e sì, cara Giorgia, se te credi in noi, anche noi crediamo in te e, parafrasando la canzone successiva in scaletta, scegliamo ancora te.

Quello di Giorgia è un corteggiamento continuo al suo pubblico, che sia attraverso la musica o attraverso le parole. Ringrazia la sua Roma e ci svela un segreto: nel lontano (ora non esageriamo eh) 1988 lei era lì al posto nostro, tra gli spalti, ad assistere al concerto di Whitney Houston, altra grande voce che purtroppo ci ha lasciato da qualche anno.  Quella per lei è stata un’emozione che non si dimentica, e credo proprio che anche per tutti noi stasera sia la stessa identica cosa.

Ci presenta la band: Giorgio Secco alla chitarra, Claudio Storniolo al pianoforte, Gianluca Ballarin alle tastiere, MyliousJohnson alla batteria e Sonny T. al basso.

Confessa che l’emozione di cantare in casa è fortissima, l’emozione è sempre tanta, nonostante il tempo, tempo che non ti toglie ma che ti dà, che consolida i sentimenti, le emozioni e le rughe, quindi torniamo indietro nel tempo, a qualche ruga fa, ma con gli stessi sentimenti e le stesse emozioni, quindi con la consapevolezza di una che con la voce può tutto, parte il medley che comprende E Poi – Girasole – Come Saprei.

Oltre a cantare, Giorgia balla, ride, si diverte e diverte anche il pubblico, specialmente con le sue uscite romane e in particolare sul finale di Come Saprei, dove ci dice di prendere un lunghissimo fiato perché quell’ultimo saprei “so 23 anni che dura 20 minuti e io non je la fo più”. Beh, non mi voglio immaginare quando ce la facevi, allora…

Dopo averci fatto ridere è arrivato il momento di farci piangere, ed ecco così che sfodera la doppietta micidiale Marzo e Gocce di Memoria, dedicata all’ex compagno Alex Baroni e colonna sonora del film di FerzanOzpetek, La Finestra di Fronte.

C’è spazio anche per il tributo a un artista internazionale scomparso da poco, quindi ecco che la band si cimenta in uno spettacolare tributo a Prince, dando un attimo di tregua alla cantante capitolina che ritorna poi sul palco con un nuovo look per la seconda parte del concerto, con successi che vanno da Posso Farcela fino a Il mio giorno migliore, dove il parterre finalmente trova il coraggio e si lancia sotto palco, cosa che risulta più che apprezzata da Giorgia stessa.

L’atmosfera torna calma e intima e, in un attimo, grazie a un’intensa interpretazione bilingue di Di Sole e d’Azzurro, ci ritroviamo catapultati in quella dimensione ultraterrena da cui probabilmente proviene questa donna.

Dopo Oroneroè il momento dell’uscita di scena, ma il pubblico (ovviamente) non ci sta e la reclama a gran voce, quindi ecco che dopo qualche minuto di attesa, rientra in abito lungo e, dopo aver di nuovo presentato la band, insieme allo staff tecnico e ai danzatori che l’hanno accompagnata in quest’avventura, ci propone un momento nostalgia con un medley delle hit del 1997 tra cui Primavera di Marina Rei, Laura non c’è di Nek, EveryBreathYou Take nella versione di P. Diddy e Faith Evans, concludendo con un omaggio a Pino Daniele, con la sua Che male c’è.

L’ingrato compito di chiudere il concerto toccaIo fra tanti, che scatena tutto il pubblico, oramai tutto completamente in piedi dopo l’ennesima standing ovation che ha fatto commuovere più di una volta l’artista romana.

Camilla Sabatini

Di seguito la scaletta:

  • Vanità
  • Credo
  • Scelgo ancora te
  • Tu mi porti su
  • E poi/Girasole/Come saprei
  • Vivi davvero
  • Marzo
  • Gocce di memoria
  • Tributo a Prince
  • Posso farcela
  • Amore quanto basta
  • È l’amore che conta
  • Regina di notte
  • Quando una stella muore
  • Non mi ami
  • Il mio giorno migliore
  • Di sole e d’azzurro
  • Oronero
  • Hit 1997
  • Dimmi dove sei/Un amore da favola
  • Io fra tanti

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