Brando Madonia, è una giovane promessa del cantautorato italiano che ha appena aperto le 3 date di Max Gazzè alla Cavea dell’Auditorium di Roma.
Figlio d’arte, ha respirato sin dai primi vagiti l’atmosfera della musica, grazie al padre, Luca Madonia, voce e frontman della nota band musicale “Denovo”.
Brando Madonia è cresciuto assaporando le sonorità di una terra in costante evoluzione, entrando in contatto con tutte le più svariate sfaccettature dell’arte e della musica.
Lo abbiamo intervistato proprio il giorno prima del debutto di questo minitour, che lo ha visto a tu per tu con il grande pubblico, e che ha anche coinciso con l’uscita di La Festa, il suo ultimo singolo.
Gli argomenti non ci sono certo mancati quindi, ed il tutto è stato condito dalla sincera emozione di chi vede pian piano i propri sogni che prendono forma.

Intervista a Brando Madonia
Ciao Brando, benvenuto su Insidemusic.
Sono giorni intensi, singolo in uscita e apertura del tour di Max Gazzè :da dove cominciamo?
Beh da dove vuoi, per me sono comunque due emozioni veramente forti !
Allora partiamo dai live.
Non è il tuo primo palco, ma forse è uno dei più significativi: come ti stai preparando, anche emotivamente? Qual è la sensazione predominante?
Guarda, io sono doppiamente felice perché ,per prima cosa ,non pensavo di poter tornare a suonare live così relativamente presto,
e seconda cosa, mai avrei immaginato di tornarci aprendo i tre concerti di Max gazzè a Roma.
Quindi proprio una gioia infinita.
Poi è anche il mio primo live solista, farò dei brani in versione acustica, nudi e crudi, e non vedo l’ora.
Farò il primo singolo uscito a Maggio, “I pesci non invecchiano mai” , e poi anche “La Festa” che uscirà proprio il 3 Luglio ,giorno della terza data con Max.
Quindi tante sensazioni positive
Conoscevi già Max?
Avevo conosciuto Gazzè anni fa ma non lo conosco personalmente e pensare anche solo di fare il soundcheck di vedere come si svolgeranno le cose, mi da una felicità che non ti dico.
Beh, non è una cosa da poco eh, poi di questi tempi, proprio una ripartenza col botto!
Parlando invece del singolo,
La Festa, nonostante il titolo, forse non è un brano così leggero: di cosa parla?
Il brano parla di questo bisogno, quasi forzato, di doversi divertire, apparire e fare determinate cose; parla anche dell’alienazione delle persone che magari si sentono quasi obbligate a certi comportamenti ma in realtà, obbligati non lo siamo mai: c’è sempre una scelta nella vita.
Non siamo costretti a fare cose imposte da altri, è solo un limite mentale e sociale.
A proposito di limiti, stiamo uscendo da un periodo di chiusura ; ma tu sei tra quelli che ha prodotto in questo periodo o che ha avuto un blocco emotivo magari?
In generale direi che è stato un momento di alti e bassi mentali, ho cercato di ingannare il tempo in tutti i modi.
Ho creato qualcosa, ma non tanto, perché l’incognita negativa sul futuro pesava molto.
Piano piano per fortuna le cose sono migliorate.
Per quanto riguarda La Festa poi, questo era un brano già pronto da prima, come tutto il resto del progetto.
Anzi abbiamo dovuto spostarne la pubblicazione a causa del lockdown.
Tu sei di Catania, una zona artisticamente molto attiva soprattutto negli ultimi anni; quanto e in che modo ha inciso nella tua musica la scena musicale della tua città e della Sicilia in generale?
Ovviamente la terra in cui stai, ti influenza sempre, ed indubbiamente questo si rispecchia nella propria musica.
Poi Catania ha appunto questa vivacità artistica che è impossibile ignorare:
per la mia generazione in particolare, quando ho iniziato a fare musica, c’erano già tanti ragazzi che suonavano come me, che incontravo nelle sale prove, c’era molta contaminazione anche di generi diversi.
Era bello proprio per questo, per la varietà della musica che si respirava.
Io poi ho sempre ascoltato tanta musica, ma non sono bravo ad etichettare le cose.
Come ti dicevo, mi sono sempre piaciute le contaminazioni.
Poi certo, se proprio devo scegliere un riferimento universale ti dico I Beatles, che per me sono insuperabili tuttora, a prescindere da Catania e dalla Sicilia.
Quanto ha pesato per te, nel bene e nel male, essere figlio d’arte?
Ti dirò, io non c’ho mai pensato perché per me è stato normale crescere insieme alla musica.
I live, la musica in casa, per me erano la quotidianità.
Poi crescendo è cresciuta anche la passione per la musica, e farla è diventato il sogno della mia vita.
Mio padre non mi ha mai spinto verso questa direzione, mi ha lasciato libero di scegliere, ed ovviamente è felice che io faccia questo, anche sapendo che è un mondo difficile.
Però lui, come me, sa che fare musica per chi ha una forte passione è la cosa più bella.
Non hai mai pensato quindi ad una vita senza fare musica?
Diciamo che ho avuto anche altri interessi, più o meno artistici, ma la musica di fianco c’è sempre stata, fino a quando non ho poi deciso di farlo diventare un mestiere.
Quindi, dopo questi concerti e questi singoli, quali progetti hai?
Usciranno anche altri singoli, uscirà l’album di cui sono felicissimo perché mi rispecchia tanto come risultato. Non abbiamo ancora tempistiche precise, quindi per adesso ci concentriamo sull’uscita de La Festa e poi chissà…
E poi l’estate è appena cominciata, chissà magari qualche altro live a sorpresa!
Chiudo l’intervista con un enorme in bocca al lupo che sembra essere andato estremamente a buon fine, perché i concerti di Brando sono andati alla grande, e noi non vediamo l’ora di rivederlo sul palco.

Sono una toscana semplice : un po’ d’arte, vino buono & rock ‘n roll.
“Non come chi vince sempre, ma come chi non si arrende mai”
(Frida Khalo)