Home Interviste Silvia Nair: sul palco devi essere un leone, ma poi serve tanta umiltà

Silvia Nair: sul palco devi essere un leone, ma poi serve tanta umiltà

by Paola Pagni

Silvia Nair oltre alla sua voce con estensione di quattro ottave, ha una completezza musicale tale da sfidare le leggi di mercato e sfatare qualsiasi luogo comune sulle donne che fanno musica.

Sì, perché Silvia Nair ha quella forza che solo le donne che osano rompere i cliché possono avere.

Come ci dirà durante l’intervista, non ha temuto il giudizio di nessuno quando ha deciso di cambiare la direzione della sua vita e dedicarsi alla musica, né quando con una voce classica ha deciso di fare pop/rock, oppure quando ha deciso di comporre colonne sonore per film in un mondo prettamente maschile di compositori.

E tutto questo lo ha fatto conservando un’umiltà ed una devozione che sono stati le chiavi con cui ha aperto le porte di esperienze indimenticabili;

Arriva così “Ho visto un sogno”, un brano che cattura tutta questa magia e la restituisce in una voce angelica, ma non per questo meno potente, che emerge nitida anche quando accompagnata dalla pienezza di un rock sinfonico dal respiro estremamente internazionale.

Un brano ed un video che attraversano i limiti geografici e quelli stilistici, portandoci nella dimensione che più si addice a questa artista: quella dei sogni.

silvia nair

Ciao Silvia, benvenuta su Insidemusic.

Tu hai fatto delle cose straordinarie, hai all’attivo esperienze incredibili, e poi basta sentire il brano per restare sbalorditi dalla tua voce, quindi ti dico che a prescindere, secondo me le cose belle, trovano sempre il modo di venire alla luce.

Grazie! In effetti far uscire un disco in un momento del genere è un po’ un azzardo, però …

Magari invece è proprio il momento giusto!

Dicevamo dunque che tu hai questa voce potentissima, veramente unica:  hai scoperto subito di avere questo dono?

No, in realtà no. Mia mamma era un’appassionata di musica e le prime lezioni di pianoforte me le ha date lei. Con lei ho ascoltato opera e grandi voci americane: Frank Sinatra, Barbra Streisand, Elvis;

poi con i miei fratelli rock e pop inglese e americano in grande quantità, e mio papà invece ascoltava musica sinfonica e pianistica.

Quindi ho sempre respirato musica, ma quando mi sono iscritta al conservatorio l’ho fatto per il pianoforte.

La voce l’ho scoperta dopo.

Oggi tutti cantano fin da bambini, io invece ero solo appassionata di musica, senza scegliere uno strumento, o la voce: io ho sempre amato la musica perché mi trasmetteva emozioni.

Spesso quando facevo conservatorio erano gli altri a dirmi che avevo una bella voce, magari durante i solfeggi: tutti mi dicevano questa cosa ma io in realtà non ho subito sposato questa possibilità.

È stata una vocazione adulta (Ride)

Tutte le influenze di cui mi hai parlato si notano molto nella musica che fai, perché hai una voce con cui ti sei cimentata in tanti generi ed i risultati sono sempre ottimi

Tra un album e un altro ,sono  sempre stata in continua evoluzione, quindi conosco molto bene varie dimensioni musicali: mi si confà ad esempio molto la versione voce-pianoforte, in cui riesco ad usare la voce in modo molto espressivo.

Però ho fatto molte esperienze anche con le orchestre sinfoniche :questo ha dato un ‘altra dimensione alla mia voce e modo di far musica.

Al tempo stesso, con i miei fratelli più grandi, rockettari ,ho ascoltato Beatles, Rolling Stone, Dire strati, U2, Queen, Elton John, David Bowie quindi capisci che per me la commistione e la fusione di diversi generi è una cosa naturale.

Addirittura direi inevitabile proprio.

Io ho uno spirito libero, per certi versi sono proprio una selvaggia e quindi non mi pongo limiti.

Da concerti sinfonici, ad arie sacre, fino a colonne sonore da film.

Certo, con una voce come la tua porsi dei limiti sarebbe un sacrilegio! E poi se i risultati sono questi sarebbe da consigliare a tutti!

Ho visto un sognoha proprio questa impronta rock sinfonica molto internazionale: invece a livello di testo e significato, come la descriveresti?

In questo caso il sogno non è inteso come un desiderio materiale, ma è un obbiettivo di vita, un ideale da perseguire con determinazione e tenacia, perché questo è ciò che ti porta a divenire la migliore versione di te.

È un omaggio a grandi uomini che io chiamo visionari, che grazie alle loro idee hanno portato cambiamenti in tutti i settori: sportivo, tecnologico, medico, scientifico etc.

Io amo le figure dei visionari perché sono uno stimolo, ed un modello da seguire.

Io so che il sogno, in questo caso la musica, mi ha cambiato la vita.

Ma io so anche che la musica per me è un modo per trasmettere un messaggio forte, potente, di speranza e forza interiore.

Quello che voglio comunicare  è che è bello vivere, perché noi siamo qui per vivere, non per esistere e basta.

E poi il sogno è anche quello della fine della discriminazione delle minoranze, un sogno di uguaglianza

Quindi un sogno di grande attualità

Decisamente .Quando nella canzone dico “Ho visto un sogno esplodere, infiammare gli animi, e morire e vivere per lui” io intendevo proprio questo.

Quando senti che i tuoi diritti umani e diritti civili non sono rispettati, la richiesta di libertà, di giustizia: ecco di questo parla la canzone.

Un sogno può  scrivere la storia individuale di chi lo fa e renderla migliore, poi però c’è il sogno dei visionari, che è quello che cambia la storia di tutti.

Anche il video di questa canzone sembra quasi ricalcare gli eventi che purtroppo siamo stati costretti a vedere di recente ai telegiornali…

Ho la pelle d’oca infatti: noi lo abbiamo fatto in tempi non sospetti, ma vi passano delle immagini di eventi storici del XX secolo, che incredibilmente negli ultimi 4-5 giorni si sono praticamente riproposti.

Questo non perché sono veggente, ma perché la storia si ripete, è ciclica, per questo è importante non dimenticarsi del passato.

C’è la partenza per la luna da Cape Canaveral, piazza Tien an Men, che sembrano le scene appena viste della partenza dell’ultimo razzo dalla Nasa e quello che succede adesso ad Hong Kong.

Per non parlare di quello successo a George Floyd, e nel video infatti c’è Martin Luther king …

Insomma coincidenze incredibili.

Il momento giusto per urlare questo messaggio, di unità e di un sogno che dovrebbe migliorare la vita di tutti.

Tu hai avuto tantissime esperienze grandiose, hai addirittura cantato davanti al Papa: ti sei sempre sentita a tuo agio?

Il fatto che io abbia una mente aperta, senza preconcetti o pregiudizi, ha fatto sì che mi trovassi a mio agio anche in contesti diversi, anche perché è molto importante tirare fuori il registro giusto per essere credibile.

Ad esempio, se canto per il Papa, è la mia vera spiritualità che mi rende credibile in quella circostanza.

Ci sono invece dei momenti che ricordi con particolare emozione?

Certo! Sicuramente non posso non parlare di Battiato: io ho aperto da sola tanti concerti del suo tour, uno di questi all’arena di Verona, davanti a 14.000 persone.

Ho fatto brani inediti ed ho avuto un riscontro meraviglioso: questo mi ha dato una grande fiducia in me stessa!

Battiato oltre ad essere un vero signore, è un guru, una persona di uno spessore come pochi, e mi ha instillato l’amore per la ricerca; seguendo Battiato ho capito l’importanza di non stare mai fermi dal punto di vista artistico e musicale, e del bisogno di andare sempre oltre.

Così ho iniziato pian piano anche a comporre, per cui ho avuto la conferma che non mettersi paletti e l’amore per la ricerca portano risultati insperati.

Poi un altro incontro da pelle d’oca è stato alla Valle dei templi, 10 Agosto, notte delle stelle in tutti i sensi: ho fatto mezz’ora di concerto con l’orchestra sinfonica di Palermo, e poi dopo ha cantanto un’ora Lucio Dalla: è stata una cosa che non può essere descritta a parole.

Abbiamo fatto insieme un duetto per La sera dei Miracoli: non scorderò mai più la magia di quel luogo e di un genio come Lucio dalla, che mi ha trasmesso una creatività senza limiti.

Ho cantato anche con Ron e con Claudio Baglioni, e poi ho conosciuto la Bertè con cui non ho lavorato ma ho un ricordo molto carino di lei che mi ha sentito cantare, e che mi ha regalato la sua sciarpetta dicendomi “Copriti che c’hai la voce di un angelo, non prendere fresco” (Ride)

Sono veramente ricordi ed emozioni incredibili, ed una grande fortuna averli vissute direi.

Si, e ti dirò che in queste cose ci vuole sempre molta umiltà.

Anche se quando sali sul palco devi essere un leone, perché la gente da te vuole emozione e meraviglia,

però il lavoro che sta dietro al palco, mesi, anni , si deve fare con molta devozione ed umiltà.

Bisogna essere delle spugne, farsi permeare e non chiudersi alcuna possibilità.

Però tu, oltre ad aver scoperto relativamente tardi la tua voce, avevi anche una vita che già aveva preso una strada molto diversa: vieni da una famiglia di avvocati e notai

Un certo tipo di formazione mi ha sicuramente trasmesso molto il rigore, poi io ho sempre amato molto studiare, però con una famiglia così ho avuto la giusta disciplina, della determinazione e della giusta ambizione, che troppo spesso è vista con un’accezione negativa.

Invece l’ambizione, se non diventa arrivismo, ha un valore molto positivo perché anche per realizzare i propri sogni serve ambizione.

Come è stato decidere di fare musica? Sei stata appoggiata dalla tua famiglia?

NO, assolutamente.

Se proprio vogliamo dirla tutta, io non ho mai percorso la via più facile e non ho mai trovato le porte già aperte da nessuna parte.

Un po’perché sono uno  spirito libero, un po’ perché vado sempre contro corrente.

I miei fratelli mi hanno dato della folle.

L’unica a capirmi è stata mia mamma, che ha sempre amato molto la musica.

Ecco lei sapeva di avermi trasmesso questa passione e quindi mi ha capito e sostenuto psicologicamente.

Ma per il resto ho trovato veramente tante difficoltà.

Ma devo dire che un po’ me le sono andate a cercare.

silvia nair

In che senso?

Beh, tu pensa : devo fare carriera notarile, a 30 anni mollo tutto e inizio con la musica.

Poi, voglio scrivermi musica e testi quando so bene che in Italia le cantautrici fanno il doppio della fatica,

infine come se non bastasse mi sono cimentata con colonne sonore da film in un ambiente che è fatto solo di uomini.

E dulcis in fundo, con una voce di questo tipo, quando tutti mi dicevano di fare lirica, ho voluto fare pop. E allora?

(Ridiamo)

Io direi per fortuna sinceramente.

Si alla fine si, però ho fatto tutte scelte che forse non mi hanno agevolato, ma non hanno tradito quello che volevo essere, che sono, e che volevo esprimere.

Beh Silvia, ti ringrazio perché la forza di quello che dici e di quello che canti è veramente un’ispirazione.

Sai, io vivo fortemente il mio tempo, ma questo non vuol dire che io segua mode e tendenze. Io non sono una modaiola e non mi piace essere incasellata.

Però sono fermamente convinta che ognuno di noi abbia il diritto di vivere la propria essenza, di esprimerla al massimo per realizzare poi la nostra esistenza.

Chiaramente dobbiamo adeguarci a delle regole civili di convivenza, ed ecco l’avvocato in me  che esce ..(Ride),

ma è giusto che le persone esprimano quello che sono.

Purtroppo però non sempre la società ti mette in condizioni di farlo, mettendo etichette ovunque: “tu non vai bene” “tu sei fuori tempo ““o sei in anticipo o sei in ritardo” etc..

Condivido pianamente il tuo punto di vista Silvia, e mi auguro che sempre più persone la pensino come te.

Chiudiamo con una domanda sull’album: questa impronta rock sinfonica la troveremo anche nel resto del disco?

L’album uscirà in autunno con dei featurings molto importanti e prestigiosi, quindi non posso anticiparti troppo, ma posso dirti che ovviamente il nuovo progetto ha un suo fil rouge, i temi sono forti …

Insomma ho capito,  dovremo risentirci in Autunno, e credimi che non vedo l’ora.

A voi lascio il video di Silvia ed il link al suo canale YouTube: resterete stupiti da tanta bellezza, scommettiamo?

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