‘Come l’uomo della Luna’ è il titolo del nuovo album del cantautore romano Giampietro Pica in arte Gimbo, disponibile in tutte le piattaforme digitali e pubblicato da Redgoldgreen Label.
Un disco andata e ritorno come un viaggio, un percorso dove ognuna delle undici tracce è un punto di partenza e arriva a quella successiva in punta di piedi. Quasi un concept album con una linea netta tracciata dal viaggio, dai sogni e dalle speranze.
Abbiamo scambiato qualche battuta con Gimbo, sulla genesi del disco, i suoi istinti sonori ed i viaggi che porta nel cuore.

Ciao Giampietro, benvenuto su Insidemusic. Partiamo dal titolo di questo tuo nuovo lavoro “ Come l’uomo della luna”, che è anche il titolo di una traccia dell’album. Chi è l’uomo della luna?
Ciao, grazie. Mi fa veramente piacere trovarmi qui a parlare di questo nuovo album.
Rispondendo alla domanda, penso che “L’uomo della luna” sia un viaggiatore euforico, uno che è sempre alla ricerca di qualcosa che lo entusiasmi nel Mondo che lo circonda. E per questo entusiasmo, per i sogni che alimenta, è pronto ad impegnarsi e a non mollare. Il disco esprime musicalmente questa ricerca che, peraltro, si intuisce anche scorrendo i titoli della tracklist. D’altronde, anche la copertina dell’album gioca visivamente con l’astronauta musicale seduto all’interno di una navicella fatta di racks, consoles e controls. Però, attenzione, il gioco sta proprio qui: perché la musica che vive è legata all’istinto, ed il viaggio è tutt’altro che artificiale.
Un album che è stato definito un viaggio attraverso sogni , speranze e mondi musicali diversi , che esce in un momento in cui viaggiare è un miraggio. Ma in quale spazio temporale è stato creato? E’ figlio di questo periodo o arriva da più lontano?
È il risultato di un percorso musicale, di studio del suono e dei contenuti durato più di tre anni. Quello di cui parliamo sono alcuni dei tanti brani realizzati in quel periodo e poi selezionati per far parte di questo “concept album”. Quindi, è certamente un disco che viene da lontano ma che esprime, credo, contenuti anche molto attuali.

Questo viaggio comunque non lo fai da solo, perché all’interno dell’album ci sono tante belle collaborazioni: le avevi già in mente così o si sono aggiunte strada facendo?
Sono stato davvero fortunato nel trovarli nel tempo. In effetti, non sapevo sin da subito tutte le collaborazioni poi realizzate. Certamente, con alcuni, sapevo che ci sarebbe potuto essere un discorso di questo genere, ovviamente non era scontato ma la c’era la possibilità; parlo, soprattutto, dei musicisti e degli artisti con i quali avevo già collaborato (Rastablanco, Giulio Ferrante, Raina e con loro tutta la band che ha suonato con me i brani). Altri (Fabrizio Bosso, Javier Girotto, Frankie Bellani) sono stati una sorpresa maturata nel tempo. Ci tengo a sottolineare un aspetto che accomuna tutti i protagonisti della realizzazione del disco: l’entusiasmo. Il disco è stato realizzato con questo stato emotivo, ed è senz’altro un ricordo che mi accompagna.
Questo album racconta di ricordi o di vita ancora da vivere?
Racconta molte sensazioni, alcune delle quali vissute in viaggio e poi riportate a casa. Un viaggio che si è sviluppato, nel tempo, tra l’Europa ed il Sud America. Più che ricordi, sono veri e propri legami con tante cose vissute. Però, è anche un disco che parla di prospettive, di superamento di confini. In qualche misura è un lavoro che vive uno slancio emotivo e che proietta verso nuove avventure.

C’è un brano dell’album a cui sei particolarmente legato?
Questa è una domanda non facile (sorride). Diciamo che c’è un brano che potrebbe risultare di “passaggio” nel disco, molto breve e che non si presterebbe neppure ad essere considerato un brano che, però, è molto di più. Parlo di “Voces”. In realtà, è una sintesi incredibile di tutto l’album. Lì dentro c’è il viaggio, l’arrivo, l’accoglienza, la sorpresa, l’adattamento, l’euforia, la crescita personale e tanto altro. Le voci dei bambini della tribù Shipibo in piena Amazzonia, un saluto vero ben augurante che porto con me.

Da sognatore, hai già pensato a quando potrai portare questo album davanti ad un pubblico?
Si, certo. Avevo già considerato delle date che poi sono slittate. Spero di poterlo suonare il più possibile, anche perché per il live ho in mente di far incontrare questo disco con il mood reggae nel quale mi sento a casa. Credo che sarà un live divertente da suonare e credo anche da vivere.

Sono una toscana semplice : un po’ d’arte, vino buono & rock ‘n roll.
“Non come chi vince sempre, ma come chi non si arrende mai”
(Frida Khalo)