Siamo stati all’Orion di Ciampino, in provincia di Roma, per la tappa nella Capitale del tour “Ama il tuo prossimo come te stesso” di Manuel Agnelli.
Manuel Agnelli, il frontman degli Afterhours ha portato – per la seconda volta in sei mesi – il suo progetto solista in giro per il Paese, ma questa volta con una scaletta ancor più cospicua, avendo pubblicato l’album da cui il tour prende nome.
Inside Music vi racconta anche questa tappa con le parole di Leslie Fadlon e le foto di Fabrizio Orsini.
Opening act di questa serata i Little pieces of marmalade che ci hanno deliziato con alcuni loro brani e cover come Gimme all your love degli Alabama Shakes, uno dei pezzi con cui estasiarono il pubblico di X Facto e l’allora giudice Manuel.
Il live di Manuel Agnelli all’Orion di Ciampino (Roma)
Il live inizia puntuale, alle 21.30: le luci si riaccendono quindi su Manuel Agnelli e la potente Severodonetsk, con il suo sapore rabbioso, metallico, sensuale. Manuel è accompagnato dalla sua ”nuova” band, composta da Frankie e DD dei Little Pieces of Marmalade rispettivamente alle chitarre e batteria, Giacomo Rossetti dei Negrita al basso e Beatrice Antolini cantautrice e polistrumentista al pianoforte, synth pad e basso.
Non saranno gli Afterhours, ma sono dei fantastici musicisti in grado di supportare il vlto dell’alternative rock italiano.
Il secondo brano in scaletta è “Signorina mani avanti” ma attenzione, la scaletta è molto Afteriana. E così il pezzo successivo, ”Veleno”, che fa letteralmente impazzire il pubblico accorso a riempire l’Orion.
Piccolo break per i saluti di Manuel Agnelli al pubblico, durante i quali fa ironia sulla sua band e sul suo “Festival delle Pestilenze”: ogni artista suona una malattia pestilenziali. ”Dentro o fuori la televisione?” cantiamo sulle note velenose di “Non si esce vivi dagli anni ’80”, cui segue l’opposta malinconia di “Bungee jumping” e ci si commuove su “Milano con la peste”.
Per “Lo sposo sulla torta” Agnelli ci informa che non vuole darci in pasto sua figlia Emma – con cui canta su questo pezzo – e che la farà sostituire da una sua (quasi) coetanea..Beatrice Antolini, eccezionale.
“Alla fine del vecchio millennio sono andato in panico perché ho perso punti di riferimento e non avevo più niente da scrivere ne da raccontare..per quello ho scritto una canzone su “Quello che non c’è” e la nostalgia continua sulle note di “Ballata per la mia piccola iena”. Torniamo al presente con “La profondità degli abissi” e un racconto sulla committenza legata al pezzo. Come i grandi artisti, anche Agnelli si è trovato a dover scrivere un pezzo richiesto da altri – ovvero i Manetti Bros – ma ha cercato di non tradirsi. E per “Proci” Manuel e Beatrice decidono di fare una sfida, ovvero suonare insieme il piano. Una sfida per crea tensione, ma sempre con sarcasmo, su un pezzo che parla di amicizia.
“Padania la dedica a sè stesso, quella persona che ha combattuto tutta la vita per raggiungere i suoi sogni e alla fine si è dimenticato quali fossero. Torniamo ad un sound sexy con la maliziosa e drammatica “Guerra e pop corn”, accompagnata da una critica sul fatto che in tv si parli di Ucraina solo dal punto di vista geopolitico e non da quello dell’orrore che sta accadendo. E così, questo pezzo parla di due persone che fanno uso di droghe davanti allo spettacolo immondo del presente raccontato in tv. “Male di miele” ci fa saltare e poi Manuel torna al piano per la profondissima “Ama il prossimo tuo come te stesso” title track del suo splendido album da solista.
Dopo un breve break la band torna sul palco al completo per l’encore che scivola sulla triste ma romantica “Tra mille anni mille anni fa” prima della canzone che ha fatto la storia degli Afterhours, “Non è per sempre”. Distorsioni a vortice ci accompagnano verso “Bye bye Bombay” che si chiude come un sogno allucinato e intensissimo. Un sogno che ad un certo punto finisce e, dopo “Pam pum pam” (in filodiffusione e poi dal vivo) è momento per un ritorno al passato con i pensieri superficiali di “Voglio una pelle splendida”.
Per concludere il concerto, Manuel Agnelli e la sua band scelgono di scatenare il pogo: “1996”, “Dea” e “Lasciami leccare l’adrenalina” fanno letteralmente impazzire tutti i presenti.
La calma, la commozione, la passione di “Ci sono molti modi” chiudono questa bellissima serata. Da Manuel Agnelli ci si aspetta sempre il massimo e sempre lo si riceve. Ed è impossibile non amare il nostro prossimo come noi stessi, soprattutto se si tratta di un artista di questo calibro.
Live report a cura di Leslie Fadlon
Photogallery di Fabrizio Orsini

Rock’n’roll lover. Afterhours Lover. Good lyrics lover.