“Didattica” è il titolo del nuovo album della formazione salernitana Zetas. Disponibile da venerdì 29 settembre in tutte le piattaforme digitali e vinile pubblicato da DJ’s Choice, partner label di Four Flies Records. Un debutto atipico per due ragazze di periferia nate a cavallo tra i ’90 e i ’00. Invece di farsi ammaliare dai lustrini della trap e dalla moda dell’autotune caratteristici della loro generazione, puntano alle radici della cultura Hip-Hop e alle sonorità classiche del rap.
Annarella e Miriade, questi i nomi d’arte delle due ragazze. Sono cresciute a pane e jam session, assorbendo e facendo loro quello stile classico fatto di boom bap e flow serrato. Proprio nel titolo Didattica è possibile trovare il senso del loro spirito: “Il rap è una scuola e noi Zetas ci siamo entrate a muso duro, la chiave è l’allenamento costante portando avanti i propri ideali e la propria identità”.
Le abbiamo finalmente incontrate e oltre a parlare dell’album abbiamo affrontato il ruolo della donna nel rap.
Ciao ragazze! Com’è nato il duo, cioè come vi siete conosciute?
In realtà ci conoscevamo già, ci si vedeva in giro poi tramite il laboratorio TheSquare Salerno abbiamo avuto l’opportunità di unire le nostre strade fino a debuttare con il primo singolo nel 2020.
Anna tu sei del 2001, mentre Anna del 1997, come vivete questo gap d’età, c’è qualche differenza nel vostro approccio alla musica?
Miriam: forse nell’approccio alla vita abbiamo qualche differenza per esempio Anna studia mentre io ho deciso di smettere. Ma sul piano musicale siamo molto simili…
Anna: sì esatto, ci piace pensare che comunque le nostre due prospettive sono complementari e ci arricchiscono
E il nome ZETAS che significa?
In parte ha a che fare con i quartieri da cui proveniamo di Salerno. Ma soprattutto l’abbiamo scelto perchè la ZETA è l’ultima lettera dell’alfabeto. Rappresenta gli ultimi, che è come ci sentiamo noi. Vogliamo parlare per tutti gli ultimi.
Parliamo di DIDATTICA, il vostro album d’esordio, c’è un filo conduttore delle tracce?
Anna: il filo conduttore è proprio quello della “scuola”. I testi trattano le tematiche della periferia e i sentimenti del quotidiano, ma per noi quest’album è stato un vero percorso di crescita. Non tutti considerano che per fare rap c’è moltissimo da studiare, di continuo.
Miriam: Esatto, in quest’album abbiamo cercato di creare la nostra identità anche al di fuori delle rime. Abbiamo voluto davvero lavorare moltissimo sui contenuti e per noi le rime sono fondamentali come strumento. CI teniamo tantissimo e mettiamo il contenuto davanti all’immagine, che invece è la tendenza opposta nel panorama musicale di adesso.
Quanto è importante per voi la componente dialettale?
Il dialetto è un po’ la nostra identità e ci piace moltissimo sottolinearla. Oltretutto fare rap in napoletano, per esempio, è completamente diverso dall’italiano. Ti cambia tutto il modo di fare rime e gestirle. Diciamo anche chge ha una sonorità più flessibile, come l’inglese. Ecco perchè vogliamo sottolineare che il rap è studio.
Parliamo di cose serie, i vostri colleghi maschi come reagiscono al vostro lavoro?
Anna: a livello proprio personale noi non ci possiamo lamentare, c’è sempre molto rispetto. Ci rispettano in quanto vere in quello che facciamo.
Miriam: esatto concordo. In generale, però, secondo noi l’immagine della donna rapper non è ancora stata digerita. Nel panorama attuale ti cercano magari per chiederti il ritornello etc, però non sei ancora proprio un pari.
Come ZETAS che progetti futuri avete?
Ancora non abbiamo delle date sicure ma ce ne saranno. Siamo state il 7 Ottobre a Roma per presentare il disco. In un futuro più lontano vogliamo portare la nostra musica quanto più in là possibile. Ma non vogliamo usare i talent come rampa di lancio, non fa per noi.
Allora in bocca al lupo ZETAS a presto!
Ciao belli!

Finally dandy with the me inside