
“Ciò che è sacro nell’arte è la bellezza”, così scriveva Simone Weil. E nulla vale quanto l’arte che incontra il sociale e si trasforma in messaggio didascalico. Se l’arte non la si può del tutto insegnare, in quanto innata in ciascuno, la si può però tirare fuori, grazie all’empatia e alle doti maieutiche. In virtù di ciò, dalla mescolanza dei lavori affrontati da settembre ad oggi, insieme ai ragazzi della Yellow School Palermo, ha preso forma “Yellow Purpurì”, andato in scena al Nautoscopio di Palermo. Lo spettacolo è nato da un’idea di Luca De Paoli, fondatore dell’Accademia, insieme agli insegnanti di teatro, canto e arti performative (Carlo Di Vita, Pietro Tutone, Tiziana Martilotti e Daniele Restivo). Il tema centrale scelto è stata la Sicilia, poiché i ragazzi, durante tutto l’anno (anche durante la pandemia, in video lezione) hanno studiato e approfondito le origini, la storia, i testi e i racconti della loro preziosa isola.
Proprio a causa del lungo lockdown lo spettacolo è stato creato in appena un mese; compito arduo, ma davvero ben svolto e portato a termine da tutti i meravigliosi allievi, anime speciali, per tutta l’equipe dei docenti.
In pochissimo tempo sono stati consegnati loro dei testi (Repertorio Teatro Ditirammu, Giuseppe Pitrè e due scritti di Tiziana Martilotti), che i ragazzi hanno imparato a memoria. Attraverso tecniche di coralità, si è stabilita la giusta sinergia scenica, per far funzionare il tutto. A questo si aggiungono due pezzi cantati e diretti dal maestro Daniele Restivo, il quale ha scritto insieme ai ragazzi anche un piccolo pezzo rap, eseguito magistralmente in piena armonia con tutto.
Tiziana Martilotti ha curato la parte delicata, sensibile e dolce, toccando temi come la speranza e, riprendendo un testo scritto e studiato durante la quarantena in video lezione insieme ai ragazzi; ha portato in scena un messaggio forte, quello che, nonostante la lontananza, la Yellow School Palermo non è mai stata distante.

“Io ho curato i due cunti”, dice Piero Tutone, “totalmente in lingua siciliana, che i ragazzi hanno incredibilmente assorbito e che, con estrema scioltezza, hanno recitato. Uno di questi era di Repertorio Ditirammu e l’altro “C’era na vota un re” del grande Giuseppe Pitrè. Carlo ha toccato le corde più comiche riprendendo la storia di Rosalia (Santa patrona di Palermo) e Baldovino (suo pretendente), lavorando sulle cinque variazioni, ovvero il modo in cui una storia può essere rivista e portata in scena in diverse maniere.
Inutile dire che la forza trainante di tutto questo immenso lavoro è stata l’amore e il coraggio di queste perle rare e preziose. La voglia di mettersi in gioco, di combattere ogni timidezza, l’incredibile scelta di volersi prendere per mano, e insieme affrontare ogni prova che gli veniva posta davanti.
Spesso ci sentiamo dire grazie dai ragazzi, ma vorremmo solo sottolineare che non è mai abbastanza quello che noi diamo a loro rispetto a quello che loro consegnano a noi. Ogni giorno. I loro sorrisi, i loro abbracci, le loro parole, i loro segreti, le loro paure e i loro sogni sono per noi, tutti, motivo di crescita, di voglia di fare solo e soltanto di più nella vita. Siamo noi a imparare da loro e loro da noi, e questo scambio equo mette in luce soltanto una cosa, che quando si mescolano insieme cuori ed energie viene fuori qualcosa di veramente unico e raro, mi permetto di dire.Gli applausi finali hanno riempito i loro e i nostri cuori, probabilmente perché si riconosceva la verità di quelle mani che battevano, poiché i nostri ragazzi vanno applauditi per il grosso lavoro svolto e per l’amore che riversano in tutto questo. Per la loro grande professionalità e bravura. Per il loro immenso sforzo di voler dimostrare a tutti che ce l’hanno fatta. E che quell’applauso vale mille parole, e mille altre cose, non solo perché speciali.”
“Yellow Purpurì” è il primo spettacolo dal vivo portato in scena e prodotto dalla Yellow School Palermo, ma non è il primo lavoro nel quale i ragazzi dell’Accademia si cimentano nella recitazione. Nel mese di luglio hanno, infatti, realizzato due cortometraggi: “Rosalia 2K20”, nato da una riflessione dei ragazzi relativamente alla pandemia e “Qual è il PROBLEMA?” in cui viene fuori come si sia soliti lamentarsi per banalità, senza accorgersi che ci sono persone che, ogni giorno, devono affrontare situazioni limite con estremo coraggio e con determinazione.
L’Accademia Yellow School Palermo riprenderà le attività nel mese di Settembre.

“Voglio essere tutto ciò che posso essere.”