Una classifica dei migliori album di artisti emergenti usciti in Campania nel 2017
La musica è una scusa (ottima) per viaggiare, per conoscere persone, posti e idee nuove. Qualche anno fa, giusto per essere incoerenti con questi bellissimi propositi, nacque la Classifica a Km 0, un modo per ascoltare local, per prendere coscienza di quanta musica ci sia attorno a noi e che rischiamo di perderci per la generalizzata tendenza a cercare artisti lontani. La Campania è una delle regioni che tutti istintivamente associano alla musica, e che il sottoscritto conosce meglio, per la fortissima e a tratti ingombrante tradizione della canzone napoletana. Ma a ben guardare, come accade in questa classifica, da queste parti si riesce a proporre un’offerta molto più variegata di generi ed influenze. Ogni provincia riesce a produrre artisti che meritano di essere ascoltati ed approfonditi. La curiosità aumenta quando da luoghi da cui ti aspetteresti solo certi generi invece ricevi input inaspettati. Dodici dischi, uno per ogni mese dell’anno, come dodici canzoni segnalate da quei lavori. Un modo per parlare di quello che succede sotto il mio naso ma non solo e che a volte diamo per scontato. Una classifica a Km 0 per scoprire artisti che sicuramente più di una volta hanno suonato sotto le nostre case ed in giro per l’Italia e che magari non abbiamo ancora avuto modo di conoscere. Questo elenco di classifica ha solo il nome, è un modo per mettere insieme band e artisti che a loro modo, in maniera molto diversa l’uno dall’altro hanno prodotto lavori che meritavano di oltrepassare i confini regionali e non solo. L’ordine è puramente casuale, perché il disordine, almeno per il sottoscritto la fa ancora da padrone.
Hide Vincent
La Canzone: Things i Did today
L’album di Hide Vincent, al secolo Mario Perna da Ariano Irpino, ma trapiantato a Salerno sembra venire da molto più lontano, come un disco uscito dal cassetto di Damien Rice. La voce figlia di campi sterminati e solitari, innevati d’inverno, quando dalla finestra si scorgono poche anime e si sente la propria urlare. Canzoni capaci di trasportare chi le ascolta altrove. L’album omonimo, che è anche l’esordio di Hide Vincent, è una bella boccata d’ossigeno in uno scenario regionale che propone spesso album fatti col pilota automatico, è un esperimento riuscito, che ricalca la falsariga di songwriter della scuola folk internazionale, senza disdegnare accelerate come in “thing i did today” che mischiano di tanto in tanto nell’album le carte in tavola.
Gomma – Toska
La canzone: Elefanti
I gomma sono probabilmente la sorpresa maggiore di questo anno musicale passato dalle nostre parti. Il loro album d’esordio Toska, uscito con la V4V records, ha destato l’attenzione di moltissimi addetti ai lavori non solo locali ma anche nazionali. Sono in breve tempo diventati una piccola band di culto all’interno del circuito underground. Il loro sound essenziale e le loro liriche disincantate e fatte di una malinconia a tratti violenta sono state in grado di catturare ben più di un ascoltatore facendo incetta di ottime recensioni e grazie al passaparola hanno da subito cominciato a calcare palchi importanti ed anche alcuni tra i maggiori festival indie in giro per la penisola. Non contenti dell’ottima impressione iniziale nell’arco dell’anno solare sono tornati dando alle stampe anche un EP “Vacanza”. Qualcuno li ha associati ai Verdena degli esordi, ma i paragoni a mio parere tolgono meriti a questo gruppo che nelle sue tinte scure sa trovare sempre le note giuste per accendere la luce in chi li ascolta.
Blindur – Blindur
La canzone: Lunapark
I Blindur sono la conferma che aspettavamo in questo 2017. Probabilmente il duo di Cardito è la band che più delle altre rappresenta un perno importante per la musica campana in tutto lo stivale. Il loro album d’esordio era già un piccolo cult nel circuito dei loro fan da quando sotto forma di EP ha cominciato a circolare. Non a caso ha portato Massimo e Michelangelo ad approdare nella famiglia de La Tempesta. Tenere il conto delle date di Blundur in tutta Italia dall’uscita del diasco è quasi impossibile, tra un concerto e l’altro hanno trovato il modo di duettare con quasi tutti i mostri sacri della scena alternativa italiana, come gli Zen Circus, Cristina Donà e molti altri. La canzone che chiude il loro album è il tocco di classe che chiude il cerchio con Foto di Classe, è un ideale passaggio di testimone dall’adolescenza a quella che altri chiamano l’età adulta. Il brano, tra le altre cose, vede anche la partecipazione di Bruno Bavota, altra collaborazione di grande livello da aggiungere a quelle citate in precedenza.
La Maschera – Parco Sofia
La canzone: Dimane comm’ ajere
La maschera è una delle band più napoletane che abbia cominciato a calcare i palchi negli ultimi anni. Al contempo è anche una delle band meno napoletane che c’è dalle nostre parti. Questo perché come nella migliore tradizione dei paesi del Sud del mondo, anche Roberto Colella e soci hanno un sound fortemente influenzato dall’africa e dal sud america. Non a caso nell’album figura la collaborazione di uno dei maggiori artisti senegalesi, Laye Ba, con cui La maschera ha stretto un forte sodalizio musicale e non solo. E’ un album che parte dalle “case popolari” per arrivare in Africa. E’ un album, Parco Sofia, che riempie gli occhi e i pensieri di sole, sabbia e lacrime, trovando quello che di buono può esserci anche in una situazione difficile.
Malmö – Manifesto della chimica romantica
La canzone – Il principio di Archimede
Quello che hanno messo insieme i Malmö è un manifesto della resistenza, ed in quanto tale è ammantato di romanticismo. Molto più facile cedere al cinismo di giorni che corrono veloci, di canzoni che iniziano e finiscono nel tempo di un aforisma. Facile rientrare nei tre minuti del singolo radiofonico. Molto più complicato è lasciare che le mode corrano sul bordo di una strada da cui Daniele, Marco, Enzo e Vincenzo si sono chiamati fuori. Il loro album d’esordio è uscito con l’etichetta Manita dischi ed ha ottenuto molti pareri favorevoli. Il manifesto della chimica romantica sembra arrivare, in qualche modo, dagli anni 90. Basta ascoltare com’è preponderante il basso in quasi tutti i brani. Una band che ha un’identità completa non solo musicale ma anche grafica anche se è solo al primo album. Il post rock che viene dal nord Europa digerito e sputato fuori a Caserta.
I Botanici – Solstizio
La canzone – Non sbaglio più
Volere è potere. I botanici potrebbero avere questa frase tatuata sul petto per quel che ne so. Da Benevento fino a Bologna, entrando a far parte della grande famiglia Garrincha. Il rapporto quasi fraterno con Bebo de Lo stato Sociale che ha curato il mix del loro album d’esordio “Solsitizio” e da lì via andare da Nord a Sud sui più disparati palchi d’Italia, in giro per festival e club crescendo ogni giorno di più nei live e negli ascolti, come cresciuto il loro pubblico ai concerti e su internet. Il loro album è un concentrato di voglia di fare, di chitarre che urlano e di voci che gettano il cuore oltre le transenne, dove ci sono sempre più persone a raccogliere la loro voglia di urlare. Volere è potere e dopo il solstizio invernale i Botanici puntano dritto a quello estivo senza sentire minimamente la fatica dei chilometri. L’anno non è ancora finito Mirko e soci hanno già fatto uscire un nuovo singolo, che anticiperà forse un nuovo album? Magari si.
Dileo – La Nuova stagione
La canzone – La nuova stagione
Non si è mai davvero pronti alla nuova stagione. Sappiamo tutti che prima o poi arriverà, che cambieremo le lancette sull’orologio, che ci sarà meno luce, meno sole, meno calore, lo sappiamo bene ma quando arriva la nuova stagione nessuno è mai davvero pronto. Come l’inverno così l’Ep di Dileo, sua prima opera è intrisa di malinconia. Come l’inverno, come stare affacciati ad una finestra chiusa e guardare fuori il sole che tramonta presto, le luci deboli che proiettano le ombre sempre più lunghe, provando a fermare aerei con le dita. Un lavoro a tratti fotografico che si apre con la title track, vera e propria gemma acustica. La voce di Dileo è la marcia in più di tutto il disco che si muove nella tradizione del cantautorato indipendente italiano. Le immagini sono a tinte fredde, attingono ai ricordi, alle speranze disattese, alle promesse vane, alle persone perse per strada, in attesa di un nuovo vento consolatorio. Un ep uscito con Dissonanze Record, label salernitana, che lascia ben sperare per un prossimo lavoro più strutturato e completo.
Fitness Forever – Tonight
La Canzone – Andre’
Il punto di forza di questo album è quello di rinverdire la tradizione di una visionaria sperimentazione anni 70/80. Il loro è un album da avere in vinile, da mettere sul piatto per dare una svolta alla serata, per ballare ma anche per parlare un po’. Per certi versi ascoltare questo disco è come passare dalla programmazione della TV in bianco e nero a quella a colori, non è un discorso sulla modernità ma capacità di usare e dosare sfumature diverse, i Fitness forever dimostrano che al di fuori della scala di grigi c’è un mondo intero da conoscere, colorare e musicare. Sono una band napoletana ma non hanno una vera e propria collocazione che non sia quella internazionale. Una vera e propria bomba esplosa in questo anno musicale, come una mirror ball capace di illuminare l’intera scena musicale campana e non solo, non a caso sono una delle poche band ad avere un’etichetta straniera.
Maleizappa – Dorem Ipsum
La canzone: Scienziati in America
La musica non è una cosa seria, o forse si? I Maleizappa sono iscritti alla scuola di pensiero di Elio e le storie tese, e ravvivano la tradizione della musica italiana nonsense. Quella degli Skiantos e dei già citati Elii. La band casertana dopo una decina d’anni di attività e un album precedente con Dorem Ipsum ha messo a punto e trovato la quadratura del loro cerchio tra ironia e soluzioni stilistiche originali. Ai loro concerti le canzoni erano già dei classici prima di essere incise, con Dorem Ipsum si riesce a scherzare sui luoghi comuni di cui spesso si trovano infarciti gli altri dischi. Perché probabilmente per la maggior parte dei gruppi in circolazione il maggior rischio è proprio quello di prendersi sul serio.
Slivovitz – Liver
La canzone: Negative Creep
Gli Slivovitz sono una delle realtà più solide ed importanti nate a napoli da un bel po’ di anni a questa parte. Band storica con alle spalle vari album che è arrivata in questo 2017 a registrare un album dal vivo, in uno dei punti di ritrovo per jazzisti e musicisti più importanti di Milano e d’>Italia, capace di racchiudere e riassumere quanto fatto negli album precedenti. Liver, questo il titolo dell’album pubblicato in vinile grazie ad una campagna di fund raising, è arricchito anche da una cover dei Nirvana. Negative Creep infatti chiude questo album composto da sei brani in cui la band napoletana è riuscita a condensare molta della abilità e coesione musicale. Dai fiati alla chitarra, passando per la sezione ritmica ogni componente della band mette la sua bravura al servizio di un obiettivo superiore quello di un sound difficilmente replicabile non solo in Campania ma anche altrove nel nostro paese.
Sebastiano Esposito – 24
La canzone: Lost in You
ha ancora senso produrre un disco di musica strumentale in anni come questi? La risposte è inutile quando la musica ti porta a comunicare ogni tua emozione tramite il tuo strumento. E’ questo il caso di Sebastiano Esposito, uno dei più quotati chitarristi campani e non solo che ha dato alle stampre 24, la summa della sua produzione originale, corredata da un paio di cover, in cui ripercorre gran parte della sua vita da musicista. Lo abbiamo visto affiancare artisti come Ivan Granatino e Sabba, con la sua versatilità si è spesso cimentato anche come produttore. Un disco che è come una boccata d’ossigeno, per buttare a mare i preconcetti e comunicare con le sei corde quanto la musica possa portarti lontano.
Yombe – Goood
La Canzone – Tonight
Gli Yombe nascono da una costola dei Fitness Forever per prendere una direzione diversa, meno pop e più elettronica. Le ritmiche diventano più serrate ma senza però dimenticare la melodia. In questo album uscito per la Carosello record Alfredo Maddaluno e Cyen raggiungono i livelli del pop elettronico à la St.Vincent. Il loro disco è un caleidoscopio di sonorità sintetiche che colpiscono allo stomaco. I bassi sono in grado di rapire l’ascoltatore e farlo ballare ma anche cantare. Goood è uno dei pochi prodotti che davvero possono dirsi internazionali senza per questo sembrare privo di identità La voce di Cyen, insieme alla produzione di Alfredo hanno definitivamente alzato l’asticella delle produzioni elettroniche italiane. Quello degli Yombe è un nuovo standard fatto di stile e passione filtrati da sintetizzatori e drum-machine.
Come sempre in un viaggio non importa tanto quanto tempo si impiega per raggiungere una meta, ma il come. In questi dodici mesi mi è capitato di ascoltare tantissime cose e qui ce n’è solo una pare, anche se la più importante, perchè a prescindere da dove si scelga di andare la colonna sonora è sempre importante.
