Tutti uniti, nel nome della musica, in Piazza San Giovanni a Roma, per ricordare le vittime delle guerre: questo è stato il concerto “Insieme per la Pace”, la manifestazione ideata dal sindacalista Aboubakar Soumahoro.
Il concerto è iniziato con un minuto di silenzio chiesto da Soumahoro, sul palco con dei musicisti senegalesi:
“Non posso non chiedere a tutti voi di dedicare un minuto di silenzio alle vittime di questa guerra. Noi solidarizziamo con il popolo ucraino ma siamo contro le guerre in tutto il mondo. La guerra uccide la natura e gli esseri viventi. Con la guerra va a fuoco la nostra casa comune: l’umanità”.
ha aggiunto
Un silenzio che deve essere interrotto perché tutti vogliono fare rumore:
“Credo fortemente che la musica sia un grande amplificatore di messaggi; siccome credo nei suoi messaggi, volevo in qualche modo dare il mio contributo.”
afferma Diodato
Sul palco di Piazza San Giovanni il potere della musica unisce artisti (Gaia Gozzi, Margherita Vicario, Roy Paci, Diodato, Ascanio Celestini, Elio Germano, Sabina Guzzanti, Leo Gassman) e spettatori, insieme per chiedere la pace.
“Fermiamo il massacro che sono le guerre nel mondo.
Siamo contro tutte le guerre, non ce n’è una che vale di più e una che vale di meno.”
fa eco Flavio Insinna
Photogallery a cura di Andrea Melaranci
La voglia di condividere emozioni e parole; quelle di Cecilia Strada:
“Le politiche della Nato non penso siano tanto tese a mantenere la pace, l’ordine e la giustizia tra le nazioni. Io ho lavorato tanti anni in Afghanistan e ho visto cosa è successo con questa esportazione di democrazia.
Ci sono state centinaia di migliaia di morti, feriti, vedove, orfani, e adesso il Paese è nelle mani dei talebani. La pace e la giustizia non si costruisco con le armi.
Personalmente penso che aumentare gli armamenti sia esattamente quello che preparerà la prossima guerra .
Se continuiamo a ragionare in termini di quante armi inviamo e quante ne costruiamo per qualcuno è estremamente vantaggioso ma per i cittadini del mondo, in Ucraina e in tutti gli altri paesi afflitti da situazioni di guerre e di conflitto, questa non può essere la soluzione ma anzi il problema.
Mio padre penserebbe quello che penso io, ovvero che è una pazzia totale”.
ha detto la figlia di Gino, fondatore di Emergency e presidente della stessa Ong, a margine del concerto
“Non è una piazza “nè, né”, come è stata etichettata, ma una piazza per.
Questa è una piazza che si pone delle domande: Noi in Italia abbiamo una bella tradizione nel mandare armi.
Nessuno si ricorda di quelle inviate alla Russia, come i blindati leggeri Lince. Magari gli stessi che ora stanno in Ucraina.
I produttori di armi sono come quelli che ridevano e si leccavano i baffi quando ci fu il terremoto dell’Aquila”.
ha ricordato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, dal palco del concerto ‘Insieme per la Pace’.
Un concerto che fa diventare la Piazza simbolo di libertà.
Per ogni cosa c’è un posto
ma quello della meraviglia
è solo un po’ più nascosto
(Niccolò Fabi)