Timo Tolkki’s Avalon – Return To Eden [recensione]

di Giovanni Seltralia

È uscito il 14 giugno per Frontiers il terzo capitolo della metal opera firmata dall’ex Stratovarius, Return To Eden, e probabilmente si tratta dell’ultimo capitolo della trilogia. 

L’ultima fatica del power hero Timo Tolkki chiude la trilogia del progetto Avalon con la coproduzione di Aldo Lonobile e membri sparsi tra Secret Sphere, Temperance, e diverse altre band tricolori.

La commistione italo-finlandese funziona e tira fuori una produzione dai suoni forti e cristallini, con una squadra di musicisti che corre agilmente tra il Mar Baltico e il golfo di Taranto: il punto di incontro è quel power che tra anni Novanta e primi Duemila vide Finlandia e Italia protagoniste con tante band leggendarie.

Ora, anche fingendo per un momento che non sia il 2019 e che il power non sia stato rinfrescato già da qualche anno (penso a Beast In Black, Amaranthe, Battle Beast…), Tolkki ha comunque chiuso la trilogia della sua metal opera con una certa stanchezza. Il mix è di alta qualità, i musicisti sono tutti bravissimi, gli ospiti si difendono bene, i pezzi sono gradevoli: la sensazione, tuttavia, è quella di un compitino ben fatto, poco ispirato, e niente di più.

La scrittura dei brani non si discosta dal genere e anzi, affianco a qualche timido passaggio progressive, il tipo di power proposto è quello radiofonico di derivazione ottantiana (Hear My Call, Now and Forever), anche se vale la pena segnalare le ottime prove di Todd Michael Hall dei rinnovati Riot e della sempre brava Anneke Van Giersbergen.

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Bruttine, bisogna dirlo, le orchestrazioni: nessuno pretende Hans Zimmer in camera di regia e l’Orchestra di Praga in quella di ripresa, ma la programmazione del MIDI e dei Virtual Instrument è plasticosa e riesce a segnare una delle intro più noiose di sempre – un altro chitarrista alle prese con le orchestrazioni, di nome Michael Romeo, mise insieme una Oculus Ex Inferni, tanto per dire.

La tematica religioso-postapocalittica vira spesso e volentieri nel liricismo, più che in passato se si guarda al primo episodio della saga. Manca ancora tuttavia un reale dialogo tra i cantanti, in teoria personaggi della metal opera. Il ché ci conduce a un’ultima questione.

Per rispondere alle non troppo velate critiche di Tobias Sammet, Tolkki nel 2013 disse che

Nobody owns a franchise to ‘metal operas’ which is not really an operatic format because it doesn’t have any real dialogue between the singers.

Ora, premesso che in questo album di dialoghi non ne vediamo quasi per niente, la domanda è: cosa differenzia Return To Eden da un qualsiasi concept album dagli anni Settanta in poi (con le dovute differenze da un Tommy o da un Operation: Mindcrime)? E di conseguenza, cosa è diventata la forma ‘metal opera’? Avantasia ci ha abituato a grandi ospiti, a una storia che si dipana tra le canzoni, ma anche a un continuo dialogo tra i personaggi impersonati dai migliori cantanti power dell’epoca. Alcuni emuli, tra cui gli Aina di Sascha Paeth, i Symfonia dello stesso Tolkki e del compianto Matos, erano esperimenti che portavano avanti il discorso.

Certo, il concetto di metal opera aveva molto poco a che fare con Puccini, e moltissimo a che fare con i musical di Broadway, eppure aveva una sua dose di sperimentalità. Con questo Return To Eden sembra solo di vedere un supergruppo dai nomi altisonanti e con dietro poca sostanza.

In definitiva, dopo tre album portati a casa, è ormai chiaro che Tolkki è stato un compositore e un musicista che ha fatto la storia di un genere, ma che non ha sviluppato la sensibilità di un Lucassen, di un Devin Townsend e nemmeno di un Tobias Sammet. Niente di male, per carità, ma dai dinosauri che hanno fondato un genere ritrovarsi a mala pena la sufficienza è per forza di cose una delusione.

Line-up:

Todd Michael Hall – voce (Promises, Now And Forever, Return To Eden)

Anneke Van Giersbergen – voce (Hear My Call, We Are The Ones)

Mariangela Demurtas – voce (Godsend, Guiding Star, Return To Eden)

Zachary Stevens – voce (Miles Away, Wasted Dreams, Return To Eden)

Eduard Hovinga – voce (Give Me Hope, Limits)

Timo Tolkki – chitarra

Aldo Lonobile – chitarra

Antonio Agate – tastiere, piano

Andrea Buratto – basso

Giulio Capone – batteria

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