System Of A Down e Prophets Of Rage al Firenze Rocks. Reporter per un giorno torna per raccontarvi questo speciale evento

di Luca.Ferri
Dopo l’avvocato che ci ha raccontato l’IDays di Imola questa volta è il turno dell’impiegato di banca. Si chiama Enrico Avellini il coraggioso rocker che ha deciso di raccontarci uno degli eventi più attesi dell’estate, il concertone dei System Of A Down con special guest i Prophets Of Rage. Andiamo quindi a leggere questo appassionante racconto.
Terza serata del Firenze Rocks, quella finale, dopo Eddie Vedder e gli Aerosmith tocca a loro: i System Of A Down! In apertura i Prophets of Rage. Accolti a Firenze da parecchie limitazioni relative a viabilità e parcheggi troviamo un ippodromo per lo più ben organizzato, già dalle 10.30 sono molti in fan che attendono l’apertura dei cancelli. Il pomeriggio, nonostante il grande caldo, riesce a passare senza grosse conseguenze grazie agli idranti della protezione civile sempre attivi per dare refrigerio e allietare l’attesa dei 50.000 spettatori.
Giungono quindi le 19 e grazie all’ingresso dei Prophets of Rage gli animi si iniziano a scaldare, brani storici dei Rage Against The Macine riproposti e con alla voce D-Real Cypress Hill e Chuck-D Public Enemy due icone del rap mondiale. Nel bel mezzo della loro esibizione lasciano il microfono alla calda voce di Serji Tankian, annunciato da Tom Morello membro storico degli Audioslave al fianco del compianto amico Chris Cornell, che si cimenta in una toccante versione di Like a Stone degli Audioslave, esguita in perfetto stile Serji. Momento davvero commovente, che viene però subito scosso dalle tracce “Know Your Enemy”, “Guerrilla Radio” e “Testify”. Il set dei Prophets si conclude con l’immancabile “Killing in The Name” che fa scatenare e saltare tutti i 50.000 accorsi all’ippodromo.
 È il momento, quello atteso a mio avviso da fin troppo tempo! Una versione Intro di “Soldier Side” da il via allo show dei System Of A Down, oltre che alle emozioni dei presenti, che si lasciano coinvolgere senza la minima opposizione, si salta, si canta, si urla, insomma ci si diverte! Da subito, però, la prima nota amara si palesa: Serji, a differenza del collega Dan Malakian, ha un volume a dir poco impercettibile “bruciando”, per i meno emozionabili, tracce come “SuitePee”, “Prison Song”, “Violent Pornography” ma soprattutto la maestosa “Aerials” che se non fosse stato per il sound pieno e potente e per la pazzia dello schizzato Dan Malakian sarebbe stato da farla riniziare da capo.
A seguire viene proposta “Mr. Jack” che non può e non deve lasciare impassibili. Si prosegue, il sound c’è ed anche il volume della voce, finalmente, sembra aumentare: si va da “Ddavil” a “Suggestion”, passando da brani come “Needles” e “Radio/Video”.
Il pubblico è già ad un buon punto di incandescenza ma appena parte “Psycho” sembra davvero impazzire! E cosi senza nemmeno un secondo di pausa parte “Chop Suey!”, è il delirio assoluto! “Lost in Hollywood” viene proposta in una versione da pelle d’oca, e tutti i presenti accendono i cellulari per riprendere il momento che ha il sapore di indimenticabile. Lo show scorre veloce e mentre Serji passa da uno strumento all’altro Daron si palesa per quello che è: un abilissimo intrattenitore di folle. “Question”, “Lonely Day”, “Kill Rock’n Roll”, “B.Y.O.B.”, “Roulette”, l’immancabile “Toxicity” e “Sugar” concludono il concerto.
Una conclusione affrettata che lascia tutti, me compreso, con l’amaro in bocca, cazzo non potete aver già finito! Credo che come me in molti avrebbero tranquillamente assistito da capo all’intero show, 1 ora e 15 minuti di concerto, che potevano diventare tranquillamente 2 ore intere vista l’ampia scelta di brani ai quali un fan non è disposto a rinunciare, come ad esempio “Spiders” e “ATWA”!
FOTO DEL FIRENZE ROCKS DURANTE LO SHOW DEI SYSTEM OF A DOWN DI FRANCESCO PRANDONI
FONTE OFFICIAL FACEBOOK FIRENZE ROCKS
0

Potrebbe interessarti