Home Interviste Silvia Salemi e il suo Chagall: una carezza musicale che fa sentire liberi

Silvia Salemi e il suo Chagall: una carezza musicale che fa sentire liberi

by Paola Pagni

Silvia Salemi è un nome che molti, come me, associano d’istinto ad una canzone di qualche anno fa (qualche…) che si riconosce dalle prime sillabe (tu ru ru, tu ru ru) e da una voce dolce e cristallina che in un attimo ti fa distendere e guardare in alto con un sospiro.

Da quel Sanremo del 1997 di acqua sotto i ponti ne è passata veramente tanta, per tutti, ma Silvia Salemi è riuscita a conservare intatta oltre alla sua bellezza (una delle poche a cui i capelli cortissimi stanno così bene!) ed alla bellezza della sua voce, anche quella sensazione di libertà spirituale ed emozionale che già si respirava a casa di Luca.

E proprio oggi esce il suo nuovo brano, Chagall, un singolo che, come diremo più avanti, è una poesia musicale.

Melodie ampie ed armoniose, che evocano davvero le figure danzanti di Chagall, mai pesanti, mai contrastanti, ma sempre leggiadre e sospese in un magnifico blu.

Silvia Salemi canta di un incontro di anime, e lo fa con una cifra stilistica che la rende unica, come è sempre stata.

Abbiamo fatto una chiacchierata molto piacevole, in cui Silvia ci ha parlato con entusiasmo di questo suo nuovo lavoro discografico, ed ha mostrato la sua sincera sensibilità quando abbiamo toccato temi più personali.

Insomma, Silvia Salemi emoziona ancora come allora.

Intervista a Silvia Salemi.

Ciao Silvia, per prima cosa complimenti per il singolo Chagall. E poi guarda, per me l’abbinamento musica/pittura è un binomio sempre vincente.

Grazie! Mi fa molto piacere che ti sia piaciuto

Il brano ricorda proprio l’atmosfera dei quadri di questo artista, e si ha l’impressione che più che dell’incontro tra due persone si parli del dialogo di due anime: è così?

Si, è così nell’idea della scrittura del brano ed è stato così da quando l’ho cantato.

Mi ha sempre accompagnato questa idea di provare a dipingere immagini con la musica: alla fine quello che fa un musicista, anche se con strumenti diversi da un pittore, è proprio questo.

Diciamo che è un brano che si può “vedere”

Sai, quando ho appunto immaginato questo mondo pittorico ho pensato: proviamo con una canzone a rendere questa magia e questo incontro di anime, con i colori e le sfumature di un rapporto, che sono poi la bellezza del rapporto stesso.

La musica riesce a darci questa libertà di espressione, perché è la stessa musica ad essere libertà.

Anche come sonorità è un brano molto arioso, un testo che scivola proprio via accompagnato dalla tua voce sempre ben definita ma delicata, mai contrastante: come è nato quindi musicalmente parlando?

Intanto bisogna dire che abbiamo aspettato di superare la fase del lockdown perché non volevo minimamente che la canzone fosse collegata a quel momento.

Le canzoni per me devono essere legate semmai ad una fase personale dell’artista, ma non al momento storico vissuto.

Poi è una canzone in cui abbiamo abbinato la modernità del suono e l’eternità dei temi; una canzone che la può ascoltare mia figlia e sentirci delle cose così come può farlo una persona adulta e percepirne altre.

Diciamo che abbraccia un mondo che può toccare più corde, più anime, più sensazioni e più possibilità.

Musicalmente poi non ha mai punti contrastanti, è molto libera e molto aperta: questo può essere un limite forse perché non s’inquadra in un genere, però ha il vantaggio di avere un passo di ampio respiro.

È di fatto una canzone-poesia.

Anche le immagini che hai realizzato per questa canzone lo sono

Riguardo a questo mi è stato detto di essere sempre sensuale ma elegante, ed anche la canzone vuole essere proprio così:

sensuale perché ti avvolge ma elegante perché non lo fa mai in modo violento, non è mai uno schiaffo sonoro; e poi alla fine, da una cosa sensuale e suadente ci si lascia sempre prendere.

Come una carezza quindi

Esatto, una carezza musicale.

Partendo quindi dal riferimento a Chagall pittore, i sui dipinti hanno quest’aria sempre fiabesca, di figure volanti sospese tra il sogno e la realtà: tu ti riconosci più come sognatrice o come una coi piedi per terra?

Io sono un anima doppia , nel senso che ho i due estremi del mio segno zodiacale (Ariete): ho una parte marziale, forte , che risolve i problemi spesso anche quelli degli altri ,quindi ben salda coi piedi per terra;

dall’altro lato ho questa necessità di rimanere pura, bambina , come dicevi tu quasi sospesa e spesso in disparte per riprodurre le mie sensazioni, riaprirmi il mio mondo, in un certo senso anche ripulirmi da esperienze che a volte ci sovraccaricano di emozioni non sempre positive.

Penso che ogni tanto si debba “pulire la tela” per farsi di nuovo permeare da sensazioni nuove, ed in questo senso sono più sognatrice.

Contemporaneamente alla musica, in questi anni hai fatto molte altre esperienze come la radio, la recitazione e la scrittura: tutto questo nasce per caso o è frutto di una tua esigenza di sperimentare per poterti anche esprimere in maniera più ampia?

Sono esperienze figlie tutte della stessa esigenza: comunicare qualcosa con il pubblico, comunicare che io esisto.

Questa è una mia necessità nata ancor prima di me: come ho raccontato nel mio libro (il romanzo si intitola “La voce nel cassetto “e potete trovarlo QUI), la mia nascita era già in dubbio dal mio concepimento a causa della malattia precoce di mia sorella.

Il mio venire al mondo è stato un grido alla vita, perché volevo a tutti i costi nascere, ed in tutta la mia esistenza è presente la voglia di comunicare al mondo che ci sono.

La scrittura, la radiofonia, il teatro nascono tutte da questa esigenza di stare con gli altri di far sentire le mie sensazioni, di esprimere quello che penso.

Sappiamo comunque che il tuo primo amore è sempre la musica, ma c’è mai stato un punto di rottura col tuo passato musicale, come talvolta succede con gli amori più grandi?

 No per fortuna in questo amore non è successo.

Io a causa del trauma per la morte di mia sorella, mi chiusi in un silenzio forte fino all’età di 2-3 anni e successivamente ho iniziato prima a cantare che a parlare, quindi per me la musica è vita, non potrebbe mai essere altrimenti.

Diciamo che proprio perché ho sempre avuto questa capacità di convivere con la musica, quando sono nate le mie figlie mi sono solo un po’ allontanata da questo mio elemento naturale, ma soltanto per fare la mamma.

È stata un’interruzione gioiosa, perché volevo essere solo Silvia e stare con loro, così mi sono concessa questo lusso.

Rientrando dopo 10 anni ovviamente sono cambiate tante cose, ma non mi sono fatta spaventare, mi sono rimboccata le maniche e con umiltà sono ripartita.

E le tue figlie hanno assorbito un po’ della tua vocazione artistica?

Ludovica, che adesso si accinge a fare una piccolissima cosa cinematografica, ha questa mimica molto bella che secondo me dovrebbe molto coltivare: quando si cura con amore e passione un talento, le belle cose poi arrivano di conseguenza.

Mentre Sofia ha più sensibilità verso la musica, le piace cantare, ma è anche molto studiosa, è una ragazza che ama la scuola e mi piace che al momento sia focalizzata sulle cose più concrete; se poi vorrà potrà comunque seguire i suoi sogni

Chagall resterà un singolo o farà parte di un nuovo progetto?

Al momento come sai sono già in radio come esperta musicale per Rai Radio 2,

una cosa che mi impegna molto, e l’uscita di questo singolo è già una grandissima soddisfazione per me perché sono una cantautrice.

Nel cassetto però ci sono altre canzoni pronte e pian piano le sentirete, per cui direi che questo è solo un assaggio!

Sicuramente un assaggio di quelli che fanno crescere l’appetito.

Siete pronti a perdervi nel blu di uno Chagall? Il video lo trovate proprio qui sotto

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