“Scarpe” è il nuovo EP di Atipico, pseudonimo di Andrea D’Orazio, nato dalla collaborazione con il produttore Marco “Diniz” Di Nardo.
L’ EP esplora, attraverso un racconto fatto di cinque brani, varie emozioni che accompagnano altrettante fasi della vita di ognuno di noi, cercando di farci capire quanto sia importante provare ad immedesimarci nell’altro.
Nella musica di Atipico c’è il forte legame con le sue origini e questo senso di appartenenza ai luoghi cari si respira in tutto il suo percorso musicale, un cantautorato molto intimo con la voglia di raccontare la realtà in cui viviamo e ma anche i sogni da realizzare nei luoghi dove si è nati e cresciuti.
In questo senso, “Scarpe”, esemplifica ciò che dobbiamo imparare a combattere o accettare: la perdita cantata in Resta Qui, l’illusione di Una Sorella, il silenzio, l’attesa di Rime Inutili, le tentazioni e gli errori raccontate in Ricominciare ed in fine i sogni simboleggiati da Scarpe.
INTERVISTA
“Scarpe” racconta le varie fasi che ognuno di noi può e deve attraversare durante la vita. In tal senso il titolo dell’Ep richiama l’immedesimarsi nell’altro…
È un po’ come riconoscersi a vicenda. Noi che scriviamo ci riconosciamo nelle storie della gente e viceversa.
Il tuo Ep è soprattutto un percorso nei sentimenti. Come hai scelto l’ordine della track list?
Ho cercato di seguire un ciclo. Credo che la vita sia un insieme di cerchi che si chiudono e ci preparano ad altre esperienze.
Rime inutili canta il bello della semplicità ma è anche un ringraziamento alla musica perché talvolta delle rime inutili ci salvano la vita. Quali Rime Inutili senti più vicine a te?
Tra le tante sicuramente ci sono canzoni che mi hanno salvato. Non vorrei fare elenchi perché variano molto in base ai periodi di vita.
Come mai avresti voluto Una sorella? Forse perché, come dici nella canzone, sarebbe stata una persona per cui avresti rappresentato un punto di riferimento?
Può essere una chiave di lettura. Il primo significato che volevo dare è quello della condivisione, il non essere al centro di tutto nel bene e nel male ed avere appunto una persona con cui condividere molto.
“Resta qui” riflette la tua anima da sognatore, cosa non facile da preservare durante la crescita… Come coltivi il sognatore che c’è in te?
Cerco di non cullarmi mai, questo a volte ti porta anche a non godere di ciò che fai ma permette di avere sempre in testa un obiettivo.
Per ogni cosa c’è un posto
ma quello della meraviglia
è solo un po’ più nascosto
(Niccolò Fabi)