I Little Boys, esplosivo Power Duo italiano nato artisticamente in Giappone, pubblicano oggi 殺害 SATSUGAI, il nuovo singolo, il primo scritto in Giapponese, mixato e masterizzato a Tokyo da Kazunori Okamoto.
Il singolo arriva a poche settimane dalla pubblicazione del video di Esagera, contagioso e irresistibile brano-manifesto contenuto nell’album di debutto “Little Boys”, pubblicato a dicembre 2022 per Engine Records, e anticipa il secondo
album in uscita prossimamente, che avrà collaborazioni importanti come Toshikazu Yoshioka ( Miyavi, The Stokes, 8otto, Fat Joe e altri), Stuart Sikes (The White Stripes, Loretta Lynn, Cat Power e altri) Kazunori Okamoto e Livio Magnini
(Bluvertigo).

Ho scambiato due chiacchiere con Laura e Sergio, i due Little Boys, e tra consigli di anime e inviti ufficiosi ai prossimi live abbiamo affrontato il concetto di SATSUGAI.
Ciao ragazzi! Benvenuti ad Inside Music. So che il vostro duo è nato da una particolare scommessa che avete fatto su un aereo per il Giappone? Qual è?
Laura: Ce lo chiedono tutti ma purtroppo non possiamo rivelarla perchè la scommessa è diventata una promessa tra di noi. Finchè non si realizza non possiamo proprio dirla. Posso per raccontarti come ci siamo incontrati. Ci conoscevamo di vista e ci siamo incontrati su questo aereo per il Giappone, per entrambi era un momento di ricerca di qualcosa. Confidandoci le nostre paure ci siamo capiti ma il viaggio l’abbiamo poi proseguito in solitaria perchè sapevamo di non essere ancora pronti a lavorare insieme e in generale a comunicare con altre persone. Ci siamo risentiti dopo un po’ dal ritorno e abbiamo fatto nascere il duo.
Il concetto di SATSUGAI è quello di “omicidio di sè stessi”, riuscite a spiegare meglio questa idea?
Laura: Sì, è una rinascita, una motivazione ad andare avanti. Nel pezzo dico “l’erba cresce anche senz’aria”. Un paradosso nel senso che andiamo avanti nonostante tutto.
Sergio: Sì aggiungo che il concetto di autodeterminazione e sfida con sè stessi.
Laura: tra l’altro il concetto di sfida l’abbiamo imparato dal viaggio in Giappone. al contrario di quel che si può credere i Giapponesi sono tutt’altro che miti sono in continua sfida.
A proposito di cultura di giapponese, in questo singolo avete ricorso anche alla simbologia numerica. Dato che è in arrivo un secondo album dei Little Boys è un’influenza che vedremo ancora?
Laura: non penso in realtà perchè ci annoiamo facilmente. In questo singolo la simbologia numerica serve a interpretare la canzone stessa. I numeri 4 -3-9 sono associati al ciclo di vita come nascita sofferenza e morte. Rispettivamente il suono fonetico del numero 4 in Giapponese significa morte, infatti è considerato un numero sfortunato, non viene utilizzato nemmeno per numerare le stanze degli ospedali o degli appartamenti. Il numero 3 può essere interpretato come nascita, ricorre in vari proverbi Giapponesi con significato di evento positivo e prosperità, il 9 è invece associato alla sofferenza e dolore, anche questo numero si troverà difficilmente esposto in Giappone. Tra le righe, uccidere è uccidere se stessi metaforicamente compresi nel ciclo di vita morte e rinascita
Il testo è in giapponese, chi l’ha scritto? Parlate giapponese?
Laura: L’ho scritto io con un mio amico giapponese . Il testo comunque è “strano” anche per un madre lingua, è un po’ ermetico. Il giapponese lo sto studiando proprio ora.
Sergio: Stiamo studiando giapponese più che altro con il fine di conoscere al meglio il loro mondo gastronomico (ride) siamo entrambi dei grandi appassionati.
Visto che vi annoiate spesso, che differenze troveremo tra il primo album e il secondo in arrivo?
Sergio: Non ci saranno cambi drastici di fare musica. La soluzione sarà comunque la stessa. Siamo un po’ iperproduttivi quindi presto arriverà anche il terzo perchè siamo in continua produzione.
Laura: Sì in pratica è un prolungamento del primo. Abbiamo solo una regola: prima deve piacere a noi. Perchè siamo convinti che se piace a noi poi piace anche agli altri.
Ma quali sono le vostre influenze musicali?
Laura: Le mie più che altro cantautorato italiano che non centra nulla con quello che faccio ora. Poi chiaramente come si intravede abbiamo subito molto l’influenza dei White Stripes.
Sergio: Avendo accesso a tutta la musica del mondo ormai è molto difficile definire le influenze, se l’adolescenza l’ho passata ascoltando il rock adesso sicuramente apprezzo molto anche l’elettronica e la musica classica.
Quali sono i progetti futuri dei Little Boys?
Sergio: Guarda ti dico che prima di smettere di suonare dobbiamo fare almeno una ventina di album. Mentre a breve termine dobbiamo districarci un po’ nel mondo dei locali per suonare live.
Laura: Sì c’è un tour in programma ma non possiamo ancora anticipare nulla…
Ok! Allora aspettiamo le novità dei Little Boyz per vedervi dal vivo!
Chi sono i Little Boys
I Little Boys sono un duo Power Rock nato nell’inverno del 2020 in Giappone, dopo una scommessa su un volo aereo: Elle (Laura) alla chitarra/voce ed Esse (Sergio) alla batteria. Dopo aver sperimentato in altre band e progetti e aver collaborato con affermati artisti italiani si sono fusi nell’attuale formazione a due, proseguendo incoraggiati dal fascino della sottrazione musicale.
Elle è sempre stata la frontwoman nei progetti ai quali ha collaborato: ha una personalità eccentrica che si riflette negli innumerevoli cambi di look. Scrittrice e artista prolifica e poliedrica, inizia la gavetta musicale come pianista per passare poi alla chitarra elettrica che suona in modo del tutto eccezionale – è mancina – al contrario, ma senza girare le corde. Questo stile esprime perfettamente la filosofia di Elle e ne rappresenta l’elisir motivazionale: creare difficoltà per sentirsi autentica, entrare in competizione con se stessa superando i propri limiti.
Esse è più riservato e pacato, ma è proprio questa diversità a dare vita e dinamicità alla band, offrendo a Elle una complicità assoluta. L’infatuazione per il suono vintage li porta negli studi di registrazione di Verona Sotto Il Mare Records, famoso per l’elaborazione fedele e cruda del suono.
Finally dandy with the me inside