Come ogni anno, arriva Sanremo e la prima serata è come sempre carica di aspettative. E diciamo la verità: chi tra i “Sanremofili” non si è mai messo sul divano a dire la sua, cantante dopo cantante?
Sanremo non sono solo le canzoni : Sanremo è la kermesse, sono i vestiti, i fiori, le gaffe. Sanremo è Il Festival che perfino in Russia ci copiano, ci scimmiottano, ma che sotto sotto ci invidiano.
E quindi, via alle pagelle, quelle senza la pretesa di essere prese troppo sul serio: opinioni opinabili, ironiche ed a volte pungenti, ma sempre piene di ammirazione. O Quasi.
Le pagelle della prima serata:
ACHILLE LAURO – Domenica –
Aspettativa: alta
Realtà: Rolls Royce? Ah no, fanc*lo i Rolling Stone…ah ecco. Il Ritmo è di quelli che funzionano, ma che soprattutto hanno già funzionato. Ed a farli funzionare è stato proprio lui. Facile da ricordare, ma peccato per l’originalità, che è rimasta a casa con i vestiti di Achille. Voto: 6
YUMAN -Ora è qui-
Aspettativa: poca
Realtà: un mix strano tra ciò che si vede e ciò che si sente. Di nuovo c’è lui e la sua emozione evidente, di vecchio c’è l’arrangiamento, tipicamente sanremese. Non strizza l’occhio ai giovani, convince poco gli altri, magari da risentire…preferiamo dargli un’altra chance. Incerto. Voto: 5/6
NOEMI – Ti amo non lo so dire-
Aspettativa: media
Realtà: come sempre un bel testo, un brano difficile di quelli alla Mahmood. Un arrangiamento più attuale rispetto al solito, direi più alla Mahmood. Insomma non facilissimo all’ascolto ma che mette bene in evidenza doti vocali dell’artista, sullo stile Mahmood. Mi ricorda qualcuno ma non saprei dire di chi. Ci penso. Penalizzata. Voto: 6/7
GIANNI MORANDI – Apri tutte le porte-
Aspettativa: bassa (il rinnovato sodalizio con Jovanotti non da grandi speranze)
Realtà: Weilà, che partenza! Gianni è proprio lui, e questo pezzo gli calza a pennello. In bilico tra il vintage e l’antico, la positività (emotiva eh) di Gianni Morandi è tornata sul palco proprio come negli anni d’oro. Aspettativa ribaltata: più Sanremo di così si muore. Peccato i 4/5 presunti plagi. Voto: 6/7
LA RAPPRESENTANTE DI LISTA – Ciao Ciao-
Aspettativa: altissima dopo il pezzo dell’anno scorso
Realtà: Senza dubbio la migliore voce finora, pezzo super orecchiabile, con elementi che si memorizzano al volo. Anni ’80 a gran voce, forse citazione (alla Tarantino) di un’altra cantante in gara (indovinate chi?) ma energia notevole. E c’è pure una parolaccia. Miscela perfetta. Voto: 8/9
MICHELE BRAVI- Inverno dei Fiori-
Aspettativa: alta
Realtà: una bella canzone, Michele è un interprete notevole e lo dimostra anche questa volta. Sicuramente non delude le aspettative, anche se forse è fin troppo prevedibile. Intenso. Voto: 7/8
MASSIMO RANIERI – Lettera di là dal mare-
Aspettativa: non pervenuta
Realtà: Che gli vuoi dire a Massimo Ranieri? Ci sono limiti che non si possono varcare, porte che non si possono aprire, cantanti che non si possono commentare. Ma la canzone beh… nemmeno Rovazzi ce la farebbe a svecchiare Ranieri, quindi tanto vale che resti uguale a sé stesso. Coerente. Voto: 6
MAHMOOD E BLANCO – Brividi-
Aspettativa: altissima, partono tra i favoriti
Realtà: una ballad romanticissima, due voci incredibilmente belle, una fusione perfetta. Promettevano brividi, ed i brividi sono arrivati. Aspettative forse anche superate, nessuna nota stonata, letteralmente. Struggenti e impeccabili. Voto: 10
ANA MENA – Duecentomila ore-
Aspettativa: bassa
Realtà: ah non è uno scherzo? Senza parole. Voto: 4/5
RKOMI – Insuperabile-
Aspettativa: media
Realtà: L’esibizione non è male, il pezzo è quello che ci si aspetta da Rkomi. Si fa un po’ fatica a dargli una vera identità. Tranne che per l’intro alla Personal Jesus. Non spicca. Voto: 5/6
DARGEN D’AMICO -Dove si balla –
Aspettativa: media
Realtà: finalmente la quota festaiola è stata ricoperta da qualcuno. E proprio al momento giusto. La classica canzone che sembra leggera, ma che se poi ascolti bene, il suo bel significato ce l’ha. Convincente e rinfrescante. Voto: 6+
GIUSY FERRERI -Miele-
Aspettativa: media
Realtà: forse penalizzata dall’uscita per ultima, forse no, fatto sta che la voce non esce. Nemmeno con il megafono. Il pezzo non sarebbe male, il tocco retrò lo rende originale e piacevole all’ascolto, ma manca la spinta fin dalla partenza. Peccato. Voto: 5
E poi ci sono loro, che non sono in gara ma che sono stati senza ombra di dubbio il vero pezzo forte della serata: I Maneskin. Perfetti, belli belli in modo assurdo. Bravissimi. Sia in versione super grintosa che in quella cucciolosa, in cui Damiano piange per l’emozione dopo una stupenda interpretazione di Coraline.
Voto: 110 e lode.

Sono una toscana semplice : un po’ d’arte, vino buono & rock ‘n roll.
“Non come chi vince sempre, ma come chi non si arrende mai”
(Frida Khalo)