Avete presente quel locale piccolo, buio, con una puzza tremenda e che neanche ti pagava, ma tu dovevi comunque suonarci visto che faceva parte di quella tanto odiata e amata gavetta, da cui molti artisti non ne sono mai usciti ? Ecco ora quel locale si chiama “Social”, YouTube in particolare, ma è molto più grande, lucente e profuma molto di più.
Lasciatemi fare una premessa, o meglio, una distinzione tra artisti che hanno trovato il successo grazie al Web. Da una parte abbiamo degli artisti a cui il web serve. Parlo dei comici, degli attori, fumettisti, insomma tutti quei tipi di artisti a cui la TV non da più spazio. Dall’altra abbiamo quel tipo di artisti a cui il web non serve, parlo dei musicisti.
E’ semplice essere un musicista e diventare famoso attraverso il web. Apri un canale Youtube, comincia a pubblicare cover inerenti con il tipo di genere che poi vorrai fare, magari ti apri anche un patreon in modo tale permetterti una strumentazione all’avanguardia. Sfrutta dei canali di promozione su YouTube come veedoo.it, continua con il fare delle partecipazioni con artisti già affermati. In poco tempo diventerai virale, i tuoi video saranno condivisi da milioni di persone, probabilmente qualcuno li scaricherà in MP3 e li sentirà in macchina o li metterà durante qualche festa. Quindi per un po’ di mesi continua a pubblicare cover, collaborazioni, magari fai delle challenge e se non sarai abbastanza virale per l’industria musicale ti sarà proposto un qualche concerto, invece se sarai abbastanza virale una qualche casa discografica ti proporrà il contratto per fare un album, e probabilmente ogni estate avrai la tua Hit.
Tranquilli, non sono il solito “vecchio” che urla a vuoto contro il web pensando che abbia rovinato tutto. Ognuno può decidere la sua carriera, a suo rischio e pericolo però, e i rischi sono tanti se si decide di far partire la propria carriera dal web. Basta un solo cambio di “mode” che puoi reputare finita la tua carriera. A quel punto le cose sono due: se sei veramente un musicista cerchi di risorgere, cerchi cambiare il tuo stile anche tornando alle origini. Nel caso contrario puoi reputarti finito, nessuno si ricorderà di te, e in questo caso potrai incolpare il Web del tuo fallimento.
Capisco perfettamente che la “brutta” gavetta, quella dove ad ogni concerto ti vengono a vedere massimo dieci persone, e non ti pagano neanche, è difficile, spesso è talmente “assassina” da farti dubitare di te stesso, arriva a farti dubitare se la musica sia veramente la cosa giusta per te, ti massacra, e ti catapulta in un mondo dove è un tutti contro tutti continuo e appena cominci a uscirne arriva qualcosa che rischia di farti tornare all’inizio.
Leggendo quest’ultimo paragrafo qualcuno potrà pensare, giustamente, che sia meglio non fare nulla o cominciare una carriera dal web, dove basta seguire la moda del momento, la challenge del momento e tanto basta per fare visual e diventare virale, tanto basta per guadagnare con la monetizzazione di YouTube. Infondo tutti noi vogliamo guadagnare con la musica, cercando di divertirci il più possibile.
Invece la gavetta, quella brutta è importante. Nel suo essere “assassina” è sempre da lezione nel caso si debba ricominciare tutto da capo, molti degli insegnamenti che apprendi dalla gavetta saranno sempre utili davanti alle difficoltà di quello che comporta “l’essere famosi”. Ed è questo il motivo per cui molti di questi artisti, una volta passati di moda, o una volta che l’industria musicale deciderà che non siano più utile alla causa delle hit estive o al classico pezzo romantico dato in pasto a qualche adolescente, non potranno mai più rialzarsi. Non avranno insegnamenti perchè tutto gli era stato dato subito, non avranno modo di ricominciare da capo perchè probabilmente non resisteranno mai alla gavetta brutta. Quindi li ritroverai a fare qualche apparizione in qualche programma TV o in qualche “Festival Bar dei poveri”.
Quindi il web può essere considerato un nuovo tipo di gavetta? No, piuttosto parlerei di un nuovo approccio al mestiere, soprattutto se si parla di musicisti, un approccio contemporaneo. Il web non sempre insegna ma di sicuro aiuta ad arrivare prima al successo.
La mia vita si basa su tre, principali passioni: la formula uno, il calcio, la musica e la scrittura. Sulla musica sono un perenne polemista. Ascoltatore di metal e rock ma anche odiatore di metal e rock, per questo mi piace definirmi “l’anti-metallaro”.