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Private Conversations: l’album esordio di Moonmine – Recensione-

by InsideMusic

Con all’interno  6 inediti, Private Conversations rappresenta l’ultimo lavoro di un cantautore emergente, innovativo, capace di traslare al meglio in musica il suo modo di concepire la vita, improntata sulla ricerca e l’ottenimento di un’agognata libertà.


IL DISCO

L’album è molto compatto e poco labirintico. Nonostante un flusso di pensieri scottanti abbastanza difficile da controllare, Moonmine riesce a tenerli sotto un denominator comune rappresentato dal genere musicale su cui è impostato l’album.

Le chitarre acustiche fanno da protagonista in ogni brano con melodie ricercate,azzardate, manifestazione di una volontà dell’artista di andare aldilà della solita canzoncina quadrata dal ritmo incalzante.

I suoni sono quelli grezzi e naturali delle corde che danno un tono selvatico e rock’n roll ai pezzi che però si arricchiscono di artifici musicali un pò più elettronici  che danno, nel complesso, un sound molto più completo e coinvolgente.


Moonmine scrive e canta esclusivamente in inglese che ben si presta al suo modo di fare musica senza però dover poi  venir meno nei contenuti e nello stile letterario con cui decide di raccontare le sue esperienze, le sue emozioni artistiche.

Di fatto, come suggerisce il titolo dell’album, Moonmine parla di sè stesso, di ciò che è e di  ciò che ha, di ciò che vorrebbe essere e di ciò che vorrebbe avere.


Emerge un’evidente spregiudicatezza nella ricerca del nuovo,del diverso, perchè motivo di incoraggiamento ad andare avanti e di raggiungere uno stato di appagamento personale.


Private Conversations costituisce senz’altro un ottimo punto di partenza per un artista che già nelle prime pubblicazioni ha avuto il coraggio di imporre un suo stile musicale e di parlare di sè stesso.

LA TRACKLIST

1. Berries And Flowers (Magnetic Field)

2. I Don’t Believe You Know

3.The Power Of Hate (HATE>LOVE)

4. Start Again

5. Moon Of Mine

6. Through My Window

Recensione a cura di Simone Melcarne

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