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“Cappottini per gli ospiti” di Sanremo, prima serata

by Paola Pagni
blanco rose

Me lo sentivo che barattare le pagelle con i commenti sugli ospiti (solo quelli musicali ovviamente), mi avrebbe dato delle belle soddisfazioni.

Ed infatti la prima serata sembra già aver messo il sigillo in fatto di memorabilità: come si fa a fare qualcosa di più eclatante che sfrondare a calci tutto il giardino di rose che la Rai aveva amorevolmente sistemato sul palco per Blanco?

E io che pensavo che il tuffo in piscina con microfono di Salmo fosse l’argomento cool della serata.

Ma andiamo con ordine.

Gli ospiti:

Come già detto, non mi soffermerò su ospiti, per quanto illustri, che non siano strettamente relati con la musica. Peccato, perché intanto i meme sul mitico presidente Mattarella si sprecano.

Arrivano quindi loro per primi :

MAHMOOD E BLANCO

Si presentano evocando lo stesso outfit con cui hanno trionfato proprio a Sanremo l’anno scorso, forse ancora più belli, forse pure più bravi. Magari meno emozionati, ma perfetti in ogni nota e ogni movimento. Fin qui tutto bene quindi, poi non so cosa sia successo nel camerino di Blanco.

PIERO PELU’

Forse non proprio un ospite, dal momento che la sua esibizione è stata posizionata nel Sanremo “dei poveri”, cioè di quelli che sfidano il freddo fuori dall’Ariston. Ma che a parer mio, si sono goduti lo spettacolo più autentico di ieri sera. Senza troppi fronzoli, tranne quelli cuciti sui suoi pantaloni, Piero ha come sempre reso onore alla sua anima rock, fregandosene di qualsiasi moda o tendenza: lui come icona di sé stesso, senza bisogno di autocelebrazioni, ha riproposto la canzone portata a Sanremo nel 2020, riarrangiata in chiave ancora più rock e cantata ancora meglio. Chiude il cerchio rubando una nuova borsetta, questa volta non Chanel, e fa gioire proprio tutti con la sua energia positiva.

I POOH

Con i Pooh non si può essere troppo cattivi, anche se di cose andate un po’ storte ce ne sarebbero eccome. Una su tutte, l’interpretazione di Roby Facchinetti, che per tutto il primo pezzo ha altalenato tra le note non beccando mai quella giusta. E poi era vestito come Amadeus. Ma i Pooh sono una colonna portante della musica italiana, il gruppo più longevo che abbiamo, e oggettivamente, di canzoni indimenticabili ne hanno fatte tante. Forse un intervento un po’ lunghino, quello sì.  Ci sarebbe bastato un medley anche più ristretto, ma poi abbiamo capito che tutta questa enfasi serviva per lanciare il mega concertone galattico del 6 Luglio a San Siro. Simpatica l’incursione di Riccardo Fogli, che poi però si è misteriosamente dissolto nel nulla quando è arrivato Amadeus.

SALMO

Anche lui non proprio tra gli ospiti del Sanremo da ricchi, ma nemmeno di quello da poveri, perché si esibisce da una lussuosa nave da crociera, omaggia la location presentandosi con ciabatte di gomma e calzini. Onestamente, non ci si fa nemmeno troppo caso, perché Salmo quando canta trascina più di un retone a strascico: come Pelù, se ne frega del contesto e resta sempre se stesso, con un esibizione carica ed elettrica. Per fortuna non troppo elettrica, visto che rischia il corto circuito tuffandosi in piscina col microfono. Inconsapevole che il suo atto rock n roll sarebbe stato spazzato via dalla memoria dopo pochi minuti, dall’ira funesta di Blanco.

BLANCO

Eccoci qui. Arriva bello come al solito, vestito ovviamente di bianco come da copione, circondato di rose come nel suo video “L’isola delle rose”. Ma qualcosa va storto, e anche se onestamente nessuno si stava accorgendo della differenza, si capisce subito che c’è un problema di audio in cuffia.

Ok, ma si va avanti. Però Blanco a 19 anni non è bravissimo a gestire il nervosismo, così si percepisce palesemente la sua rabbia che sale fino a che non gli esce il fumo dalle orecchie. Smette di cantare e inizia a spaccare tutto. Rose che volano che nemmeno Vanda Osiris. E nessuno lo ferma.

Fino alla fine della canzone. Viene ricoperto di fischi ma lui va avanti, nemmeno fosse stato in gara alla corrida. Anzi ci prende proprio gusto a prendere a calci tutti i supporti, ride e si diverte.

Ormai a scempio finito arriva Amadeus che sembra cadere dal pero, e invece di prenderlo per un orecchio e metterlo in ginocchio sui ceci, offre pure a Blanco di ricantare.

“È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante “ si legge ne Il Piccolo Principe: è chiaro quindi come chi abbia speso più tempo a coltivare rose, sia senza dubbio il buon Gianni Morandi, che con mestizia si mette a spazzar via i resti dei fiori.

E che se avesse potuto, avrebbe mollato un ceffone con le mani giganti al ragazzino permaloso.

Come prima serata direi che non ci siamo fatti mancare niente.

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