“NUDHA” è il primo omonimo album di NUDHA, alias Sara Zaccarelli, cantante, autrice e musicista, al suo esordio solista in italiano. Sono stata alla prima tappa di presentazione del progetto discografico per intervistarla al Germi di Milano, locale pazzesco nato dall’idea di Manuel Agnelli e Rodrigo D’Erasmo di creare un “Luogo Di Contaminazione” culturale.
L’esibizione di Nudha
È stato proprio Rodrigo ad introdurre Nudha sul piccolo palco- libreria dicendo:
“Quando un amico mi consiglia di ascoltare un album ho sempre un po’ paura che sia uno schifo…ma quello di Sara, no, è proprio un bell’album, godetevelo”.
Sul palchetto la band ha iniziato subito ad arrangiare le note di MolossA, uno dei brani più interessanti in cui Nudha sfida la società che fatica ad accettare una donna così sexy e sicura di sè. Nudha si è fatta strada tra il pubblico e una volta sul palco ha iniziato a cantare.
Ci ho impiegato mezzo concerto a riprendermi dalla bomba di sensualità e carisma che la voce di Nudha aveva fatto esplodere al Germi fin dal primo verso. Era impossibile staccare gli occhi di dosso a questa ragazza con una voce potente che, tra un ricciolo volante e l’altro, alternava con naturalezza momenti di dolcezza come quelli di Vedi a rabbia ed energia estrema come in Traffico (Guarda il video qui ). A questo proposito dopo Emme, il brano più aggressivo dedicato ad un uomo che l’ha tradita, dice “Vi va un po’ di dolcezza ora?”, scende tra gli ascoltatori con un sacchetto di caramelle, che si rivelano poi essere bombe allo zenzero e una volta sul palco dice “Sono un po’ piccanti vero? A volte succede!”
Ha interagito molto con il pubblico, ringraziando più volte sia la band che le persone che hanno collaborato al progetto tra cui Francesco Bianconi, Luca Bottigliero, Raffaele “Rabbo” Scogna, Giulio Ragno Favero e molti altri. Ha invitato poi sul palco Mauro Ermanno Giovanardi per uno spledido fuori programma , per cantare Tre Volte.
Verso il finale Nudha imbraccia la chitarra e performa il momento più toccante della serata. Intona uno dei brani più emotivi dell’album, Chiedimi dedicata all’amico Mario, venuto a mancare nel 2018. Nell’intervista Nudha mi ha confessato che la stesura del brano nel 2020 le ha permesso finalmente di piangere e elaborare il lutto una volta per tutte.
A grande richiesta Nudha ha concluso la serata con il bis di MalossA, che resta, a mio parere, il brano che più rappresenta lei e la sua missione artistica.
L’Intervista a Nudha
Ho chiacchierato con Nudha davanti ad una birra – anzi due, entrambe mie – poco prima dell’esibizione e sono rimasta affascinata fin da subito dalla sua aurea di serenità e determinazione. Senza nascondere l’accento romagnolo, mi ha raccontato di come Sara si sia evoluta in Nudha in un processo psico-emotivo che l’ha portata a produrre questo album così intimo. Ecco cosa ci siamo raccontate:
Iniziamo! Cosa significa NUDHA?
Esprime soprattutto il modo in cui vivo il fare musica: mi metto a nudo per chi mi ascolta. Ho inserito la lettera H per due motivi: per differenziare il nome d’arte dalla parola comune, ma anche e soprattutto perché l’H è una lettera muta in italiano e quindi rappresenta ciò che c’è ma non si vede. È proprio quello che faccio io quando canto, mi metto a nudo, ma qualcosa lo tengo ancora per me.
Sara e Nudha coincidono o sono due persone diverse?
Nudha in realtà è Sara 2.0. É quella donna che ha preso le fragilità di Sara e ha trovato la forza di portarle davanti agli altri. Nudha è il risultato di una metamorfosi, anzi una vera e propria espansione di Sara dopo un processo di evoluzione e accettazione personale più che artistica.
Nel tuo album d’esordio NUDHA, è evidente che sei consapevole e padrona della tua femminilità e sensualità; questa tua sicurezza ti ha creato problemi nell’attività di artista?
Anche lavorando nell’arte devi avere una mentalità imprenditoriale, e da ragazza giovane non è facile. Si tende ancora ad associare al corpo di una bella ragazza la mancanza di contenuto. Spesso mi sono trovata a voler esasperare il mio spessore proprio per voler scardinare questo preconcetto di una me ‘soprammobile’. Ma in realtà dovremmo essere liberi di essere autentici. Per esempio NUDHA è un album per le donne, che tocca tematiche prettamente femminili, quindi odio gli uomini? No! È assurdo che tutto venga incasellato in questi stereotipi. Pensa che in “Con le mani”, una canzone che parla di omosessualità, discriminazione, donne vittime, la parte centrale è stata interpretata da Mauro Ermanno Giovanardi, un uomo che ha prestato la sua voce profonda alla sofferenza di una donna.
Ti riconosci nella definizione di “cantante soul dall’anima rock”?
Sì, ma anche cantante rock dall’anima soul. Il fatto è che io sono una persona ottimista e solare ma a volte esprimo anche della rabbia e la voglia di riscatto. Non mi piacciono le etichette, sono limitanti per le personalità. Se ascolti NUDHA pensando che sono “cantante soul dall’anima rock” ti perdi le altre millemila sfumature.
Mi tocca farti una domanda limitante ora, riassumeresti le tue influenze in tre artisti?
Tre? Ma sono pochissime! Però ti dico: Whitney Houston, Tina Turner, Beyonce
Parliamo invece di Chiedimi, il brano parla del dolore di un malato terminale che non vuole condividere la propria sofferenza per non far star male anche chi ha intorno. Questo concetto si può espandere : spesso non comunichiamo come stiamo, secondo te se lo facessimo sarebbe un mondo più pesante o più empatico?
Più pesante di cosi la vedo dura! Siamo bugiardi e non vogliamo esprimere le nostre fragilità per non essere vulnerabili. Io sono utopista: mi piacerebbe un mondo dove l’empatia è padrona. Anche da piccola ero così, per esempio credevo che i voti a scuola fossero un elemento di tossicità che ci rendesse più cattivi. Benvenga la competizione sana che ti stimola ma quella in cui qualcuno viene sminuito e qualcuno esaltato no
Quindi, secondo te ci sentiamo un po’ costretti a dimostrare di avere una vita perfetta ed invidiabile?
Esatto, spesso dimostriamo anche quello che non c’è ma che vorremmo, i social sono questo. Quando ero adolescente io per far capire a un ragazzo che ti piaceva gli facevi gli squilli! Preferisco scrivere lettere d’amore o d’odio come faccio nelle mie canzoni. In realtà anche quando esprimo odio in realtà canto un amore per me stessa quindi sono sempre lettere d’amore.
In “Vedi”, altra traccia fondamentale di NUDHA parli del rapporto con tua mamma, la rimproveri di non averti compreso da piccola, è ancora così?
No anzi, con mia mamma ho ricostruito un rapporto autentico. L’ho osservata con l’occhio di donna e non di figlia e ho trovato in lei la connessione con la mia essenza. Abbiamo riascoltato NUDHA insieme e mi sono sentita capita. Anzi, molte persone hanno capito il mio punto di vista proprio grazie all’album e si sono riavvicinate. NUDHA è un album molto intimo che non ho “voluto” scrivere, semplicemente è successo.
Quali sarebbero le collaborazioni dei tuoi sogni?
Se posso sognare in grande ti dico i Muse perchè mi mandano fuori di testa con la loro potenza. Poi con Lizzo, per la sua personalità estroversa e determinata in cui mi riconosco.
E invece che progetti hai come Nudha?
Durante la pandemia ho scritto molti brani sia in inglese che in italiano, un po’più pop. Rispetto ai testi di NUDHA che analizzano dei traumi, questi nuovi brani raccontano una persona che si è lasciata alle spalle questa sofferenza. Quindi sicuramente finito questo progetto un secondo album ci sarà.
Ultima domanda limitante, descrivi Nudha in 3 parole!
Faticosissimo, ma: fiera, femminile ed esploratrice.
Finally dandy with the me inside