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B-side, l’altro lato della musica presenta: Non è un film, Articolo 31

by InsideMusic
Non è un film, articolo 31

Silenzio in sala, si spengono le luci e sul grande schermo compare ognuno di noi

Intro
In una fredda quanto anomala serata piovosa di maggio, B-Side porta all’attenzione dei lettori un brano dello storico duo milanese composto da J-Ax e Dj Jad. Undicesima traccia dell’album “Domani smetto” del 2002, “Non è un film” rappresenta  un’inedita parentesi dalle sfumature blues, accolta con entusiasmo dai fan della band. Il pezzo rappresenta il terzo singolo estratto dal sesto album degli Articolo 31 e viene accompagnato da un videoclip in stile retrò, girato all’interno di un vecchio cinema. Sullo schermo il protagonista vede scende della sua vita, che vengono commentate da versi riflessivi e disillusi.

Segue il testo del brano:
Come pesava quello zaino sulle spalle
Per la strada della scuola e la maturità
Odiavo ogni professore
Mi illudevo fosse una minaccia alla mia libertà
Ed ogni sera sopra lo schermo
Vedevo eroi della mia età
E io di certo ero diverso
Ma ci credevo in una vita come al cinema
Ma qui non è così non c’è il lieto fine
E poi il buono perde
I tatuaggi fanno male anni dopo che li hai fatti
Ma per quello che ricordano
Hai visto amici andarsene prima del tempo
E sei sicuro che dall’alto ti proteggano
E intanto aspetti il colpo di scena quell’occasione unica
Che ti sistema ogni problema
E lei che ti completerà
Ma qui non è così
La trama è inconsistente
L’amore non è mai per sempre
Lei diceva “non lo so”
E dopo mi stringeva forte ancora un po’
E diceva di non prenderla così “nasce cresce poi finisce”
E se tradisce ti sarà chiaro che
La vita non è un film
Ho il dubbio che la mia generazione
Muova una rivoluzione immaginaria
Doveva essere un tramonto
E il bene in trionfo alla fine della storia
Ma qui non è così l’immagine è un po’ scura
E il domani fa un po’ più paura
Lei diceva “non lo so”
E dopo mi stringeva forte ancora un po’
E diceva di non prenderla così “nasce cresce poi finisce”
E se tradisce ti sarà chiaro che
La vita non è un film
Lei diceva “non lo so”
E dopo mi stringeva forte ancora un po’
E diceva di non prenderla così “nasce cresce poi finisce”
E se tradisce ti sarà chiaro che
La vita non è un film
N.B. Si consiglia di leggere quanto segue mentre si ascolta il brano in questione.
Strofa
La pioggia picchiava forte e gelida, come non aveva mai fatto prima in quel dimenticato quartiere della periferia di Milano. Pioveva sui tetti delle case grigie e silenti, pioveva tra la gente che scorreva senza sosta, pioveva tiepidamente sui miei zigomi, ancora in attesa sotto il cielo aperto… nell’esatto punto in cui mi avevi lasciato cadere.
Sentivo ogni goccia sferzarmi il viso e battermi con forza sul petto, mentre tutto intorno a me sembrava essersi fermato, lentamente, quasi come se la terra avesse perso ogni buon motivo per continuare a girare.
Mi alzai il cappuccio e mi racchiusi nell’abbraccio della mia felpa, cercando di ignorare il fragore assordante generato da ogni parola che si trovava ad indugiare tra i miei pensieri. Cominciai a camminare, piano, con movimenti goffi e pesanti, trascinandomi verso casa… Passo dopo passo, la bocca impastata dai ricordi, il cuore sfregiato da quegli occhi bui, le gambe molli… E un silenzio assordante…
Cercai nella tasca del giubbotto le mie cuffie, le collegai al cellulare e premetti play… mentre la pioggia continuava a scavare nel profondo.
Solo
Una chitarra pulita e armoniosa mi accolse tra le sue braccia, mentre l’alito caldo di un violoncello, gentile e solenne, cominciò ad accarezzarmi la fronte. Un fischio leggero e luminoso si fece strada tra quei nuvoloni grigi, accompagnato dai colpi di un tamburo secco, primitivo. D’un tratto subentrò una voce: affaticata, mormorante, roca e cupa come se avesse urlato poco prima senza ritegno; un paio di sospiri del violoncello e la voce scivola verso un breve pre-ritornello, un debole sorriso prima del silenzio.
Il basso irrompe senza invito al fianco della batteria e una nuova strofa incalza, avvolta da un flow sempre più cadenzato e deciso. Parole su parole, storie di tutti lasciate andare al vento, brucianti come sale su una ferita, deluse e amare, perse tra i volti di fotografie sbiadite.
Versi penetranti e fumosi crescono e dolcemente si schiudono all’ombra di un armonioso manto corale, mentre un ritornello nostalgico e doloroso si spoglia lentamente fino a lasciare una voce nuda: “La vita non è un film“.
Il pezzo esplode nel gemito di una chitarra che parla blues, avvolgendosi voluttuosa intorno ad un synth sussurrante per poi rientrare e sfumare in un nuovo giro di giostra. Archi lacrimosi, profumate armonie di voci, capricci di chitarra e tocchi di scratch si mescolano e fluiscono attraverso pre-ritornello e ritornello, per cadere sugli ultimi istanti del pezzo, dove la voce si congeda con una vena di rassegnazione…

“La vita non è un film”.

A cura di Luigi Izzo

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